domenica 19 novembre 2023

Un premio al Comune di Muggia, alla sua assessora, a sindaco, ai cittadini!

 

Leggiamo tutti con attenzione questo pezzo apparso su Nordest News del 17/11/2023

MUGGIA. Nei giorni scorsi il consiglio comunale di Muggia ha approvato il Peba, il piano di eliminazione delle barriere architettoniche, che sarà a disposizione della cittadinanza e che è stato condiviso fin dai primi passi con la gente, per arrivare alla stesura di un documento che rispondesse alle esigenze del territorio.  

Ad occuparsi in prima persona del Peba è stata l’assessore comunale Elisabetta Steffè, insieme agli uffici comunali proposti per seguire tutto il lungo e complesso iter, che si è focalizzato sulla riformulazione dell’accessibilità per gli spazi e gli edifici pubblici dell’intera area del Comune di Muggia.

Nel corso dei mesi sono stati effettuati diversi sopralluoghi, insieme ai cittadini, per pensare insieme a soluzioni e progetti in grado di eliminare gli ostacoli in diverse zone. Tra i punti più richiesti dai muggesani la possibilità di realizzare accessi al mare per persone con difficoltà motorie.

In una prima fase è stata effettuata un’analisi attenta del territorio, con una mappatura insieme ai portatori di interesse. In una seconda fase si è passati a quattro esplorazioni urbane, con l’intento di conoscere le criticità in quattro siti in particolare: il lungomare, Borgo Fonderia, l’area centrale dove si trovano scuole e impianti sportivi e Aquilinia. In una terza fase si è passati a un esame delle informazioni raccolte, riscontrando 379 punti di rilievo di criticità dislocati in 58 ambiti pubblici. Nella quarta fase si è passati alla progettazione e alla valutazione di costi e priorità del Peba, per concludere con la quinta e ultima fase, che ha portato all’approvazione e alla programmazione degli interventi. 
Tutto il percorso per la stesura del Peba a Muggia è stato inoltre condiviso costantemente con il Criba, il Centro Regionale di Informazione sulle Barriere Architettoniche del Friuli Venezia Giulia.

“Si tratta di un passaggio importante - ricorda l’assessore Steffè in riferimento all’approvazione - perché a questo punto potremo individuare eventuali canali di finanziamento per le opere necessarie. Quanto ai lavori, l’accesso al mare per molti cittadini è stato segnalato come una priorità. Un altro punto dove sono stati richiesti interventi per una maggior accessibilità è Borgo Fonderia. Abbiamo ascoltato con attenzione tutti le osservazioni dei cittadini e abbiamo lavorato per un piano che raccolga, per quanto possibile, tutte le istanze esposte”. “Ringrazio di cuore l’assessore Steffè - sottolinea il sindaco di Muggia Paolo Polidori - che ha portato a conclusione una progettualità complessa con estrema attenzione, perizia e competenza, che porrà Muggia all’avanguardia sull’eliminazione delle barriere architettoniche”.

L'impulso primario che ci ha pervaso, dopo aver letto questo articolo,  è stato quello di portare un premio, una targa, un riconoscimento, a  questa assessora citata nell'articolo, al sindaco, ai cittadini che hanno partecipato. W Muggia!

In seconda istanza è umano il pensiero di fare confronti con il  proprio Comune di residenza, nella fattispecie Verona: cadono braccia , mascelle e  altre parti del corpo oltre che a ruscellamenti di latte dalle ginocchia.

E avanti con la rivendicazione dei diritti delle persone con disabilità, impedite nel muoversi, in Italia.

Grazie a Press-In 




giovedì 16 novembre 2023

Servizi e diritti solo per turisti ed olimpionici, a Verona.

 


Quasi nessuno dei non addetti al settore sa che l’Italia, appena lo scorso agosto, è stata condannata dal parlamento Europeo per non aver applicato la direttiva sull’accessibilità.

In breve: prodotti e servizi essenziali devono essere accessibili a tutti specie per le persone con disabilità, qualunque essa sia. Questi prodotti e servizi includono:

  • computer e sistemi operativi

  • Sportelli bancomat, biglietterie e macchinette per il check-in

  • smartphone

  • Apparecchiature televisive legate ai servizi televisivi digitali

  • servizi di telefonia e relative apparecchiature

  • accesso ai servizi di media audiovisivi come le trasmissioni televisive e le relative apparecchiature di consumo

  • servizi relativi al trasporto passeggeri aereo, autobus, ferroviario e per vie navigabili

  • servizi bancari

  • e-book

  • commercio elettronico

La direttiva è del 2019 e la scadenza per l’applicazione era nel 2022. Non è la prima volta che il nostro Governo ignori le direttive europee e poi venga condannato..

