mercoledì 21 novembre 2012

Quello che vorremmo sentire

di Bazen
Pensioni, sanità, sociale, lavoro, sicurezza, benessere. Termini che nella nostra vita dovrebbero avere un valore normalmente positivo, ma che dall'inizio della crisi sono associati a situazioni angoscianti nel futuro prossimo o, purtroppo, anche nel presente di non poche persone. Se una larga parte dei cittadini italiani sono sottoposti ad un’angoscia crescente nel nell'essere lambiti dall'incertezza, noi genitori di persone con disabilità lo siamo in misura esponenziale. Non potrebbe essere altrimenti se l’unica struttura che può garantire un futuro a molti bambini e ragazzi si sgretola sotto i nostri occhi. Non potrebbe essere altrimenti vedendo l’accerchiamento Europeo al nostro Paese, al quale si chiede di riparare al disastro prodotto dai governi degli ultimi decenni. Osserviamo la risposta confusa della nostra nazione e la triste determinazione con la quale il Governo italiano stringe il cappio sulle fasce dei cittadini più deboli, tra i quali vi sono i nostri figli. Nel silenzio dell’informazione osserviamo l’estrema protesta delle persone con disabilità gravissima per quel che può sembrare un paradosso: offrono la loro vita per un diritto alla vita. L’Italia paga il prezzo di un recente passato con scarsa programmazione economica e una carente attenzione verso il bene pubblico. Vale la pena ricordare che quel welfare che con immensi sforzi è stato costituito dal dopoguerra fino al principio della seconda Repubblica è agonizzante a causa dei tagli imposti dagli ultimi governi; la lentezza della morte ne farà dimenticare il mandante? Che la tecnicità del Governo sia in realtà una perfida tortura sui più deboli? Come non definirlo in altro modo in assenza di investimenti per il futuro ma solo in un presente che reitera gli errori del passato, acuendoli invece di correggerli?
I GenitoriTosti desiderano, vogliono invece sentire tutt'altro:
- che i servizi sociali e sanitari siano finanziati dai livelli di reddito elevati, con un importante aumento delle risorse economiche, non sottostimate ma adeguate alle reali necessità;
- che sia corretta urgentemente la logica perversa della “voucherizzazione” del settore socio-sanitario, eliminandola prima che il danno dilaghi sul territorio nazionale;
- che i finanziamenti per la scuola e la ricerca siano aumentati, con risorse adeguate per gli alunni e studenti con disabilità;
- che nella scuola le famiglie e gli organi scolastici siano valorizzati, in un ambito che non necessita di novità bensì di tornare alle buone prassi che scientemente sono state archiviate come sorpassate, quando di vecchio c’è solo l’attuale approccio del MIUR;
- che si concluda l’iter legislativo per il riconoscimento del diritto di prepensionamento a coloro che accudiscono un famigliare con disabilità grave o gravissima (il DDL 2206, idea in discussione da 15 anni, ennesima tragica vergogna del nostro Stato);
- che sia fatto un serio e onesto ragionamento sulla politica di controlli delle invalidità, per determinare l’efficacia di quanto compiuto fino ad oggi, sui costi per la collettività e sui gravami per le persone con disabilità e le loro famiglie. In questo senso ci auguriamo che il nuovo redditometro non costituisca l’ennesima vessazione sulle nostre famiglie; se poi si venisse a scoprire che in realtà per lo Stato i costi di questa operazione superano i vantaggi...;
- che siano costituiti tavoli tecnici di lavoro interistituzionali anche con le associazioni di riferimento per la programmazione degli investimenti nei settori che coinvolgono le famiglie (tutte);
- che nel socio-sanitario si debba investire su efficienza e trasparenza è chiaro, ma lo è altrettanto che il comparto non deve essere gestito come un’azienda, che l’obiettivo è qualitativo e non certo solo quantitativo, altrimenti si mira alla carneficina dei soggetti più deboli.
Vogliamo in definitiva che i servizi pubblici siano ripristinati, migliorati ed estesi, senza svendere lo Stato.
In questi anni l’idea politico-economica italiana ha fatto pesare sui ceti medio-bassi il costo della crisi, in tutti i sensi: di controlli, di tassazione, di servizi tagliati. Chi ha una certa disponibilità finanziaria sente poco o nulla la differenza. Per una persona con disabilità (e la sua famiglia) spesso il maggior costo per i servizi pesa invece tantissimo, ancor più se sommato alla successione di eventi che questa politica porta con sé.

martedì 9 ottobre 2012

Aggiungiamo altri due pois sulla nostra mappa dell'integrazione

 
Come dicevo in questo post :
"Parliamo – su questo blog, sul forum, su FB, sul sito, spesso, di cultura, cultura della disabilità, che ancora manca a livello generale: se dovessimo rappresentarla sulla cartina geografica del nostro Paese verrebbe fuori un Italia piena di pois, di varie dimensioni, ma tutti pois a sé, con pochi collegamenti tra loro."
Con piacere oggi aggiungo e segnalo altri due pois.
Il primo riguarda l'associazione torinese Area Onlus che, tra i vari servizi ed attività dedicate alle famiglie con figli disabili, annovera anche una fantastica iniziativa sottoforma di mostra, che può essere intinerante in base alle richieste, che si chiama "Vietato non sfogliare", che ho visitato un paio di settimane fa e mi ha completamente affascinato: si tratta di 80 libri (tra tattili, in LIS, in CAA, ad alta leggibilità e audio), una sezione dedicata alla narrativa inerente alla disabilità e una sezione per il gioco e la creazione dedicata ai bambini delle scolaresche in visita, nonchè anche workshop per educatori ed insegnanti, insomma un vero pozzo di San Patrizio.
Qui un video illustrativo. Saluti a Elena Corniglia.
Il secondo pois di cui voglio parlarvi è una  web Tv, INTERAMENTE dedicata al mondo della disabilità, che si chiama Ability Channel, dove si trova un po' di tutto (persino gli hotel accessibili nel nostro Paese!) ma soprattutto lo sport, questo vettore così importante per l'integrazione. Complimenti allo staff e saluti al redattore Roberto Serratore.
Infine, poichè repetita iuvant: domani sera sintonizzatevi qui e ascoltate in streaming la nostra Marisa  Melis, dalle 19.00 alle 20.00.
 

lunedì 8 ottobre 2012

GENITORI TOSTI ON AIR


La nostra vulcanica referente per la Sardegna, Marisa Melis (in foto), una ne pensa e cento ne fa!
Mercoledì 10 ottobre p.v., alla sera, dalle 19.00 alle 20.00  interverrà in diretta alle frequenze di Radio X, nell'ambito del neonato progetto Cagliari Social Radio.
La trasmissione si può seguire anche in streaming per i non residenti, cliccate sul'icona "LIVE - listen now!" della homepage.

