sabato 28 aprile 2012

La comunicazione inclusiva


Scopro che esiste un progetto, scaturito da un articolo, scritto da un signore che conosciamo molto bene perchè lo leggiamo spesso.
L'articolo si intitola "il cervello accessibile".
Questo progetto prevedeva un corso di formazione in comunicazione, cui è seguito un concorso.
Il concorso consisteva nell'ideare dei cartelloni pubblicitari il cui scopo è quello di cambiare il pensiero dominante e quindi la cultura delle persone, in materia di disabilità.
Qualcosa che ci sta molto a cuore: cambiare la cultura. 
"Immaginare il cambiamento è il passo più difficile: se pensiamo che qualcosa sia impossibile da realizzare, non tentiamo nemmeno di realizzarla.
La comunicazione deve farsi carico di questa sfida."
Questa è la frase di benvenuto sulla home del sito.
La comunicazione, altra questione che ci sta molto a cuore.
Trovo il tutto fantastico, anche perchè sono andata a vedermi il sito dell'iniziativa e lì ci ho trovato molte cose, molte suggestioni, molta positività, energia, insomma tutte le cose che spesso mancano quando ci troviamo a confrontarci con il resto del mondo, specie di questi tempi così bigi e duri.
Scartabellando il sito, nella pagina del materiale didattico, ho trovato un video favoloso, che trasmette al 1000X1000 il messaggio che è possibile rendere tutti partecipi del mondo allo stesso modo, nel momento più accomunante in assoluto (il pasto).
Basta usare il cervello (e forse anche il cuore) in maniera "accessibile".
Guardatevi dunque questo video , a tutto schermo: felicità pura quei sorrisi e quelle risate alla fine - e non preoccupatevi se non sapete l'inglese: la comunicazione funziona a più livelli e, qui, musica e immagini vi aiuteranno.
Questi sono i cartelloni pubblicitari ideati dai ragazzi che hanno partecipato al concorso, tra i quali la giuria sceglierà i tre vincitori.
A voi quale piace di più?
 