Credo non sia difficile capire che, per esempio, gli sportelli bancomat o i servizi di trasporto o qualunque servizio reso in un luogo non accessibile riguarda la mobilità delle persone (tutte le persone) e quando si parla di mobilità ci si riferisce al contesto urbano.

Insomma arriviamo sempre a questi PEBA (Piani di Abbattimento delle Barriere Architettoniche).

E arriviamo alla nostra città.

Dopo quanto ho scritto qui mi è passato sottocchio l’invito, da parte dell’assessore con delega all’abbattimento barriere architettoniche, nonché con la carica anche di vice-sindaca, Avvocato Barbara Bissoli, alle parti sociali, agli ordini, ai sindacati, ai servizi di telefonia, per partecipare ad un evento in cui verrà illustrato il nuovo piano urbanistico della città.

Si legge testualmente “Il processo di revisione in parola prevede fasi di studio, di confronto tra tecnici a partire da un'ampia fase partecipativa aperta alla cittadinanza veronese e a tutti i portatori di interesse.”

Ebbene per questa vicesindaca, che ha la delega specifica, le persone con disabilità e le associazioni che le rappresentano non sono “portatori” di nessun interesse nel “processo di revisione in parola”.

D’altro canto possiamo leggere il copincolla dell’ennesimo comunicato comunale (per esempio in questo articolo) che trionfalmente annuncia il secondo stralcio del PEBA in centro storico. E comunica che per tutti i lavori la nostra amministrazione ha destinato ben 100.000 euro.

Rinfreschiamo la memoria e diamo le notizie corrette: tutta la parte del centro storico oggetto della “invasione” turistica è stato mappato, in tutte le sue 2300 e rotte barriere. Ciascuna barriera ha una scheda specifica con foto e suggerimenti di come abbatterle. Tutte le schede sono visionabili ( o lo erano) sul sito del Comune.

Rimane però online la relazione finale del lavoro – ricordiamo anche che questo lavoro fu finanziato grazie ad un fondo statale dedicato.

In detta relazione finale si legge a pag. 6: “Ricordiamo, infine, che a latere delle attività legate al P.E.B.A., si è svolto a Verona in data 26/05/2018 un importante seminario interregionale, organizzato da I.N.U. e C.E.R.P.A. Italia Onlus, sul tema “Rigenerazione Urbana attraverso i P.E.B.A.” che ha visto coinvolti l’Assessore alla Pianificazione Urbanistica, alla Programmazione degli interventi per l’Abbattimanto delle Barriere Architettoniche e all’Edilizia Privata, i tecnici del Comune e i Tecnici incaricati alla redazione del Piano. Il convegno ha avuto un positivo riscontro fino ad auspicare la stesura di un documento, in fase di lavorazione, chiamato “Carta di Verona” in riferimento ai P.E.B.A. come strumenti di miglioramento della qualità urbana. “. Noi Genitori Tosti eravamo presenti in quanto autori di un progetto discusso nel tavolo coordinato dall’arch. Piera Nobili (CERPA ITALIA) che coinvolse tutti i 7 istituti superiori di secondo grado della città di Lodi, progetto poi premiato al concorso nazionale per geometri.

Altre cose importanti: questo lavoro fatto nel 2018, che costituisce l’inizio del PEBA cittadino (manca tutto il resto della città), è stato approvato in consiglio comunale nel gennaio 2019 – amministrazione a guida Sboarina. Con validità decennale e trasmesso alla Regione Veneto. L’allora assessore deputato, ingegnera Segala, aveva detto che il conto totale per sbarrierare solo quella porzione di centro storico ammontava a 14 milioni di euro e che i lavori avrebbero dovuto essere completati appunto in un decennio.

Sappiamo, perché chi scrive ha fatto un intervento sull’accessibilità urbana nel giugno 2020 che le barriere abbattute fino ad allora erano 6. Poi con il lock down e il successivo cambio all’amministrazione con una giunta di segno opposto alle precedenti 4, tutto si è fermato. La delega all’abbattimento delle barriere non è mai stata annunciata ufficialmente per esempio e, a novembre del 2022, solo grazie alle urbane domande di Gianni Falcone online su FB, siamo stati avvisatii che la delega era stata assegnata all’Avv. Bissoli.

A fine maggio 2023 è stata approvata una mozione a prima firma del consigliere Trincanato – ma il cui contenuto proveniva da tre cittadini stakeholder, e ora a novembre 2023 ci sono queste due sedute di commissioni congiunte, causate dalla richiesta proveniente sempre da chi scrive, in cui non si è parlato del PEBA nelle circoscrizioni perché nessuno ci ha mai pensato e giusto oggi, 16 novembre, l’assessore Benini, che sappiamo essere un esperto di statistica e prezzi dei prodotti alimentari, illustrerà a tutti l’implementazione del PEBA , con un secondo stralcio proveniente da chissà che astrazione.