domenica 7 ottobre 2012

La scuola esplode


di Marisa Melis
In questo periodo la nostra associazione è continuamente contattata da genitori, per avere spiegazioni sull'intricato mondo del sostegno scolastico.
Purtroppo nelle scuole "giocano" molto sulla scarsa o nulla informazione che hanno certi genitori che si affacciano solo ora in questa nuova realtà.
Lo ripeto, per la millesima volta, noi siamo genitori molto attenti alla salute dei nostri ragazzi e se possibile ancor di più per i nostri figli più deboli; siamo gentili, ma non siamo FESSI, siamo oberati di incombenze e problemi burocratici e dobbiamo rispondere anche alle "seccature" alle quali ci sottopongono impiegati poco informati sulle leggi che "dovrebbero" aiutare la persona disabile.
Però qualcuno esagera ed esce fuori dal seminato.
Tra i vari casi che mi sono capitati di recente, uno in particolare mi ha colpito: mi contatta una mamma, il cui figlio frequenta per la prima volta la scuola dell'infanzia e si trova davanti a questa assurdità: l'insegnante di sostegno ha deciso (in solitudine!) di fare un certo orario e, guarda caso, non combacia con la presenza del bimbo in classe.
Mi spiego meglio: tutti sappiamo che molti dei nostri figli devono fare certe terapie, i centri di riabilitazione tendono a fare queste rieducazioni per i bimbi piccoli la mattina presto (anche qui ci sarebbe tanto da dire...perchè la scuola dell'infanzia è scuola a tutti gli effetti e non un parcheggio!) perchè, non essendo ancora i bimbi alle prese con i compiti, DICONO che le terapie devono farle di mattina, mentre i bimbi più grandi la sera.
Questo bimbo la mattina nella prima ora di scuola è assente perchè in riabilitazione.
L'insegnante di sostegno asserisce che lei, a quell'ora, è a scuola.
Forse quest'insegnante non ha ancora capito che ruolo svolge: è un insegnante di sostegno e come tale deve seguire il bimbo quando è in classe. Sapendo che l'alunno non c'è mai a quell'ora, perchè ostinarsi a "sfarfaleggiare" in aula?
Bisogna subito andare dal dirigente scolastico, chiedere un GLHO (assurdo sapere che ancora tante scuole non lo fanno...ma come lavorano?) e stendere un PEI con gli orari della presenza del sostegno.
Ribadiamo il sostegno è nato per aiutare l'alunno disabile quando è in classe, non quando non è presente.
Se l'alunno manca per qualsiasi motivo nell'orario concordato è tutt'altra faccenda.
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ricordiamo i contatti dell'associazione Genitori Tosti:
segreteria: martedi e giovedì dalle 9.00 alle 12.00 - 3423897222
referente Lombardia: lombardia@genitoritosti.it
referente Trentino: trentino@genitoritosti.it
referente Puglia: puglia@genitoritosti.it
referente Sardegna: sardegna@genitoritosti.it
referente veneto: veneto@genitoritosti.it
 

lunedì 17 settembre 2012

GLH in tutte le scuole: si può fare! - Anno II


Perchè è proprio attraverso questi strumenti che si pongono le basi dell'integrazione a scuola, come prevede l'art. 15 della legge 104 del 1992.
Trovarsi tra genitori (anche solo virtualmente in una mailing list o su un forum) e discutere di tutto quello che riguarda la vita, l'istruzione, etc. dei nostri figli a scuola, contrasta la solitudine che lamentiamo puntualmente noi famiglie, ma anche pone i presupposti per individuare tutta una serie di strategie per favorire l'inclusione e l'integrazione, pensiamo ad esempio se, in base ai bisogni segnalati relativamente ai propri figli si attiva un progetto di classe, si adottano determinati ausili tecnologici e non, si organizzano eventi formativi /informativi a beneficio di tutti – fosse anche un'uscita didattica.
 
Un caso che mi ha particolarmente colpito è scoprire che addirittura tra genitori dello stesso istituto non si conoscono, non sanno neanche che esistono altri, e quali, alunni certificati, perchè se uno "cammina con le proprie gambe" e non porta segni morfologici tipici delle sindromi, diventa magicamente non riconoscibile come disabile.
Un'altra osservazione che possiamo fare è la totale assenza delle associazioni dedicate nelle scuole, così come i genitori stessi ci dicono che non sanno della loro esistenza. Invece è importante che ci siano e svolgano il loro ruolo di supporto alle istituzioni e alle famiglie, poiché hanno un grande potere di mediazione tra i due soggetti.

Quindi: possiamo, tutti insieme cambiare le cose?

Sì.

Servono montagne di soldi?

No.

Serve un sacco di tempo?

No.

Serve la voglia di fare, semplicemente spedirci un'email (genitoritosti@yahoo.it - Oggetto: segnalazione GLH)  in cui scrivere" sì nella mia scuola che si chiama xxx e si trova a xxxx i GLH ci sono " oppure "non ci sono" etc.

Di seguito il (*) modello di lettera , che raccomandiamo va spedita in raccomandata AR oppure fatta protocollare in segreteria:

 
 

Al DS Dott.(ssa) .......................

IC ................................

via/piazza .................................

cap - città

e p.c.



Genitori Tosti In Tutti I Posti Onlus

sede nazionale

(genitoritosti@yahoo.it)

(luogo), gg/m/ 2011



Oggetto: richiesta di istituzione dei GLH (e presentazione candidatura del/la sottoscritto/a quale rappresentante per i genitori



Gentile Dott.(ssa) ...........................,



le chiedo formalmente di



istituire i Gruppi di Studio e di Lavoro di Circolo e d'Istituto sull'Handicap, previsti dall'art.15, comma 2 della L. 104/92.

Ricordo che al GLH d’Istituto e di Circolo, partecipano le seguenti componenti: dirigente scolastico, docenti curricolari, docenti specializzati, ASL/Specialisti, personale Ente Locale, genitori.

Mentre alle verifiche, GLH (operativi), partecipano i soggetti indicati al comma 6 art. 12 legge 104/92: operatori delle ASL, della scuola, famiglie. (Atto di indirizzo, D.P.R. 24-2-94 art. 6).
Ogni riunione deve essere verbalizzata e i verbali poi inseriti nel fascicolo dell'alunno.


(Presento inoltre la mia candidatura per far parte dei rappresentanti dei genitori nel GLHI.)
In attesa di un Suo positivo riscontro, porgo
cordiali saluti.
(nome e cognome firmato)
(indirizzo e un recapito telefonico)
Per ulteriori dettagli rimandiamo a questa discussione del nostro forum, in attesa che si possa caricare anche sul sito dell'associazione tutti i particolari.

  

giovedì 6 settembre 2012

Dopo la pausa estiva

 
L'associazione Genitori Tosti In Tutti I posti ONLUS è reperibile telefonicamente al numero 3423897222, nelle mattine di martedì e giovedì dalle ore 9.00 alle 12.00.
L'indirizzo di posta elettronica è: genitoritosti@yahoo.it
Si ricorda che per quesiti di ordine generale, richieste di informazioni particolari o urgenti, segnalazioni etc c'è il forum, che funziona anche come data base, cioè contiene una miniera di articoli e informazioni da consultare a disposizione di tutti. Solo registrandosi (operazione semplice e veloce) si può accedere e leggere i vari link e interagire con gli altri genitori.
Per essere sempre in rete ed informati in tempo reale c'è il gruppo su facebook.
Al momento il sito è in costruzione, sfortunatamente abbiamo subito un simpatico attacco da parte di qualcuno, per cui il vecchio sito e tutto il suo contenuto è andato irrimediabilmente perso.
Ci vorrà un po' di tempo per ripristinarlo.
Infine l'ultimo strumento utile ai genitori è il blog, che contiene articoli, iniziative, rimandi, spunti e molto altro, interamente consultabile. Inoltre è aperto ai contributi di tutti e quindi chi volesse inviare un articolo o una lettera può farlo, scrivendo a mammatosta@gmail.com

giovedì 26 luglio 2012

Su tre ruote si può riavere la libertà


di Marisa Melis (*)

Una coppia di amici che abitano a Torre delle Stelle tutto l’anno, avevano acquistato un triciclo elettrico. Lei non ha mai avuto la patente e per poter girare in zona si spostava con questo mezzo.
Nella zona l’uso di tale veicolo è praticamente impossibile a causa delle strade non asfaltate.
Negli spostamenti, ogni giorno il mezzo bucava le ruote. Per questo motivo il veicolo è stato parcheggiato in garage, e lì è rimasto sino a quando è stato regalato alla nostra Associazione.
Questo inverno, con un furgone ed accompagnata da un altro socio, siamo andati da Paola e Renzo a prendere il triciclo. I ragazzi ce l’hanno regalato, per poterlo poi dare a qualche disabile con problemi di deambulazione.
E’ bastata una messa a punto ed una riverniciata ed ecco il triciclo in giro a Decimomannu. E’ stato la valvola di sfogo per qualche mese per un disabile, lo ha aiutato a girare il paese, ristabilendo dei contatti con degli amici che non vedeva da tempo a causa della sua malattia. Lui si spostava solo accompagnato da altri per andare a fare la dialisi.
Siamo stati felici della scelta della destinazione. Per Antonio questo mezzo è stato di grande aiuto psicologicamente perché, ha potuto riassaporare la gioia delle chiacchierate in piazza con i conoscenti, allontanando la solitudine che lo imprigionava dentro la sua casa.
Purtroppo Antonio da pochissimo non c’è più. Siamo stati contattati dal fratello che ci ha fatto sapere che, il mezzo può tornare a noi. Informandoci con piacere che il triciclo è stato molto gradito nei pochi mesi che l’ha usato.
Ora il triciclo elettrico lo destiniamo ad altro disabile che come Antonio è segregato in casa a causa dei problemi motori. L’abbiamo già contattato. Quando gli abbiamo chiesto se poteva farle piacere averlo per spostarsi, abbiamo visto il viso illuminarsi e due lucciconi che cercava invano di ricacciare dentro.
Grazie Paola e Renzo, questo vostro dono sta portando momenti di spensieratezza a chi si era rassegnato ad avere per compagnia solo i programmi televisivi.
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(*)  referente Genitori Tosti per la Sardegna; articolo apparso su Quotidiano Sardegna il 25.07.2012
 

martedì 24 luglio 2012

A.S. 2012-2013


Leggiamo quanto contenuto nella Circolare Ministeriale n° 61 del 18 luglio scorso, con "OGGETTO: Anno scolastico 2012/2013- adeguamento degli organici di diritto alle situazioni di fatto"  relativamente ai:

Posti di sostegno
L’art. 19, comma 11, del decreto legge 6 luglio 2011, n. 98 ha introdotto nuovi criteri e previsioni per la determinazione e l’assegnazione dei posti di sostegno.
Il citato comma stabilisce:
a) le Commissioni mediche di cui all’art. 4 della legge n.104/1992, nei casi di valutazione della diagnosi per l’assegnazione del docente di sostegno all’alunno disabile è integrata obbligatoriamente dal rappresentante dell’INPS, che partecipa a titolo gratuito; tale previsione ovviamente si applica alle nuove certificazioni;
b) l’organico dei posti di sostegno è determinato secondo quanto previsto dai commi 413 e 414 dell’art. 2 della legge n.244/2007 (finanziaria per il 2009);
c) l’organico di sostegno è assegnato alla scuola (o a reti di scuole all’uopo costituite) e non al singolo alunno disabile in ragione mediamente di un posto per ogni due alunni disabili. Sulla base di tale assegnazione le scuole programmeranno gli interventi didattici ed educativi al fine di assicurare la piena integrazione dell’alunno disabile.

La Tabella E, colonna C, del decreto interministeriale relativo agli organici a.s. 2012/13, come per il corrente anno scolastico, riporta il numero complessivo di posti fondatamente attivabili da ciascuna Regione nell’a.s. 2012/2013, comprensivo sia della dotazione di organico di diritto, sia di quella di organico di fatto.
Gli eventuali ulteriori posti in deroga, in applicazione della citata sentenza della Corte costituzionale, vanno autorizzati da parte del Direttore Generale dell’Ufficio scolastico regionale ai sensi dell’articolo 35, comma 7 della legge 27 dicembre 2002 n. 289, secondo le effettive esigenze rilevate ai sensi dell’art. 1, comma 605, lett. b) della legge 27 dicembre 2006, n. 296, che deve tenere in debita considerazione la specifica tipologia di handicap da cui è affetto l’alunno. I relativi posti vanno assegnati dopo aver accertato: -la effettiva presenza degli alunni nelle classi; -la regolarità della documentazione richiesta (diagnosi funzionale, il PEI elaborato dal GLHO, ecc..); - la accertata verifica della ricorrenza delle condizioni previste dalla citata sentenza della Corte (es. assenza di interventi di altre istituzioni o enti).
Considerato che anche i posti di sostegno concorrono a raggiungere l’obiettivo di contenimento della spesa di cui all’art. 64, si confida in una attenta valutazione e programmazione della distribuzione delle risorse al fine di contenere l’istituzione di ulteriori posti entro lo stretto necessario in applicazione della sentenza della Corte costituzionale.
Anche al fine di poter informare al riguardo il Ministero dell’Economia e di motivare nei confronti dello stesso gli scostamenti che dovessero rendersi necessari, le SS.LL. sono
(qui c'è l'interruzione di pagna e il periodo è costruito così......) 
comunicheranno a questo Ministero e al Sistema Informativo ogni variazione in aumento o in diminuzione del numero degli alunni portatori di handicap e dei relativi posti.
Si richiama la scrupolosa osservanza delle vigenti disposizioni sia per quanto concerne le modalità e le procedure di individuazione dei soggetti con disabilità, sia ai fini dell’assegnazione delle ore di sostegno. Si rammenta che la proposta relativa al numero delle ore di sostegno da attribuire a ciascun alunno disabile, è affidata al Gruppo di lavoro di cui all’art. 5, comma 2, del DPR 24 febbraio 1994.
Le SS.LL., sentite le Regioni, gli Enti locali e gli altri livelli Istituzionali competenti, individueranno le modalità di una equilibrata e accorta distribuzione delle risorse professionali e materiali necessarie per l’integrazione degli alunni disabili, anche attraverso la costituzione di reti di scuole.
Le classi delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le sezioni di scuola dell’infanzia, che accolgono alunni con disabilità, sono costituite secondo i criteri e i parametri di cui all’art. 5 del Regolamento sul dimensionamento. Si raccomanda la massima attenzione nella costituzione delle classi con alunni disabili, nel senso di limitare, in via generale, in presenza di grave disabilità o di due alunni disabili, la formazione delle stesse con più di 20 alunni .
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Preoccupanti le varie notizie che si possono leggere in giro per il web sulla possibilità/eventualità che le scuole non riescano nemmeno ad aprire per settembre, vuoi perchè mancano i presidi (Lombardia, Piemonte) vuoi per la spending review.
Il 26 luglio p.v. a Montecitorio ci sarà un'altra manifestazione dei docenti precari.
Mancano meno di 8 settimane all'inizio del prossimo nuovo anno scolastico, cosa ci aspetterà?

martedì 17 luglio 2012

Non chiudete l'USP di Lodi!


Di seguito la lettera spedita qualche giorno fa:

Ill.mo Presidente della Repubblica Onorevole Giorgio Napolitano

Ill.mo Presidente del Consiglio dei Ministri Dott. Mario Monti

Ill.mo Ministro dell'Istruzione Dott. Francesco Profumo

Ill.mo Presidente della Provincia di Lodi Dott. Pietro Foroni

Ill.mo Sindaco del Comune di Lodi Dott. Lorenzo Guerini

Ill.mo Presidente dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia Dott. Giuseppe Colosio


(Loro indirizzi)



Lodi, 12 luglio 2012


Oggetto: gestione della didattica per la disabilità e chiusura dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Lodi

Illustrissimi signori,

intendiamo con la presente denunciare i gravissimi rischi cui sarebbero esposti gli alunni diversamente abili della Provincia di Lodi a seguito della chiusura ormai imminente dell'Ufficio Scolastico Provinciale e richiedere un intervento da parte delle Rappresentanze Istituzionali in indirizzo, per sostenere la situazione degli alunni e studenti con disabilità della nostra Provincia, scongiurando, quindi, la soppressione dell’USP.
Negli anni di attività dell’USP lodigiano molte sono state le buone prassi instaurate a beneficio degli alunni con disabilità che frequentano la scuola, con la nota lodevole del CTRH - Centro Territoriale Risorse per la Disabilità - diventato un punto di riferimento ed esempio, noi riteniamo, che travalica il ristretto ambito della nostra Provincia. Pensando all’integrazione nella società dei bambini e dei ragazzi con disabilità che ha un imprescindibile punto di riferimento nella Scuola, ma anche ai progetti in corso che vedono un’intensa attività di rete tra Ufficio, Scuole, Amministrazioni locali, Associazioni e Famiglie, non possiamo esimerci dal sottolineare che tutto ciò si arresterebbe nel caso venisse portata a termine la chiusura dell'USP, con gravissimi danni proprio alle persone più deboli.
A nome delle associazioni delle famiglie con figli con disabilità chiediamo un ripensamento su tale decisione o, quantomeno, chiediamo che resti attivo un adeguato presidio dedicato alla gestione della didattica per la disabilità dove il personale attualmente operativo potrebbe garantire la continuità del lavoro in atto; personale che, oltretutto, coordina e costituisce l’essenza dei gruppi istituzionali obbligatoriamente previsti in tutto il territorio nazionale dalla Legge 104/92 quali il GLIP e il GLH provinciale. Il rafforzamento del CTRH di Lodi potrebbe rappresentare una valida soluzione.
Restando a disposizione per ogni chiarimento che dovesse occorrere e offrendo la nostra piena e fattiva collaborazione per addivenire ad una soluzione positiva, cogliamo l’occasione per porgere i nostri rispettosi e cordiali saluti.