martedì 17 aprile 2012

Riflessione sul sostegno


Da parecchio tempo vorrei scrivere qualcosa al riguardo del sostegno, soprattutto in previsione del prossimo anno scolastico.
La tematica è vastissima, problematica, annosa, multifattoriale e, ahinoi, in apparenza irrisolvibile e purtroppo gravata da questo babau della crisi, che impone tagli e quindi buonanotte ai diritti.
Non fraintendetemi: la crisi c'è, ma sono anni che ci dicono che per i nostri figli i soldi non ci sono e quindi..... ultimamente il refrain suona come "autonomia scolastica", ma la sostanza non cambia.
Non esiste nessun motivo, anche grave, che possa affossare i diritti dei nostri figli.
Dal punto di vista del genitore (forse non solo del genitore...) la panoramica si riduce a questo: assisteremo di nuovo all'ennesimo balletto di inizio anno in cui non vengono assegnati i docenti NECESSARI agli effettivi bisogni della popolazione scolastica certificata e, quindi, da una parte partiranno i ricorsi a raffica al TAR, dall'altra sussisteranno delle situazioni che definire vergognose è un eufemismo.
Per coprire tutti i posti saranno di nuovo chiamati docenti non specializzati, magari al primo incarico, che si troveranno a dover gestire un alunno con l'articolo 3 comma 3.
Sulla stampa leggeremo messe di articoli in cui si denuncia la situazione (ad anno scolastico già iniziato) e fioriranno dichiarazioni, proclami e iniziative, lodevoli, ma......?
E ci saranno i controarticoli che ci insegnano che la figura del docente di sostegno è solo una delle tante che attorniano l'alunno, che si dovrebbe incrementare l'aggiornamento degli insegnanti curricolari perchè l'alunno in questione fa parte della classe ergo pure il docente curricolare ha delle responsabilità.
Qualcun'altro tirerà fuori la soluzione innovativa, che supera questa situazione obsoleta del "sostegno"...
Cioè: bla, bla, bla.
Intanto i nostri figli andranno a scuola, magari per le prime due o tre settimane senza l'insegnante di sostegno  e poi, una volta assegnato, nelle ore non coperte amen, per il resto magari se le competenze tecnologiche latitano ci saranno ancora casi in cui se l'alunno ha difficoltà motorie e/o cognitive pazienza.
E ci fermiamo qui.
Forse, almeno per quest'anno, ci sarà risparmiata solo una cosa: le dichiarazioni alla "tunnel di neutrini", ve lo ricordate il "picco storico"?
Forse.
Intanto che si rimugina, leggiamoci questa, bella, lettera apparsa su Il Centro di oggi:
La scuola e l’integrazione dei disabili la chiave è il rispetto della diversità
SULMONA. Mi è molto difficile elaborare in forma organica la molteplicità di idee, sentimenti, sensazioni e convinzioni che mi porto dietro dopo la mia esperienza triennale di insegnante di sostegno nei licei. Dopo un corso di appena 5 mesi, in cui ci hanno frettolosamente dispensato in pillole i rudimenti del “mestiere”, ripetendoci continuamente che l’Italia ha la normativa più avanzata d’Europa sulla scolarizzazione dei diversamente abili, poiché li integra nelle comuni scuole statali invece di ghettizzarli in apposite scuole speciali, è iniziata la mia avventura, o meglio, la mia apnea. La parola più abusata, ventilata e sventolata da tutte le parti, relativa ai ragazzi diversamente abili è: integrazione. Una parola dal significato quanto mai sfuggente, perché declinabile in direzioni molteplici, rappresentativa come poche altre del meccanismo confusionario e pletorico a cui molto spesso si riduce la scuola italiana; una parola che per tre anni è stata la mia spina nel fianco. Nel mio personale intendimento, integrare un ragazzo disabile a scuola significa garantirgli il rispetto della sua alterità. Rispetto è una parola bellissima. Indica etimologicamente il girarsi indietro per guardare una persona; ammirarla a tal punto da non contemplarla solo davanti, parzialmente, ma anche dietro, nella sua totalità. Rispettare un disabile, come ogni essere umano, vuol dire prima di tutto conoscerlo, e imparare dunque a non temerlo, ma ad amarlo. Esattamente per quello che è. Senza ipocrisie e mistificazioni. Imparare a riconoscere tutta la ricchezza che, al pari di ogni altro essere umano, anzi, più di ogni altro, sa offrirci, proprio in virtù della sua diversità che, lungi dall’essere un limite, deve diventare il suo punto di forza. Garantire il rispetto dell’alterità, a scuola, secondo il mio alfabeto significa prima di tutto non negare l’evidenza. La scuola è un luogo dove si cresce umanamente grazie alla cultura, e non un centro sociale. I ragazzi disabili hanno il diritto di andare a scuola non solo per socializzare, ma soprattutto per imparare, nel rispetto delle loro capacità e competenze. Troppo spesso ho assistito, invece, alla totale negligenza dell’aspetto strettamente didattico, considerato quasi sempre opzionale. Ci si arrende, o meglio, ci si vuole arrendere di fronte ai presunti limiti cognitivi dei ragazzi disabili, non investendo alcuna energia e qualificando la propria attività di sostegno come volta all’aspetto “affettivo- relazionale”: definizione dietro la quale si nasconde sostanzialmente il nulla. Questa, ben lungi dall’essere la strategia vincente per l’integrazione, è la peggiore discriminazione che si possa compiere, il peggior danno che si possa perpetrare verso chi è più debole. Ho visto nella maggior parte degli alunni che ho avuto, e paradossalmente proprio in quelli con un ritardo mentale alquanto grave, una tale tenacia nello studio, una tale sete di imparare, una tale gioia per le nuove, piccole scoperte quotidiane, che non saprei esprimere a parole ciò che si prova togliendo l’opaco da quegli occhi. Con questi alunni ho svolto al liceo contenuti da scuola elementare, spesso neanche tutti accessibili. Mi rifiuto però di dar ragione a quanti, colleghi compresi, parlano di impossibilità di un vero progresso da parte degli alunni disabili: è chiaro che il comune concetto di progresso didattico è inapplicabile a questi ragazzi, per la semplice ragione che, come diceva don Milani, “non si possono fare parti uguali tra disuguali”. Il rispetto per la loro alterità impone di usare un metro adeguato, cioè proporzionato alle loro abilità, per poter valutare i loro miglioramenti. Ecco la cruda realtà di un triste paese che ha la normativa più avanzata d’Europa in materia di handicap.
di Angelica Zappelli


giovedì 12 aprile 2012

Amministratore di sostegno: seminario per familiari


Per la prima volta in Trentino 14 organizzazioni no profit insieme progettano un seminario per capire e approfondire la figura dell’ Amministratore di Sostegno.

L’Associazione Comitato per l’Amministratore di Sostegno in Trentino in collaborazione con 13 enti soci che si occupano di disabilità in Trentino promuoverà il seminario:
“Amministrazione di sostegno, per e con la persona con disabilità”. Per conoscere, capire e comprendere. Quali Realtà e prospettive?".

L’evento si svolgerà sabato 14 aprile alle ore 15.00 presso la Sala convegni della Casa Editrice Erickson in Via del Pioppeto 24, fraz. Gardolo (TN).  La partecipazione è gratuita.