Se andiamo a vedere il secondo stralcio sulla relazione (del 2018) a firma architetto Stefano Maurizio e progettista Leris Fantini abbiamo questo elenco di vie e il costo totale dei lavori è di oltre 600.000 euro (cfr foto)

Mentre sull’articolo di Verona Sera leggiamo che il secondo stralcio del PEBA riguarda “ via Anfiteatro, via Stella, piazza Indipendenza, Corso Castelvecchio, via Roma, via degli Alpini, piazzetta Municipio e corso Porta Nuova” e il Comune ha stanziato 100.000 euro.

Di quale PEBA stiamo parlando? Esiste un nuovo PEBA? E quando sarebbe stato approvato in consiglio comunale?

Oltre a ciò non è dato sapere come e quando il Comune di Verona intenda stanziare o reperire i fondi necessari per i lavori di abbattimento delle barriere – una voce di bilancio che dovrebbe figurare in maniera fissa. E questo punto era anche presente nella mozione di maggio 2023.

Rendere accessibile la città sembra che sia più un dovere, per farci trovare pronti per le olimpiadi del 2026, invece che finalmente la resa di un servizio agli abitanti in primis e per accogliere al meglio quanti vengano in visita per diporto o affari.

Poi leggiamo, come ci è capitato la settimana scorsa, che nelle scuole veronesi ci sono barriere e nessun ascensore o addirittura nessun bagno per persone con disabilità.

Ma le barriere vanno tolte solo in centro. Cosa importa se si lede il diritto allo studio o la dignità delle persone o se si impedisce loro di girare per i propri quartieri di periferia.


martedì 14 novembre 2023

PEBA: la palude della tristezza (per i cittadini con disabilità) a Verona.

(Foto: un'immagine della scena del film "la storia infinita" dove Atreiu cerca di liberare il suo cavallo dalla palude della tristezza).

Giovedì 9 novembre si è tenuta a palazzo Barbieri, la commissione congiunta Urbanistica/Sociale, da me richiesta in data 29 agosto 2023 (!), per affrontare la tematica del PEBA nei territori delle 7 circoscrizioni della città di Verona, cioè la cosiddetta periferia (*).

Ci sono voluti 70 giorni (quanto gli antichi egizi lasciavano le salme nella soda, affinché i tessuti si mummificassero) perché l'importante consesso si tenesse. 

Premetto che non mi è stato anticipato nulla di come si sarebbe svolta la riunione e dato che l'avevo richiesta, in quanto stakeholder e soggetto esperto ( ci occupiamo di sbarrieramento e accessibilità a livello nazionale), avevo anche un progetto da proporre al mio Comune e due istanze, molto importanti, da avanzare.

La riunione, che aveva la durata di 60 minuti si è svolta nel seguente modo: appello, introduzione del presidente della IV commissione (urbanistica) Trincanato, intervento spot della presidente della V commissione (sociale) Stella, due parole della vice-sindaca Bissoli (con delega all'abbattimento barriere) e oltre 30 minuti di intervento della funzionaria comunale deputata al PEBA, l'architetta Grazi. 

Architetta che ha parlato di: Arena di Verona, museo di Castelvecchio, Centro storico, i parcheggi che mettono in comunicazione la periferia con il centro storico e tutti i ritardi che si patiscono a causa degli enti che riguardano le olimpiadi del 2026 per cui è necessario rendere accessibile l'Arena etc. Qui occorre un inciso esplicativo: i lavori per rendere accessibile l'Arena di Verona (nel 2023!) sono stati iniziati non perché il Comune avesse una volontà consapevole  di inclusione circa il  principale monumento cittadino o per questioni legate alle paralimpiadi ma, semplicemente e anche abbastanza "cringe", perché detto Comune e la fondazione Arena sono state condannati da ben due tribunali (Verona e Mantova) ad eseguire i lavori di sbarrieramento per discriminazione nei confronti degli spettatori con disabilità, che in Arena non hanno mai potuto seguire i concerti  al pari degli altri spettatori.

La parte relativa ai PEBA nelle circoscrizioni (vero oggetto della riunione) è stata relegata all'ultimo minuto e mezzo dell'intervento, dove apprendiamo che questa signora insieme a chi, non si capisce, forse in concerto con la vicensindaca, ha "pensato" che la prima zona dove fare un altro PEBA (attenzione: "un altro"!) è quella dello Stadio (ma davvero?????) o in seconda battuta la parte sud della città perchè è la zona più popolosa - davvero un criterio acconcio, segnale che ci devono essere degli espertoni proprio, dietro a tutto questo "pensare".