Alessandro Manfredi, Presidente Gruppo Intesa delle Associazioni Disabili della Provincia di Lodi
Giovanni Barin, referente per la Lombardia Associazione Genitori Tosti Onlus

sabato 7 luglio 2012

Perchè condivo, sottoscrivo e ammiro l'intervento di Gianluca Nicoletti


Nelle ultime settimane ci sono stati diversi segnali, molto sgradevoli, relativamente alla "cultura" popolare, nei confronti della categoria sociale - che mi vede coinvolta in prima linea in quanto genitore - delle persone disabili.
Per esempio, leggo un'intervista a Fiamma Satta.
E voi direte "chi è?".
'E una giornalista, ha condotto fino al 2010 sulla frequenza di radio rai 2 il programma "Fabio e Fiamma", tiene un  blog. Ha la Sclerosi Multipla.
Fà molto riflettere che qualcuno, perfetto sconosciuto, le abbia lasciato un simile biglietto di risposta: "devi crepare sulla tua sedia a rotelle" solo perchè si è permessa di scrivergli, che non doveva occupare, senza averne diritto, il posto auto riservato alle persone disabili.
Poi leggo che a Savona, per tutto l'anno scolastico i compagni di classe hanno seviziato (sì proprio fisicamente, persino con un ombrello) una ragazza di 16 anni, disabile.
Vi lascio alla lettura dell'articolo.
Poi leggo dell'eccelso intervento di un alto prelato che paragona un ragazzo indemoniato (scusate la parentesi: ma chi può ancora credere, nel terzo millennio, che esista qualcosa che si chiama "possessione demoniaca"? ) ad una persona down. Avete tutti la possibilità di ascoltare direttamente ciò che è stato detto, molto grave perchè detto da una persona che per professione ha una certa missione  e che sicuramente ha ricevuto un'educazione al di sopra della media - il sapere rende liberi, dicono, ma, forse, ci sono certi saperi che imprigionano nella più ottusa ignoranza.
Non potete immaginate poi cosa ho provato quando ho letto questo.
Poi leggere anche quest'altra cosa ha colmato la misura già colma del voltastomaco.... più che altro perchè mi sovvengono altri exploit simili - l'assessore Pellegrini, l'onorevole Reguzzoni, il docente Pini, tanto per citarne alcuni.
Sommiamo, a tutto questo che è accaduto solo nelle ultime settimane,  tutto quello che i media, da qualche anno a questa parte, stanno amplificando, alti concetti come " il Paese non è competitivo perchè ci sono troppi disabili", oppure la campagna dei falsi invalidi per cui gli invalidi sono dei truffatori.
Allora: qual è la cultura "popolare" inrtorno al mondo delle disabilità?
Adesso pensate al vostro quotidiano, quello che sperimentate tutti i giorni: pensate ai genitori dei compagni di classe dei vostri figli, alle maestre, alla gente che incrociate per la strada, ai dottori, ai vicini di casa etc.
La gente, insomma.
Quella che la disabilità non la conosce perchè non la sperimenta direttamente.
Le reazioni sono svariate e anche incomprensibili a volte, irritanti e dolenti.
Ma sono tutte umane, anche le più sgradevoli.
E poi ci sono le cattiverie gratuite.
Questo è l'intervento di Gianluca Nicoletti.
Mirabile quando dice:
"Sarei molto felice se quelle banalissime atrocità, che gli umoristi maligni scrivono su down, autistici e disabili in genere, riuscissero almeno a far riflettere tanti sepolcri imbiancati dall'impeccabile reputazione; quelli che aggrottano le ciglia se tuo figlio sbraita al ristorante o è lento nel salire e scendere da un autobus, ma soprattutto osa sedersi lasciando loro solidamente anziani appesi al corrimano.
Non ho mai amato le esposizioni becere del pensiero, quelle degli umoristi maligni lo sono parecchio in verità, ma alla fine non riescono a ferirmi, nemmeno a darmi fastidio. Mi annoiano un po' forse perché già le conosco, già le ho lette e rilette negli occhi di tanti funzionari infastiditi, insegnanti demotivati, politici cinici verso i più deboli o, al meno peggio, distratti.
Mi spiace solo che qualcuno stia perdendo energie meritevoli di miglior causa per indignarsi e chiedere l' oscuramento del sito. (E' intervenuto l'Ufficio antidiscriminazioni del Consiglio dei ministri richiedendo l'intervento della Polizia postale, l'associazione Equality Italia denunciando il sito e sulle quali hanno espresso sdegno il Pd dove la senatrice Ileana Argentin: "Chiediamo che il sito sia oscurato". Come pure per l'Idv: la senatrice Patrizia Bugnano: "Perseguire gli autori secondo la legge, a cominciare dall'eventuale chiusura della pagina web").
Oh politici aperti e comprensivi, non create altri vittimismi piagnucoloni, ma dateci una mano in Parlamento se proprio vi va stare dalla nostra parte, fatelo appoggiando leggi civili e adeguate per i nostri figli malandati, ve ne saremo molto più grati che dover raccogliere la vostra solidale partecipazione.".
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Ogni giorno, nel nostro Paese, si consumano le più grandi ingiustizie ai danni delle persone disabili ( e loro famiglie): dove sono i "politici" che si battono per i diritti di queste persone?
Chi ha fatto la voce grossa contro l'illegalità dei nuovi parametri dell'ISEE per cui le indennità di frequenza, accompagnamento e le pensioni fanno reddito - contravvendo a ciò che dicono le leggi vigenti?
Chi ha perorato la causa dei genitori che chiedono il prepensionamento? Movimento che esiste da 17 anni e la legge non arriva mai!
Chi si è messo di traverso, giustamente, per impedire la chiusura della neuropsichiatria fondata da Giovanni Bollea?
E chi difende le famiglie che hanno come unico punto di riferimento la Fondazione Santa Lucia?
Per quale motivo abbiamo assistito a tentativi di modificare, penalizzandolo, il collocamento al lavoro delle persone disabili oppure per rendere privato il sostegno scolastico nella Scuola Pubblica?
Tanto per fare alcune citazioni, nella marea delle situazioni a rischio, in tutto il Paese, ma la lista, ahinoi, è lunga..
La cultura imperante, a dispetto di tutti quelli che si prodigano per cambiarla, è, sostanzialmente, quella che emana, come da un tombino aperto, dal sito in questione: dàgli alle minoranze, a quelli che non possono difendersi... la storia insegna, abbiamo secoli di accanimento sulle minoranze sulle spalle, eppure, ancora nel terzo millennio si discrimina, si abusa, si offende il "diverso".
Ecco perchè condivo, sottoscrivo e ammiro il post di Gianluca Nicoletti.
Perchè comunque è più offensivo, violento e discriminatorio ciò che comporta una legge iniqua che penalizza una categoria di persone, le cattive prassi, l'indifferenza, la solitudine sociale che accerchia le famiglie come un cordone impenetrabile di Uruk-Hai.

martedì 3 luglio 2012

Il nostro NO!