Il seminario è rivolto a famigliari di persone con disabilità e intende accrescere la conoscenza della figura dell’Amministratore di Sostegno soffermandosi sulle problematiche più delicate legate anche al futuro. L’evento ospiterà la Dott.ssa Daniela Polo (Autrice del libro “Cosa sapere sull’ADS, realtà e prospettive per famiglie e operatori” edizione Erickson) di recente referente per il Progetto Amministratore di Sostegno della Lombardia e da anni impegnata nel supporto di famiglie con disabilità.

L’esigenza di un seminario deriva dalla necessità di riflettere insieme sulla figura dell’Amministratore di Sostegno: questo istituto è stato introdotto nel nostro ordinamento dalla legge nazionale 6/2004, seguita dalla legge provinciale n.4/11, generando grande innovazione in tema di tutela delle persone fragili, non più limitata agli schemi – spesso obsoleti – dell’interdizione e dell’inabilitazione. Dal 2004 le persone prive in tutto o in parte di autonomia possono essere assistite da un Amministratore di Sostegno, con la minore limitazione possibile della propria capacità di agire.

Trento, 12 aprile 2012

Per maggiori informazioni: 3338790383,

sabato 7 aprile 2012

Segnatevi questa data


Sabato 12 maggio 2012, Roma.
L'immagine che ho scelto per questo post è una panoramica del concerto che i Queen tennero a Rio de Janeiro nel 1985, a mo' di augurio per la riuscita di questa manifestazione, alla cui organizzazione stanno lavorando tanti genitori.
Per molti di noi non sarà possibile essere presenti, per gli ovvi motivi che tutti conosciamo e che diventano piuttosto insormontabili quando i km di separazione sono nell'ordine delle centinaia.
Però tutti possiamo aiutare questi genitori, o meglio aiutare ciò che stanno facendo per tutte le persone disabili gravi e gravissime del nostro Paese: possiamo diffondere l'evento attraverso le nostre bacheche FB o mandando e-mail ai nostri contatti o postando sui nostri blog se ne teniamo.


Questo è il programma provvisorio:
Ore 9,00 - Apertura Villaggio Sit-In alle Terme di Caracalla (Via Antonina)
Ore 10,00 - Punto di ritrovo al Colosseo, zona Arco di Costantino

Corteo nazionale dal Colosseo alle Terme di Caracalla (1 chilometro) al quale parteciperanno:
  • rappresentanze di enti locali italiani
  • associazioni, cooperative, centri diurni
  • famiglie
  • operatori del comparto
  • Olimpiadi dei Diritti, tedofori, molto speciali, porteranno una torcia olimpica alle Terme di Caracalla e accenderanno il braciere olimpico dei diritti

  • Dalle ore 11,00 alle 19,00 - Sit-in associativo alle Terme di Caracalla (Via Antonina) con:
    • Master Lesson di MusicArTerapia di Stefania Guerra Lisi (Università di Roma Tor Vergata) sulla metodologia della Globalità dei Linguaggi per l'Integrazione
    • Mostra di Art Ri-Bel del Laboratorio Integrato
    • Consegna attestati agli studenti e alle Scuole partecipanti
    • Presentazione di libri sulla disabilità con la presenza degli autori, moderatrice Mariangela Di Nicoli, giornalista: ("Noi e i nostri figli, dalla nascita all'amore", AA.VV., "Il cubo di marzapane,quando si puo' sfidare l'autismo" di Christina Caflisch, “E se mio figlio…” di Bruno di Bari, "Mai un colore solo" di Rosanna Di Nicoli)
    • Musica e spettacolo dal vivo con Flavia Celano, Carlo Paolacci e Massimo Sforna

  • Dalle 11,00 alle 18,00
    • Area bimbi con face-painting, scultori di palloncini, clown, giocolieri
    • Area legale, con assistenza gratuita sui temi della disabilità e delle class-action
    • Area Ristoro gratuita con prodotti offerti dai nostri sponsor e dai familiari iscritti al Coordinamento

  • Ore 17,00 Consegna Diploma di Ambasciatore dei Diritti ai bambini presenti con gadget offerti dai nostri sponsor

  • Ore 18,00 - Coreografia di chiusura con lancio simultaneo di palloncini da parte dei bambini

  • Assemblea pubblica della Commissione Persone Speciali degli Indignati di Roma e Perugia: chi siamo e cosa possiamo fare


  • Vi consiglio di leggervi la storia di questo coordinamento, che prende l'avvio proprio da un genitore, una mamma.
    L'evento in questione è rivolto ad associazioni, scuole, enti, persone.
    Per contatti:
    Simona
    tel. 333 9294288
    info@famigliedisabili.org