Alle h. 13.47 il presidente Trincanato concede la parola a chi aveva domande: due consigliere presenti. Dai tantissimi collegati in remoto nessun segno. Noi di Genitori Tosti (e Gruppo Accessibilità di Verona Polis), unica associazione presente nell'elenco degli invitati alla riunione, ente che ha richiesto la riunione tra l'altro, trattati come auditori qualsiasi con facoltà di porre domande.

Non dimentichiamo che la scrivente incaricò una consigliera presente (Jessica Cugini)di portare una copia della convenzione ONU al sindaco Damiano Tommasi,  al temine dell' intervento sull'accessibilità all'evento " Le mura veronesi e la loro accessibilità: percorsi e fruitori". 

Qui potete vedere la registrazione dell'evento. il mio è dal minuto 1.57 al minuto 9.00 circa della registrazione.

Perchè la necessità di una simile  ambasciata?   Perchè ogni telefona/lettera/email/tentativo di dialogare sull'argomento con l'amministrazione scaligera non ha avuto, in un anno, nessuna replica mai (addirittura l'unica rappresentante dell'amministrazione  nonostante gli inviti estesi ad assessori consiglieri anche di circoscrizione e vicesindaca è stata la consigliera Cugini). E perché, soprattutto, sarebbe ora che il Comune di Verona inserisca nell'agenda dei lavori l'accessibilità estendendo a tutto il territorio della città il PEBA e che vengano stanziati i fondi necessari per i lavori edili e non solo qualch3 bricolina giusto per far vedere che qualche barriera si toglie.

 Tanto per informazione sul come è andata a finire: il sindaco Tommasi, informato della cosa, ha subito scaricato l'ambasciata all'assesore alle pari opportunità Buffolo. Questo succedeva a fine settembre 2023 e poi il nulla assoluto.

Trascrivo perciò, dall'audio della riunione, che potete sentire qui, quello che ho detto, dal minuto di registrazione 47.11. Delusa e demotivata - confesso che a sentire certe espressioni come "carozzella" e "Parliamo sempre di persone in carrozzina ma il PEBA si fa anche per le persone disorientate e per gli anziani, anche", volevo alzarmi ed andarmene:

"Volevo sapere dalla architetto Grazi di quali esperti, stakeholder e associazioni si è servita per iniziare questi suoi ragionamenti perchè, da quanto ho capito, lei è la persona deputata nella nostra amministrazione a pianificare il PEBA, giusto?

Quindi: lei chi ha interpellato, sentito, consultato? Solo sè stessa e la vicesindaca Bissoli?

La seconda cosa:  io sono la presidente dei Genitori Tosti e noi ci occupiamo, tra le varie cose, di accessibilità e siamo qui, con me c'è Laura Vasconi, anche come gruppo Accessibilità del'osservatorio territoriale  Verona Polis. 

La sensazione che ho avuto io è che voi avete un'idea di città come un  prodotto da proporre e quindi avete un target e dei destinatari. Allora io, come esperta di accessibilità che si occupa di abbattere le barriere ect e non solo, fare progetti e così, mi domando: voi chi avete tenuto presente per  esempio, per  pensare subito alla stadio e ai quartieri di Santa Lucia?

La popolosità non può essere un parametro preso in considerazione per pianificare l'abbattimento delle barriere, che sono di tutti i tipi e non sono solo architettoniche. 

Ho finito.".

Le repliche, durate dalle 13.57 alle 14.09, sempre a carico dell'architetta Grazi che non ha fornito nemmeno un nome di esperti o stakeholder o associazioni, a parte l'architetto che di lavoro mappa le città e che è tra le nostre conoscenze da anni,  a dimostrazione, l'ennesima che la partecipazione democratica è totalmente assente nelle prassi di questa amministrazione: dopo aver presentato il PEBA finito, accoglieranno i suggerimenti, dopo, ci ha annunciato l'architetta Grazi. Un applauso.

Poi la seduta è stata tolta.

Come buttare nel modo più sterile due ore del proprio tempo (mezz'ora di viaggio all'andata e mezz'ora al ritorno incluse).

L'essere snobbata e non considerata come interlocutore competente/autorevole etc, dai rappresentati della propria amministrazione, non cambia la sostanza: rimango competente e in grado di contribuire in maniera anche intelligente nel mio settore. Peggio per chi non coglie l'opportunità.

Spezzatini di PEBA per i "disorientati", magari integrati da un bel form sul sito web del Comune, a costo zero, dove chiunque (chiunque!) può fare la propria segnalazione e chiamare il tutto "pianificazione per l'abbattimento delle barriere architettoniche coinvolgendo i cittadini": geniale!

Dopo ormai quasi 20 anni in cui cerco di diffondere la giusta cultura sulla disabilità, ne ho pure abbastanza e credo di non meritarmi tutto questo bullismo. Traete le vostre conclusioni poi su chi asseconda questo approccio, nella città di Verona.