di Giovanni Barin (*)
In quest’ultimo periodo stiamo assistendo, più o meno consapevolmente, ad una delle pagine più tetre dal dopoguerra ad oggi. Quella che è stata una significativa conquista di diritti vitali per le persone con disabilità, rischia di subire, a breve, un terribile colpo di ghigliottina: dalle risorse economiche al sostegno scolastico, dagli strumenti di supporto per le famiglie alle stesse persone con disabilità, le misure varate o in nuce concepite in nome della crisi economica, di fatto limiteranno la libertà nella vita di molte persone.
Senza addentrarci oltremisura in un’analisi critica dell’attuale crisi, sul perché ci siamo arrivati e come la si sta affrontando, arriviamo al punto: il nostro NO a qualsiasi forma di appoggio, accondiscendenza o mediazione sia verso chi è in procinto di togliere risorse alla disabilità sia al dialogo per ottenere le briciole che di esse rimarranno, in particolare per l’integrazione e il sostegno a scuola.
Parliamo del futuro di persone in situazione di disabilità con bisogni complessi, per le quali la continuità nella gestione del vivere quotidiano rappresenta non solo un bisogno primario a garanzia dell’integrazione nella società, ma spesso il senso stesso della vita. Da tempo e in più riprese abbiamo affermato che leggi e regolamenti sul sostegno delle persone con disabilità non mancano e sono, a parte alcuni aspetti, ben congegnate. Tuttavia, pur possedendo una normativa tra le più avanzate al mondo, il nostro Paese è relegato nell’arretratezza anche in questo ambito. I motivi possono essere cercati nella mancata, incompleta e saltuaria applicazione della normativa o nell’interpretazione erronea e soggettiva; senza contare le acrobazie del governante di turno per limitarne la portata, quasi che la disabilità sia il centro di un sadico gioco al bersaglio, come, ad esempio, l’ultimo decreto sulla riconversione sul sostegno dei docenti sovrannumerari, giocando e beffandosi della sorte dei nostri figli.
Non ci stancheremo mai di chiedere che la legislazione vigente sia applicata senza perder altro tempo e, conseguentemente, soldi; applicata senza cercare di svincolare da doveri precisi ed essenziali per un Paese che vorrebbe esser degno di confrontarsi con l’Europa.
Facciano attenzione governanti e legislatori a non guardare solo il loro orticello: lo sdegno che gli Stati esteri provano nei nostri confronti deriva anche dal mancato rispetto dei diritti delle persone più deboli. Evidentemente ai governanti, ai politici, agli amministratori del bene pubblico manca la coscienza sul come vive una famiglia con figli con disabilità; ma siamo generosi e rinnoviamo loro la disponibilità ad accompagnarli in un’interessante full-immersion nelle realtà locali e poi all’estero, dove potranno cogliere lo stesso sdegnato stupore che vediamo noi quando, costretti dalla nostra sanità a emigrare causa liste d'attesa lunghissime o assenza del trattamento necessario, raccontiamo le vicissitudini dei nostri figli.
Notare che si parla di Stati che dopo aver affinato la gestione della disabilità ancorché con scuole speciali, vogliono passare al nostro modello.
Chi vuole, si accomodi. Poi ne riparleremo.
Anziché colpire i nostri figli e, in generale, le persone con disabilità, ci sono molti altri ambiti dove fare cassa che, all’oggi, non sono stati minimamente considerati (o, peggio, forse lo sono stati). Non è ancora stata toccata quella numericamente limitata parte di popolazione che detiene la parte più cospicua delle ricchezze nazionali, così come non lo sono state le lobbies di molti settori economici, strategici per pochi, non certo per noi. Ma piuttosto di rischiare di pestare amichevoli calli, prima si cerca di togliere ai deboli, che, si pensa, non protesteranno. E se proteste ci saranno, forse contano di accontentare il rompiscatole di turno restituendo le briciole. Si sbagliano di grosso. Prima che ai disabili, i governanti si tolgano e tolgano alle cricche che li spalleggiano lo stipendio, i capitali, la casa, la possibilità di fare due passi per strada, il rispetto e la fiducia in sè stessi.
Chiediamo che sia dato alle persone con disabilità tutto quanto è previsto dalla legge.
Niente di meno.
Semmai di più, giacché le famiglie ci mettono del loro, sia in termini economici che di qualità della vita, tutti i giorni. Altro che togliere e tagliare. Dato che da oltre 20 anni dalla promulgazione della legge base ciò non è mai stato fatto, che sia dato quanto spetta! Poi ne riparleremo.
La proposta avanzata da recenti “studi” circa l’eliminazione dell’insegnamento di sostegno, passando dalla prossima assegnazione di docenti non specializzati agli alunni e studenti con disabilità fino all’affidamento dell’insegnamento solo agli insegnanti di classe, equivale secondo noi ad annullare o limitare le possibilità di crescita dei nostri figli, con la conseguenza di futuri maggiori costi proprio a carico dello Stato. Ben altre prassi possono essere adottate nel solco di quanto permesso dalle norme vigenti, senza tarpare l’attuale didattica, i progetti e le proposte di un settore che non ha bisogno di essere demonizzato ma, in generale, motivato e sostenuto quale preziosa risorsa per il futuro di tutta la collettività.
Affidare l’insegnamento degli alunni e studenti con disabilità solo agli insegnanti di classe sarebbe come far gestire le problematiche mediche dei nostri figli con bisogni complessi esclusivamente ai pediatri... Vorremo esserci mentre un medico di base estrae un dente del giudizio o esegue altre operazioni più difficoltose al Ministro della Salute. Oppure per vedere come si comporta la classe di una scuola secondaria dei figli del Ministro dell’Istruzione gestita da un’insegnante della scuola infanzia (o viceversa, a scelta). Ci provino, poi ne riparleremo.
E’ quindi necessario allargare l’orizzonte e considerare che la gestione didattica degli alunni e studenti con disabilità passa per la trama, costruita negli anni, tra insegnanti, Uffici Scolastici territoriali, amministrazioni comunali, terapisti e famiglie.
Dalle norme che sono dietro l’angolo basterà la soppressione di un fattore per innescare un inevitabile blocco delle buone prassi ed esperienze che si sono sin qui succedute.
Dimensionamento, revisione degli organi collegiali, sostegno: con queste premesse dovremo ricostruire pressoché tutto. Le famiglie, i bambini , i ragazzi stanno già pagando carissimo i danni della recente riforma della scuola dei precedenti Governi.
Chiediamo che non si sommino errori ad errori.
Legiferare per mettere una barriera ai sacrosanti diritti dei disabili rappresenta un’eversione ideologica e uno sperpero di denaro pubblico, sia per il tempo che si sta buttando (sono ormai anni che ci lavorano e provano), sia perché se mai il Governo riuscirà a legiferare in tal senso, che si trovi o meno l’unità nel mondo della disabilità i costi che tutto il Paese sopporterà per tornare allo stato attuale saranno assai ingenti. Perché ci torneremo, siatene certi.
Non permetteremo mai a nessuno con queste idee di distruggere nel silenzio il lavoro faticosamente realizzato in anni di storia, anche con il contributo dei padri degli attuali governanti; un lavoro, una memoria che in questi giorni si sta vilmente azzerando.
In una società dove in nome del denaro tutto si può, la povertà è il male più efferato che si può pensare di causare alle persone. Diventa un crimine nei confronti di chi ha una disabilità. Tutto e solo in nome del dio denaro.
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(*) rappresentante GT per la Lombardia

giovedì 28 giugno 2012

In bocca al lupo, Maria Grazia!


Domani, venerdì 29 giugno, a Reggio Emilia, Maria Grazia Fiore - mamma, docente, formatrice, blogger, scrittrice, rappresentante per i Genitori Tosti della Regione Puglia, interverrà, dalle ore 10.00 alle ore 11.00 a questo convegno, sulla comunicazione.
Ve lo ricordate il "cervello accessibile"?
In bocca al lupo, aspettiamo (almeno qualche) foto.
Saluti a Ottavia Manuini.

giovedì 14 giugno 2012

Lettera Aperta sul Sostegno e l'Integrazione Scolastica


- Ministro dell'Istruzione Dott. Francesco Profumo
- Referente Miur per l'integrazione scolastica , Uff. VII, Dirigente Dott. R. Ciambrone
- Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione - Dott. Andrea Riccardi
- Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali/ delega Pari Opportunità - Prof.ssa Elsa Fornero
- Corte dei Conti - Presidente Dott. Luigi Giampaolino
e p.c.:
Osservatorio Permanente per l'integrazione scolastica delle persone disabili – Avv. Dott. Salvatore Nocera
Associazione Tuttiascuola - Presidente Dott. Antonio Nocchetti
Coordinamento Scuole Elementari di Roma
Gruppo Sostegno No Tagli - Milano
Gruppo docenti specializzati sul sostegno Sicilia - Prof. G. Crisà
ABC Sardegna - Referente Scuola
Comitato Docenti Specializzati Sostegno Sardegna
AGE Toscana - Presidente Rita Di Goro
AGE Nazionale
Blindsight ONLUS - Presidente Laura Raffaeli
Ledha - Lega per i diritti delle persone con disabilità - Donatella Morra
ReteScuole
Comitato per la Scuola Pubblica - Padova e Provincia
Coor.to Nazionale Comitati e Genitori della Scuola
Dott. Claudio Imprudente
Dott. Gian Antonio Stella
Dott. Franco Bomprezzi
Dott. Salvo Intravaia
Dott. Vito Biolchini
Dott. Luca Telese
Redattore Sociale - Stefano Caredda
Superando - Stefano Borgato

Verona, 28.05.2012



Siamo un'associazione di genitori, ci occupiamo della tutela dei diritti delle persone disabili nel nostro Paese.



