sabato 2 giugno 2012

Terremoto e scuola


Rincresce dover prendere atto di una questione solo dopo che si è verificata l'emergenza, quando non la tragedia, perchè vige la poltica del non prevedere, non pianificare, non prevenire e perchè, in fondo, certe cose riguardano solo una parte della popolazione, magari una parte infinitesima.
Eppure, per esempio, esiste un'associazione che da ben 9 anni aggiorna il rapporto sulla sicurezza nelle scuole e addirittura è abbinata una giornata nazionale dedicata (il 25 novembre), con relativo concorso in cui vengono ideati progetti che dovrebbero suggerire buone prassi e .............?
Qui si legge che l'associazione ha censito le 42.000 scuole pubbliche italiane e ne ha trovate 13.500 non sicure e ne fornisce anche l'elenco.
Ce la ricordiamo, per esempio, la scuola elementare di San Giuliano di Puglia, crollata nel 2002 durante il terremoto che colpì la zona? 27 alunni e un'insegnante morti.
Leggendo si trova che i bambini, nonostante si fossero riparati sotto i banchi, furono schiacciati dal peso del crollo del tetto. Le stesse indicazioni (rifugiarsi sotto il banco) sono state date alla scuola che frequenta mio figlio, il quale non si capisce bene come farebbe a rifugiarsi sotto un banco poichè sta sulla carrozzina - ma nessuna indicazione per gli alunni disabili.
Non stupisce che i dirigenti degli istituti veronesi siano arrabbiati perchè "senza regole o indicazioni condivise da parte delle autorità competenti".
E sul sito del MIUR cosa leggiamo in merito di procedure ed indicazioni in caso di terremoti o emergenze?
Sempre leggendo la voce wiki sulla scuola pugliese, si scopre non era stata collaudata. Rimaneggiata, ampliata con una sopraelevazione ma collaudi zero.
Ora, con il terremoto in Emilia molte scuole, parliamo di 200 edifici sono stati rese inagibili. Ma anche altri edifici scolastici sia in Veneto che in Lombardia sono stati chiusi.
Da una parte possiamo possiamo dire "per fortuna che siamo alla fine dell'anno scolastico!", ma potete immaginare il disagio e, avendo un poco di esperienza diretta, potete spingere l'immaginazione oltre, pensando agli alunni disabili spostati da un luogo che conoscono e in cui sono stati abituati alle loro ruotine in uno del tutto sconosciuto, magari privo di attrezzature e financo con le barriere..... 
Dato che il refrain è "non ci sono soldi" i lavori necessari saranno fatti in tempo per l'inizio del prossimo anno scolastico?
Abbiamo di che sollazzarci quindi tra i babau della nuova legge (che sembra sarà approvata zitti zitti quatti quatti tra una settimana, che andrà ulteriormente a sconquassare le macerie di quel che rimane della Scuola Pubblica) e le preoccupazioni per le macerie tangibili di muri fessurati.
Esistono le prove di evacuazione, da effettuarsi due volte l'anno, ma a leggere questa sconcertante lettera apparsa su il cittadino di Lodi c'è da pensare che forse neanche le fanno ma chi importa se tre studenti disabili rimangono abbandonati a sè stessi?
A beneficio d'informazione giro questa "procedura per l'evacuazione delle persone disabili" segnalata da Maria Grazia Fiore.
Buon 2 giugno a tutti.

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