Cari concittadini veronesi con disabilità e familiari, nessuno sta pensando alle vostre esigenze, abbiatelo chiaro e chi ci prova è bellamente ignorato. Non fatevi ingannare dai discorsi ma guardate lo stato delle vie, dei parchi, delle piazze e l'ingresso degli edifici o soltanto i siti web pubblici: la verità è tutta lì.

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(*) Il Comune di Verona è suddiviso in 8 circoscrizioni. La numero 1 corrisponde al territorio del centro storico. Una porzione di questo centro storico è stata mappata (solo mappata) nel 2018  e da allora, da Palazzo Barbieri si ostinano a dire che abbiamo un PEBA nel centro storico.


domenica 5 novembre 2023

Al lupo, al lupo!

 


Negli ultimi giorni si sono affastellati articoli che riportano il taglio (addirittura sul filo di lana aumentato fino a 400 milioni) ai danni degli interventi per le politiche sulla disabilità.

Prima di trarre conclusioni su dichiarazioni di terzi, sarebbe consigliabile partire dal dato certo e incontrovertibile del documento, cioè su quanto scritto nella bozza della manovra finanziaria datato 30 ottobre 2023 e così approdato in parlamento per una prima lettura.

Immagino che, dopo la lettura, i vari parlamentari appronteranno le loro osservazioni e quindi ci sarà tutta una fase di approvazione di ciascun articolo della legge finanziaria, con dibattito e, si spera, accesa battaglia su certi punti fulcrali della manovra, come appunto i provvedimenti che vanno a interessare le fasce più deboli della popolazione.

Al momento la manovra prevede questo, per il mondo che ci riguarda, leggiamo insieme, in grassetto i miei commenti:


Capo III Disabilità

ART. 40.

(Fondo Unico per l’inclusione delle persone con disabilità)

1. Al fine di assicurare un’efficiente programmazione delle politiche per l'inclusione,

l'accessibilità e il sostegno a favore delle persone con disabilità, a decorrere dal 1°

gennaio 2024 è istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle

finanze, per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del

Consiglio dei ministri, il Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità

con una dotazione di euro 231.807.485 euro annui a decorrere dall’anno 2024.


Quindi abbiamo un fondo ex novo di 231.807.485 euro per ogni anno.


2. A decorrere dal 1° gennaio 2024:


a)l’articolo 34, commi 1, 2 e 2-bis del decreto legge 22 marzo 2021, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 maggio 2021, n. 69,

b) l’articolo 1, commi 179 e 180 della legge 30 dicembre 2021, n. 234,

c)l’articolo 1, comma 254, legge 27 dicembre 2017, n. 205,

d)l’articolo 1, comma 456, della legge 30 dicembre 2018, n. 145,

sono abrogati.


Ho suddiviso io con lettere per far capire meglio quanti articoli di quali leggi sono stati abrograti.

a) La legge 69/2021 modifica un decreto legge al cui articolo 34 troviamo l’istituzione del famoso fondoper l'inclusione delle persone con disabilita'», con una dotazione di 100 milioni di euro per l'anno 2021, il cui stanziamento e' trasferito al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri. “ Cui sono stati aggiunti 20 e 35 milioni per gli anni successivi.

b) la legge 234/2021 riguarda i fondi stanziati per gli asacom e nello specifico “con una dotazione di 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2022. “.

c) questo è il famoso comma della finanziaria 2018 dove si stanziavano 20 milioni all’anno per un triennio = 60 milioni, per la legge sul riconoscimento del caregiver familire che poi non fu approvata nella legislatura. Questi 60 milioni poi furono incrementati fino ad arrivare a 75. E, se vi ricordate bene, poi la ministro Bonetti non si sa come né perché – nessuno lo hai spiegato – li dirottò alle Regioni tramutandoli magicamente in  68 milioni, che sono stati distribuiti come sappiamo e con quali elefantiaci tempi.. Quindi la dotazione finanziaria del primo triennio, per la legge sui caregiver è stata spolpata. Successivamente, nella finanziaria 2021 (L. 178/2020) al comma 134 leggiamo: “E' istituito nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali un fondo, con una dotazione di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023, destinato alla copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attivita' di cura non professionale svolta dal caregiver familiare, come definito dal comma 255 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205.”.

La domanda sorge spontanea: e questi 90 milioni, giacenti chissà dove, che fine fanno? A questo vorrei rispondesse non solo la ministro Locatelli ma anche chiunque in parlamento, a partire dai segretari dei partiti o loro portavoce. 'E ora di smetterla di trattare l’argomento come qualcosa di serie Z, qualcosa in funzione delle persone con disabilità e qualcosa di inferiore al badantato!

d) In barba alla direttiva europea (!) si cancella il fondo istituito per la LIS, l’interpretariato e quanto pertiene alla tecnologia connessa alla LIS.