Nel seguire con estrema attenzione le svariate dichiarazioni nonché i provvedimenti che l'attuale Governo sta dispensando in materia di integrazione scolastica e sostegno, constatiamo la progressiva erosione dei diritti degli alunni e studenti con disabilità e ci troviamo pertanto costretti a chiarire alcuni aspetti.



Nessun motivo, di tipo economico, può limitare o abrogare i diritti sanciti dalla legislazione vigente, frutto di decenni di lavoro, riguardante le persone disabili. In primo luogo ci riferiamo ai diritti all'istruzione e allo studio, esplicitati e normati dagli articoli 12-16 della legge 104/92, che in troppi (quand'anche "tecnici"), sembrano non conoscere o, peggio, disconoscere.



Non possiamo rimanere indifferenti né inattivi al vedere trasformati i nostri figli in voci di spesa, che possono essere ridimensionate o addirittura espunte da qualcuno che tiene in mano una calcolatrice, come successe più di 60 anni fa Germania.



I nostri figli sono cittadini di questo magnifico Paese che si chiama Italia e sono PERSONE.


Siamo stanchi di leggere, magari sui siti istituzionali frasi come:



“L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità costituisce un punto di forza del nostro sistema educativo. La scuola italiana, infatti, vuole essere una comunità accogliente nella quale tutti gli alunni, a prescindere dalle loro diversità funzionali, possano realizzare esperienze di crescita individuale e sociale. La piena inclusione degli alunni con disabilità è un obiettivo che la scuola dell’autonomia persegue attraverso una intensa e articolata progettualità, valorizzando le professionalità interne e le risorse offerte dal territorio.” (http://www.istruzione.it/web/istruzione/disabilita)



E, poi, dai media apprendiamo che: "Non si può pensare che lo Stato sia in grado di fornire tutto in termini di trasferimenti e servizi. Sia il privato che lavora per il profitto sia il volontariato no profit sono necessari per superare i vincoli di risorse. Il privato, in più del pubblico, possiede anche la creatività per innovare e per creare prodotti che aiutino i disabili. La sinergia tra pubblico e privato va quindi rafforzata”.



Non accettiamo lo svuotamento dello Stato: non serve ai cittadini "abili", figuriamoci ai nostri figli!



Nell'ambito del sistema scolastico, i nostri figli (che, secondo i dati statistici, ammontano a quasi 200.000 unità frequentanti la Scuola Pubblica Italiana) sono persone con bisogni educativi complessi; affiancar loro docenti non adeguatamente formati, preparati e motivati, oltre a costituire un reato per l'ignorare la Legge 104/92, deprime i valori basilari per la didattica di sostegno: qualità e continuità didattica.


I nostri figli non possono patire trattamenti discriminatori di nessun ordine e grado perchè "L'esercizio del diritto all'educazione e all'istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap." (comma 4, art. 12)


Come associazione, lo scorso settembre, abbiamo lanciato una campagna denominata “GLH in tutte le scuole, si può fare”. I Gruppi di Lavoro sull’Handicap sono sempre previsti dalla Legge 104: ancora nell'anno scolastico 2011-12 (e cioè a distanza di 20 anni dall'approvazione di detta legge), in molte scuole italiane i GLH, scandalosamente, non esistono.



In tal modo le famiglie sono escluse a priori da quel concetto che è la base fondante della progettualità intorno all'alunno disabile; gli specialisti che dovrebbero seguirlo neanche si presentano (o interpretano la faccenda come uno dei tanti adempimenti burocratici connessi alla professione), continuando a stilare diagnosi funzionali lontane anni luce dal concetto di disabilità e dal modello progettuale dell'International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF) del 2001. L'ICF è stato elaborato in sostituzione delle classificazioni precedenti (ICIDH ed ICIDH-2) con l'obiettivo di spostare l'attenzione da un'ottica “negativa” centrata sul problema ad un'ottica più “neutra”, focalizzata sulle condizioni di salute in generale, “buone” o “cattive” che siano, inquadrando la disabilità come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo, fattori personali e fattori ambientali che rappresentano le circostanze in egli vive. Ne consegue che ogni individuo, date le proprie condizioni di salute, può trovarsi in un ambiente con caratteristiche che possono limitare o restringere le proprie capacità funzionali e di partecipazione sociale. E' paradossale che la scuola faccia di tutto per porsi come ostacolo invece che come facilitazione al processo di inclusione dei nostri ragazzi.


Infine: le ore di sostegno, che dovrebbero essere assegnate secondo chiari e precisi criteri invece neanche rispettano l'indicazione standard del rapporto di 1 docente ogni 2 alunni ma addirittura abbiamo la prassi di un docente ogni 4 (Lazio, Lombardia, Sicilia)!



Le famiglie ricorrono al TAR e tutte vincono e il MIUR è costretto a pagare tutte le spese di risarcimento.



Quanto costa allo Stato tutto questo? Quante risorse vengono sottratte al bilancio? Quei milioni sprecati ogni anno in questi modo quanti stipendi di docenti SPECIALIZZATI per il sostegno pagherebbero?



A causa dell'ignoranza sinanco delle Linee guida peer l'integrazione scolastica, emanate proprio dal MIUR, si verificano grotteschi balletti sulle rispettive competenze dei vari enti coinvolti, per cui assistiamo a vergognose vicende dove l'alunno disabile non ha il trasporto, non ha l'assistente materiale non può magari fermarsi a scuola all'ora di pranzo o, perchè nessuno sa chi deve somministrare il farmaco salvavita, non può neanche frequentare la scuola – per citare la casistica più eclatante e purtroppo più numerosa.



Il modello della nostra scuola, tanto invidiato all'estero, dove invece ci sono ancora le scuole "speciali" in cui vengono ghettizzati gli alunni disabili, non funziona nella maggior parte delle scuole italiane. E questo non succede tanto per mancanza di risorse quanto per mancanza di volontà, buon senso e conoscenza di quelle norme che dovrebbero essere alla base di tutto il sistema. E forse anche per la mancanza di quella cultura dell'inclusione che proprio la Scuola Pubblica è chiamata a creare.



Cultura dell'INTEGRAZIONE.



Le norme per farla funzionare esistono da tempo, serve applicarle senza inventare alcunché.



E questo non implica nessun esborso economico, anzi probabilmente si verificherebbe il contrario!



CHIEDIAMO perciò a VOI



una profonda riflessione, premessa imprescindibile per un'azione concreta, che si traduca in un tavolo di confronto paritario tra Voi e le cosiddette parti sociali a rappresentanza di TUTTO il mondo della disabilità italiana coinvolto nel settore dell'integrazione scolastica, nel più breve tempo possibile.



In attesa di Vostra cortese e competente risposta ci congediamo, fancendovi riflettere sul fatto che nessuno sceglie di nascere disabile. Accade. E accade indistintamente a chiunque, anche nel corso della vita.

Una società civile e sana non fa differenze verso nessuna categoria, soprattutto quelle più deboli.

