mercoledì 28 luglio 2010

Fiction & disabilità

Stamane nello scorrere le notizie sul Corsera trovo un articolo che parla di un cortometraggio, presentato al Giffoni Film Festival, incentrato sulla disabilità.
Poi, nell'aprire la posta, mi trovo la news che proprio oggi a Soliera verrà proiettato un docufilm intitolato "l'isola dei sordobimbi", pellicola che ha concorso all'ultima edizione del David di Donatello.
Ad un certo punto della mattinata ho casualmente acceso la tivu e mi sono beccata giusto l'incipit di una puntata della serie "Agente speciale Sue Thomas".
Cosa c'è di "speciale"? Bè il serial si ispira ad una storia vera e l'attrice che impersona Sue è sorda.
Così, soffermandomi sulle coicidenze della mattinata ho iniziato a pensare a quante figure di disabili ci sono nel mondo della fiction televisiva e non.
Ironside, ve lo ricordate?
"Ragionevoli dubbi" con Marlee Matlin (nella foto)?
Furia cieca con Rutger Hauer?
Lincoln Rhyme, il protagonista dei romanzi di Jeffery Deaver, magistralmente interpretato da Denzel Washington sul grande schermo?
E Monk, il detective con i tratti austistici?
E l'italianissimo "E poi c'è Filippo" dove Neri Marcorè si cimenta con l'Asperger?
Probabilmente la lista è lunga, il pensiero di sottofondo è che, nonostante tutto, la "cultura della disabilità" stenta ad attecchire nel nostro Paese.
Poi leggo che di recente in Spagna si è appena tenuto un importante convegno sulla integrazione scolastica (suppongo a livello europeo) e uno dei relatori è il professor Pablo Pineda, docente universitario, che, anche lui, ha fatto un film.
In Spagna e probabilmente in altri Paesi europei ci sono persone disabili che insegnano all'università, fanno i giornalisti, i manager etc e noi invece stiamo ancora a battagliare per avere il sostegno giusto a scuola o a reclamare il PEI, a consumarci il fegato per mesi in attesa di un ausilio, a scrivere lettere per denunciare le barriere archittoniche, ad andare in tv per scongiurare l'intervento di chissà chi per impedire che l'unico farmaco salvavita esistente continui a essere prodotto oppure ad iniziare lo sciopero della fame per ottenere l'assistenza che viene negata.....
Magari fosse fiction pure questa roba, invece è peggio del più becero reality.

1 commento:

mresciani ha detto...

l'Italia dove i miti sono le veline e programmi demenziali ed i veri problemi li mettono sotto lo zerbino