Quindi: tolti i famosi 75 milioni del comma 254 che, come abbiamo spiegato non esistono più, a quanto ammonta in totale lo smantellamento degli altri fondi ? E sono stati presi quanti e quali soldi destinati alle politiche per la disabilità per finanziare altre voci di bilancio? E queste manovre sono tutte legali, cioè è normale che per gli interventi finanziari un Governo faccia così?


Proseguiamo nella lettura dell’art.40 :


3. Le risorse di cui al comma 1 sono destinate a finanziare iniziative collegate a una

delle seguenti finalità:

a) potenziamento dei servizi di assistenza all'autonomia e alla comunicazione per

gli alunni con disabilità della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della

scuola secondaria di primo e secondo grado;

b) promozione e realizzazione di infrastrutture, anche digitali, per le politiche di

inclusione delle persone con disabilità, anche destinate ad attività ludico-sportive;

c) inclusione lavorativa e sportiva;

d) turismo accessibile;

e) iniziative dedicate alle persone con disturbi del neuro-sviluppo e dello spettro

autistico;

f) interventi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività

di cura non professionale del caregiver familiare;

g) promozione della piena ed effettiva inclusione sociale delle persone sorde e con

ipoacusia, anche attraverso la realizzazione di progetti sperimentali per la

diffusione di servizi di interpretariato in lingua dei segni italiana (LIS) e

videointerpretariato a distanza nonché per favorire l'uso di tecnologie innovative

finalizzate all'abbattimento delle barriere alla comunicazione;

h) iniziative e progetti di rilevanza nazionale per la promozione dell’accessibilità e

inclusione delle persone con disabilità;

4. L'utilizzo del fondo, per le finalità di cui alle lettere da a) a h), del comma 3 di cui

al presente articolo è disposto con uno o più decreti dell’Autorità politica delegata

in materia di disabilità adottati di concerto con il Ministro dell'economia e delle

finanze e con gli altri Ministri per le parti di rispettiva competenza. I decreti di cui

al primo periodo, sono adottati, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8,

del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 per le finalità di cui alle lettere b), c),

d), e), f) g), h), e per le finalità di cui alla lettera a), acquisita l’intesa in sede di

Conferenza unificata.


5. A decorrere dall’anno 2025, gli enti territoriali beneficiari delle risorse di cui al

comma 1 sono sottoposti a monitoraggio e rendicontazione ai fini della definizione

degli obiettivi di servizio.


6. Il Fondo di cui all’articolo 1, comma 178, della legge 30 dicembre 2021, n. 234,

è incrementato di 85 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026.


Da semplice cittadina e non da specialista in bilanci statali o politologa o che, le domande che mi faccio sono: se è vero che c’erano 350 milioni e li hanno usati per altro poichè non sono stati utilizzati – ma, in base alle dichiarazioni della ministro per la disabilità Alessandra Locatelli, non sono stati utilizzati perché avrebbero dovuto esserci i decreti attuativi alla legge delega sulla disabilità, ma verranno restituiti nel 2025, perché chi ne aveva potere e competenza non si è adoperato per fare uscire i decreti attuativi in tempo e così poter distribuire ai beneficiari quei 350 milioni? Qui smacca il silenzio di entrambe le federazioni FISH e FAND, com’è che non hanno detto nulla? O mi sono persa qualcosa?

Poi: viene cancellato il fondo suddetto e ne viene creato un altro? 231etc milioni sono sempre 231 etc milioni, il fatto è che, comunque sono sempre troppo pochi i fondi stanziati per qualsiasi manovra che riguardi il mondo della disabilità.

Se poi andiamo a vedere nel dettaglio, questi milioni stanziati sono da dirottare alle Regioni per:

1) pagare gli ASACOM dalla scuola dell’infanzia alle superiori in tutta Italia;

2) infrastrutture, anche digitali, per l’inclusione anche ludico sportiva (sportelli in presenza e siti intenet che pubblicizzano lo sport e/o la cultura?);

3) inclusione lavorativa e sportiva;

4) turismo accessibile;

5) iniziative per persone nello spettro autistico;

6) interventi per il caregiver familiare (cosa vorrebbe dire il “riconoscimento del valore economico del lavoro di cura”? Ci danno una medaglia?);

7) inclusione persone sorde/ipoacusiche e progetti sperimentali per la LIS;

8) accessibilità ed inclusione delle persone con disabilità;

Francamente un minestrone.

Trovo, nelle 260 pagine del documento, assenze significative: misure per l'inclusione scolastica =docenti di sostegno, tecnologia assistiva, formazione del personale etc , l'accesso alle cure e alla riabilitazione e poi l'accessibilità -  nessun fondo per opere di sbarrieramento nel Paese che è stato appena denunciato per non aver applicato la direttiva europea in merito??