Confidando nel Vostro ascolto, attendiamo fiduciosi Vostra risposta.



sabato 2 giugno 2012

Terremoto e scuola


Rincresce dover prendere atto di una questione solo dopo che si è verificata l'emergenza, quando non la tragedia, perchè vige la poltica del non prevedere, non pianificare, non prevenire e perchè, in fondo, certe cose riguardano solo una parte della popolazione, magari una parte infinitesima.
Eppure, per esempio, esiste un'associazione che da ben 9 anni aggiorna il rapporto sulla sicurezza nelle scuole e addirittura è abbinata una giornata nazionale dedicata (il 25 novembre), con relativo concorso in cui vengono ideati progetti che dovrebbero suggerire buone prassi e .............?
Qui si legge che l'associazione ha censito le 42.000 scuole pubbliche italiane e ne ha trovate 13.500 non sicure e ne fornisce anche l'elenco.
Ce la ricordiamo, per esempio, la scuola elementare di San Giuliano di Puglia, crollata nel 2002 durante il terremoto che colpì la zona? 27 alunni e un'insegnante morti.
Leggendo si trova che i bambini, nonostante si fossero riparati sotto i banchi, furono schiacciati dal peso del crollo del tetto. Le stesse indicazioni (rifugiarsi sotto il banco) sono state date alla scuola che frequenta mio figlio, il quale non si capisce bene come farebbe a rifugiarsi sotto un banco poichè sta sulla carrozzina - ma nessuna indicazione per gli alunni disabili.
Non stupisce che i dirigenti degli istituti veronesi siano arrabbiati perchè "senza regole o indicazioni condivise da parte delle autorità competenti".
E sul sito del MIUR cosa leggiamo in merito di procedure ed indicazioni in caso di terremoti o emergenze?
Sempre leggendo la voce wiki sulla scuola pugliese, si scopre non era stata collaudata. Rimaneggiata, ampliata con una sopraelevazione ma collaudi zero.
Ora, con il terremoto in Emilia molte scuole, parliamo di 200 edifici sono stati rese inagibili. Ma anche altri edifici scolastici sia in Veneto che in Lombardia sono stati chiusi.
Da una parte possiamo possiamo dire "per fortuna che siamo alla fine dell'anno scolastico!", ma potete immaginare il disagio e, avendo un poco di esperienza diretta, potete spingere l'immaginazione oltre, pensando agli alunni disabili spostati da un luogo che conoscono e in cui sono stati abituati alle loro ruotine in uno del tutto sconosciuto, magari privo di attrezzature e financo con le barriere..... 
Dato che il refrain è "non ci sono soldi" i lavori necessari saranno fatti in tempo per l'inizio del prossimo anno scolastico?
Abbiamo di che sollazzarci quindi tra i babau della nuova legge (che sembra sarà approvata zitti zitti quatti quatti tra una settimana, che andrà ulteriormente a sconquassare le macerie di quel che rimane della Scuola Pubblica) e le preoccupazioni per le macerie tangibili di muri fessurati.
Esistono le prove di evacuazione, da effettuarsi due volte l'anno, ma a leggere questa sconcertante lettera apparsa su il cittadino di Lodi c'è da pensare che forse neanche le fanno ma chi importa se tre studenti disabili rimangono abbandonati a sè stessi?
A beneficio d'informazione giro questa "procedura per l'evacuazione delle persone disabili" segnalata da Maria Grazia Fiore.
Buon 2 giugno a tutti.

sabato 26 maggio 2012

Quando anche i fumetti aiutano l'integrazione


Vi giro questo bell'articolo che ritempra un po' le energie e gli umori a testimonianza che le belle storie esistono e sono possibili :)
Complimenti alla mamma protagonista e anche al papà, boss del colosso dei fumetti americano, che ha risposto.  
Mi domando se da noi magari alla Bonelli possa accadere qualcosa di simile, sarebbe un fantastico modo di comunicare la disabilità.
Ho scelto Silver Surfer come icona di questo micro post perchè è un personaggio che mi ha sempre tanto affascinato.
Colgo l'occasione anche per segnalarvi questo bellissimo post. Da caricare sul surf insieme a Silver.
Buon week end.

giovedì 10 maggio 2012

L'esercizio del diritto all'educazione e all'istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap.


Il lungo titolo del post è il comma 4 dell'articolo 12 della legge che dovremmo tutti, non dico saper recitare a memoria, ma quasi, soprattutto quando ci troviamo di fronte certi interlocutori.
Quello che segue è l'articolo tratto da Il Resto del Carlino di oggi e si intitola  «La storia di N., ragazza sordocieca che in classe interagisce con prof e studenti».
Non solo è una bella storia, di integrazione scolastica, ma contiene anche l'imput che si può sempre fare qualcosa per raggiungere un obbiettivo e la gravità della condizione dei nostri figli non deve essere la giustificazione del non fare nulla ma solo "accogliere" e assistere, c'è sempre il modo per interagire.
I progetti si possono e si devono fare, serve solo la disponibilità
Infine, emerge anche un'altra grande tematica, che per noi genitori è lo scoglio più grande e cioè quello che viene definito, nell'articolo "vizio informativo", a causa del quale la protagonista della storia non ha mai avuto, fino a quest'anno, l'assistente alla comunicazione a scuola.
Ecco perchè è nostro dovere tenerci informati e contribuire all'informazione in generale.
L'incipit dice tutto:
"Grazie all'ostinazione dei genitori (che ringraziano calorosamente tutti), della neuropsichiatria infantile del Usl, del sindaco di Quattro Castella e al sostegno delle onlus (Coop. Insieme per l'integrazione e il bilinguismo e Lega del Filo d'Oro), per la prima volta a una bambina nel reggiano, attraverso figure specializzate di assistenti alla comunicazione in lingua italiana dei segni tattile (List, ndr) si è permesso di possedere un'arma in più nella durissima battaglia per relazionarsi con i normodotati: la possibilità di essere capita. Il caso di N., sordocieca, piccola residente della frazione di Montecavolo, e l'enorme impegno dimostrato dalla sua classe, si spera possano squarciare l'ennesimo muro sociale e culturale erososi attorno alla sordo cecità nella nostra provincia. Secondo quanto dichiarato dai genitori: "Nostra figlia non ha avuto un intervento specializzato per anni, sia noi sia il comune non conoscevamo la figura dell'assistente alla comunicazione, per un semplice vizio informativo". L'anno curricolare (11-12, ndr) il provveditorato avallato della Regione ha appoggiato, non senza difficoltà, anche un progetto collettivo proposto dal comprensorio scolastico su impulso della maestra di sostegno. Le attuali 12 ore settimanali di assistente alla comunicazione individuale a scuola, incrementate da quando nel 2010 la ragazzina si é avvicinata alla List, sono state affiancate da questo percorso interattivo di 12 ore con gli alunni e 8 con i docenti. Il progetto "Senza Parole" nato con lo scopo di "far accompagnare" N. alla scoperta della espressione del sé attraverso gli altri, si è rivelata l'occasione pedagogica tipo per rispondere ai tanti quesiti degli altrettanti compagni di classe: "Come dobbiamo rivolgerci a lei?", "Dobbiamo presentarci?", "Ma capisce cosa voglio dirle?". Alla luce dei comprovati risultati ottenuti da N. e dai suoi compagni di classe, perché non allargare il raggio d'azione formativo? A Modena, è da anni attiva sui sordociechi una splendida collaborazione tra ente e singoli comuni. ".
Per chi volesse approfondire in fatto di sordocecità può leggersi anche quest'altra bella storia. (la foto del post è tratta dal film "Anna dei Miracoli" che si ispira al libro di Hellen Keller).

martedì 8 maggio 2012

Auguri doppi alle mamme toste!


Oggi tutte le mamme del mondo festeggiano.
Molte di noi non avranno nè baci, nè carezze, nè un pensiero, nè un disegno, nonostante i nostri figli ci amino moltissimo.
Molte di noi non hanno mai provato neanche l'emozione di sentirsi chiamare "mamma".
Tutte noi abbiamo un carico doppio per la cura dei nostri figli che diventa triplo o più quando diventano adulti.
Rose (e forza) a tutte noi e tanti auguri, che sia un giorno lieve :) 

sabato 28 aprile 2012

La comunicazione inclusiva


Scopro che esiste un progetto, scaturito da un articolo, scritto da un signore che conosciamo molto bene perchè lo leggiamo spesso.
L'articolo si intitola "il cervello accessibile".
Questo progetto prevedeva un corso di formazione in comunicazione, cui è seguito un concorso.
Il concorso consisteva nell'ideare dei cartelloni pubblicitari il cui scopo è quello di cambiare il pensiero dominante e quindi la cultura delle persone, in materia di disabilità.
Qualcosa che ci sta molto a cuore: cambiare la cultura. 
"Immaginare il cambiamento è il passo più difficile: se pensiamo che qualcosa sia impossibile da realizzare, non tentiamo nemmeno di realizzarla.
La comunicazione deve farsi carico di questa sfida."
Questa è la frase di benvenuto sulla home del sito.
La comunicazione, altra questione che ci sta molto a cuore.
Trovo il tutto fantastico, anche perchè sono andata a vedermi il sito dell'iniziativa e lì ci ho trovato molte cose, molte suggestioni, molta positività, energia, insomma tutte le cose che spesso mancano quando ci troviamo a confrontarci con il resto del mondo, specie di questi tempi così bigi e duri.
Scartabellando il sito, nella pagina del materiale didattico, ho trovato un video favoloso, che trasmette al 1000X1000 il messaggio che è possibile rendere tutti partecipi del mondo allo stesso modo, nel momento più accomunante in assoluto (il pasto).
Basta usare il cervello (e forse anche il cuore) in maniera "accessibile".
Guardatevi dunque questo video , a tutto schermo: felicità pura quei sorrisi e quelle risate alla fine - e non preoccupatevi se non sapete l'inglese: la comunicazione funziona a più livelli e, qui, musica e immagini vi aiuteranno.
Questi sono i cartelloni pubblicitari ideati dai ragazzi che hanno partecipato al concorso, tra i quali la giuria sceglierà i tre vincitori.
A voi quale piace di più?
 

martedì 17 aprile 2012

Riflessione sul sostegno


Da parecchio tempo vorrei scrivere qualcosa al riguardo del sostegno, soprattutto in previsione del prossimo anno scolastico.
La tematica è vastissima, problematica, annosa, multifattoriale e, ahinoi, in apparenza irrisolvibile e purtroppo gravata da questo babau della crisi, che impone tagli e quindi buonanotte ai diritti.
Non fraintendetemi: la crisi c'è, ma sono anni che ci dicono che per i nostri figli i soldi non ci sono e quindi..... ultimamente il refrain suona come "autonomia scolastica", ma la sostanza non cambia.
Non esiste nessun motivo, anche grave, che possa affossare i diritti dei nostri figli.
Dal punto di vista del genitore (forse non solo del genitore...) la panoramica si riduce a questo: assisteremo di nuovo all'ennesimo balletto di inizio anno in cui non vengono assegnati i docenti NECESSARI agli effettivi bisogni della popolazione scolastica certificata e, quindi, da una parte partiranno i ricorsi a raffica al TAR, dall'altra sussisteranno delle situazioni che definire vergognose è un eufemismo.
Per coprire tutti i posti saranno di nuovo chiamati docenti non specializzati, magari al primo incarico, che si troveranno a dover gestire un alunno con l'articolo 3 comma 3.
Sulla stampa leggeremo messe di articoli in cui si denuncia la situazione (ad anno scolastico già iniziato) e fioriranno dichiarazioni, proclami e iniziative, lodevoli, ma......?
E ci saranno i controarticoli che ci insegnano che la figura del docente di sostegno è solo una delle tante che attorniano l'alunno, che si dovrebbe incrementare l'aggiornamento degli insegnanti curricolari perchè l'alunno in questione fa parte della classe ergo pure il docente curricolare ha delle responsabilità.
Qualcun'altro tirerà fuori la soluzione innovativa, che supera questa situazione obsoleta del "sostegno"...
Cioè: bla, bla, bla.
Intanto i nostri figli andranno a scuola, magari per le prime due o tre settimane senza l'insegnante di sostegno  e poi, una volta assegnato, nelle ore non coperte amen, per il resto magari se le competenze tecnologiche latitano ci saranno ancora casi in cui se l'alunno ha difficoltà motorie e/o cognitive pazienza.
E ci fermiamo qui.
Forse, almeno per quest'anno, ci sarà risparmiata solo una cosa: le dichiarazioni alla "tunnel di neutrini", ve lo ricordate il "picco storico"?
Forse.
Intanto che si rimugina, leggiamoci questa, bella, lettera apparsa su Il Centro di oggi:
La scuola e l’integrazione dei disabili la chiave è il rispetto della diversità
SULMONA. Mi è molto difficile elaborare in forma organica la molteplicità di idee, sentimenti, sensazioni e convinzioni che mi porto dietro dopo la mia esperienza triennale di insegnante di sostegno nei licei. Dopo un corso di appena 5 mesi, in cui ci hanno frettolosamente dispensato in pillole i rudimenti del “mestiere”, ripetendoci continuamente che l’Italia ha la normativa più avanzata d’Europa sulla scolarizzazione dei diversamente abili, poiché li integra nelle comuni scuole statali invece di ghettizzarli in apposite scuole speciali, è iniziata la mia avventura, o meglio, la mia apnea. La parola più abusata, ventilata e sventolata da tutte le parti, relativa ai ragazzi diversamente abili è: integrazione. Una parola dal significato quanto mai sfuggente, perché declinabile in direzioni molteplici, rappresentativa come poche altre del meccanismo confusionario e pletorico a cui molto spesso si riduce la scuola italiana; una parola che per tre anni è stata la mia spina nel fianco. Nel mio personale intendimento, integrare un ragazzo disabile a scuola significa garantirgli il rispetto della sua alterità. Rispetto è una parola bellissima. Indica etimologicamente il girarsi indietro per guardare una persona; ammirarla a tal punto da non contemplarla solo davanti, parzialmente, ma anche dietro, nella sua totalità. Rispettare un disabile, come ogni essere umano, vuol dire prima di tutto conoscerlo, e imparare dunque a non temerlo, ma ad amarlo. Esattamente per quello che è. Senza ipocrisie e mistificazioni. Imparare a riconoscere tutta la ricchezza che, al pari di ogni altro essere umano, anzi, più di ogni altro, sa offrirci, proprio in virtù della sua diversità che, lungi dall’essere un limite, deve diventare il suo punto di forza. Garantire il rispetto dell’alterità, a scuola, secondo il mio alfabeto significa prima di tutto non negare l’evidenza. La scuola è un luogo dove si cresce umanamente grazie alla cultura, e non un centro sociale. I ragazzi disabili hanno il diritto di andare a scuola non solo per socializzare, ma soprattutto per imparare, nel rispetto delle loro capacità e competenze. Troppo spesso ho assistito, invece, alla totale negligenza dell’aspetto strettamente didattico, considerato quasi sempre opzionale. Ci si arrende, o meglio, ci si vuole arrendere di fronte ai presunti limiti cognitivi dei ragazzi disabili, non investendo alcuna energia e qualificando la propria attività di sostegno come volta all’aspetto “affettivo- relazionale”: definizione dietro la quale si nasconde sostanzialmente il nulla. Questa, ben lungi dall’essere la strategia vincente per l’integrazione, è la peggiore discriminazione che si possa compiere, il peggior danno che si possa perpetrare verso chi è più debole. Ho visto nella maggior parte degli alunni che ho avuto, e paradossalmente proprio in quelli con un ritardo mentale alquanto grave, una tale tenacia nello studio, una tale sete di imparare, una tale gioia per le nuove, piccole scoperte quotidiane, che non saprei esprimere a parole ciò che si prova togliendo l’opaco da quegli occhi. Con questi alunni ho svolto al liceo contenuti da scuola elementare, spesso neanche tutti accessibili. Mi rifiuto però di dar ragione a quanti, colleghi compresi, parlano di impossibilità di un vero progresso da parte degli alunni disabili: è chiaro che il comune concetto di progresso didattico è inapplicabile a questi ragazzi, per la semplice ragione che, come diceva don Milani, “non si possono fare parti uguali tra disuguali”. Il rispetto per la loro alterità impone di usare un metro adeguato, cioè proporzionato alle loro abilità, per poter valutare i loro miglioramenti. Ecco la cruda realtà di un triste paese che ha la normativa più avanzata d’Europa in materia di handicap.
di Angelica Zappelli