Facciamo un conto a spanne: dividiamo questi 231 milioni per 20 che sono le Regioni: vien 11.550 milioni a Regione.

Per finanziare che cosa?

Allora l’informazione che, attraverso i comunicati e i media, deve passare è  “Ci sono troppo pochi o meno del solito fondi destinati al mondo della disabilità!”. Oppure: “Al lupo al lupo, ci hanno rubato i fondi!”?

Chi è che deve vigilare ed intervenire se non vengono rispettate le leggi nazionali e addirittura, persino, le direttive europee?

Chi è che ci rappresenta ai vari tavoli, agli osservatori e in tutti quei posti dove vengono prese le decisioni?

E i politici? Quali sono i politici e i partiti che davvero si battono per i diritti delle persone con disabilità?

E bisogna sempre creare allarme agli sgoccioli? Durante il resto dell’anno che si fa?

Sarebbe interessante avere queste risposte. Che sarebbero un ottimo punto di partenza.

Infine, credo sia giusto puntualizzare che la legge sul caregiver familiare non deve riguardare le persone con disabilità, ma le persone che assistono, i familiari assistenti cioè una categoria a sé, e quindi la pertinenza deve essere del Ministero del lavoro perché si tratta di riconoscere persone che lavorano senza nessun diritto riconosciuto e in sfregio alla Costituzione, in primis. Che poi il 90% di queste persone siano donne in un Paese in cui la disparità di genere è ancora abissale pare non interessare nessuno.

Staremo a veder gli sviluppi perché la finanziaria ancora deve essere approvata.


giovedì 2 novembre 2023

Buon Halloween a tutti - parte 2.

 

Non mi sarei mai immaginata che il 31 ottobre 2023, scrollando la bacheca del mio profilo Facebook, avrei letto che alle 12.30 della stessa mattina, ci sarebbe stata la diretta della conferenza stampa della presentazione del progetto di legge "Disciplina regionale per la promozione delle cure palliative e dell'assistenza sanitaria alle persone affette da malattia terminale o inguaribile. Divieto di eutanasia omissiva e commissiva e istituzione di apposito albo per i caregivers".

Presso il Consiglio Regionale del Veneto.

Lo stesso luogo dove noi genitori Tosti abbiamo presentato il nostro libro sui caregiver familiari italiani.

Le domande erompono: perchè i caregiver solo dei malati terminali?

Oppure: che cosa c'entrano i caregiver familiari con il fine vita?

E poi: ma si parla di caregiver familiari o di caregiver, perchè sono due figure distinte, normate in maniera diversa: nel testo del PDL si usa indifferentemente la dicitura caregivers (!) e caregiver familiari.

Se nel testo di questa proposta di legge, presentata al consiglio il 2 agosto 2023 (!) e di cui non si è mai fatta menzione da nessuna parte, si parla di albo e interventi per la tutela del caregiver etc, perchè al tavolo regionale del Veneto per il caregiver familiare, non è mai arrivato nulla? Noi Genitori Tosti ne facciamo parte insieme a un tot di enti da tutta la Regione.

Oltretutto che nel maggio 2023 abbiamo scritto una prima volta alla Regione Veneto per richiedere l'istituzione dell'albo dei caregiver familiari; una seconda volta a luglio 2023. Nell'attesa che esca la legge nazionale e poter procedere a emanare una norma regionale che possa così integrare quella nazionale ed eviti sprechi, di risorse e personale e quant'altro.

Senza contare poi che a gennaio 2023 siamo stati invitati a Palazzo Ferro-Fini a presentare il nostro saggio "L'esercito silenzioso- i caregiver familiari italiani" introdotti dal presidente del Consiglio Regionale Veneto Roberto Ciambetti congiuntamente alla consigliera regionale di origini veronesi Alessandra Sponda. Qui il post in cui abbiamo fatto il resoconto su questo blog. Erano invitati tutti i consiglieri veneti. In sala, tra il pubblico, c'era solo Erika Baldin (M5S) e poi ci ha raggiunto Cristina Guarda (VEV).

Qui la registrazione dell'evento.

Quindi ho seguito la diretta di questa conferenza stampa svoltasi il 31 ottobre.

I dubbi che avevo all'inizio si sono confermati nel corso della visione: la tematica del fine vita, come affrontarla e che tipo di interventi attivare non ha nulla a che fare con la regolamentazione della figura del caregiver familiare ( a livello regionale). Questa figura, ancora priva di tutele, nel nostro Paese, ha diritto ad una legge tutta sua e non in funzione della tipologia dei congiunti che assiste, nel caso specifico malati terminali. Si creerebbe una discriminazione, anche.

Mi aspettavo l'intervento di esponenti di associazioni di familiari e quindi caregiver familiari: invece chi ha parlato ha testimoniato solo per i movimenti Pro Vita.

Copincollo qui i due articoli, sui 7 totali della PDL, che ci interessano in maniera che ciascuno si faccia la propria idea.

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Art. 5 - Caregivers. 1. La Regione del Veneto promuove la figura dei «caregivers» di cui all’art. 1, comma 255, della legge ordinaria dello Stato 27 dicembre 2017, n. 205. A tal scopo, con deliberazione dell’Assessore alla Sanità - Servizi Sociali, viene istituito, entro sessanta giorni e presso ogni Comune, un apposito registro da aggiornarsi ogni due anni. Art. 6 - Interventi a favore dei caregivers. 1. La Regione del Veneto, anche in conformità a quanto previsto dalla legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 “Piano socio sanitario regionale 2019-2023”, realizza azioni a supporto, accompagnamento, sostegno psicologico, interventi di sollievo, interventi di sostegno economico, di assistenza per conciliare la vita lavorativa con le esigenze di cura, di reinserimento lavorativo, per l’attività formativa e di addestramento, in favore dei caregiver familiari. 2. Nell’ambito degli interventi previsti dal comma 1 del presente articolo, la Giunta regionale: a. individua un numero adeguato di posti presso le strutture accreditate ai quali accedono in via prioritaria le persone anziane o le persone affette da malattia, infermità o disabilità, con finalità di sollevare i caregiver familiari, offrendo loro dei periodi di pausa dal costante impegno di assistenza; b. promuove iniziative e misure per favorire la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura dei caregiver familiari, favorendo accordi con le associazioni datoriali volti a garantire una maggiore flessibilità oraria e l’attuazione dello smart -working lavorativo; 5 c. promuove intese con l’Ufficio scolastico regionale e con le Università per garantire, con misure compensative e dispensative, agli studenti caregiver familiari il raggiungimento, al pari degli altri studenti, del successo scolastico d. promuove la cura e l’assistenza delle persone assistite a domicilio dai caregiver familiari attraverso forme di sostegno economico in conformità alle vigenti disposizioni statali e regionali; e. favorisce accordi con le rappresentanze delle compagnie assicurative che prevedano premi agevolati e costi calmierati per le polizze eventualmente stipulate dai caregiver familiari, per la copertura degli infortuni o della responsabilità civile collegata all’attività prestata; f. sostiene, attraverso appositi bandi a favore degli enti del Terzo settore, progetti finalizzati all’attivazione di reti solidali e gruppi di aiuto, destinati ai caregiver familiari 3. Agli iscritti nel registro di cui all’articolo 5 la Regione del Veneto assicura, tramite le competenti Aziende sanitarie, individuate dall’art. 14, comma 4, della legge regionale veneta 25 ottobre 2016 n. 19 e successive modificazioni, corsi di formazione gratuita. La partecipazione ai corsi avviene, per i lavoratori dipendenti o in regime di parasubordinazione, tramite apposita richiesta di permesso lavorativo secondo quanto previsto dall’art. 3, comma 3, della legge ordinaria dello Stato 05 febbraio 1992, n. 104. L’utilizzo del permesso non pregiudica il numero di giorni spettanti dalla legge n. 104/1992. 4. Con l’approvazione del bilancio di previsione per l’anno solare 2024, la Giunta regionale destina le risorse necessarie per rifinanziare il contributo ai «caregivers» operanti nel territorio regionale, di cui alla deliberazione della Giunta regionale 16 marzo 2021, n. 295 (rubricato «Approvazione degli indirizzi integrati di programmazione per l'attuazione degli interventi a sostegno del ruolo di cura e assistenza dei caregiver familiari, ai sensi del decreto del Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del 27 ottobre 2020»), con almeno 3.000.000 di euro. 5. Agli oneri derivanti dall’applicazione del secondo comma, lettera b), c), d), e), f), del presente articolo, quantificati in euro 300.000,00 per l’esercizio 2024, si fa fronte con le risorse allocate nella Missione 12 “Diritti sociali, politiche sociali e famiglia”, Programma 05 “Interventi per le famiglie”, Titolo 1 “Spese correnti”, la cui dotazione viene aumentata riducendo contestualmente di pari importo il fondo di cui all’articolo 7, comma 1, della legge regionale 23 dicembre 2022, n. 32, allocato nella Missione 20 “Fondi e accantonamenti”, Programma 03 “Altri fondi”, Titolo 1 “Spese correnti” del bilancio di previsione 2023-2025.


mercoledì 1 novembre 2023

Buon Halloween a tutti - parte 1

 "Ad Halloween per spaventare un disabile in carrozzina vi basterà travestirvi da barriera architettonica mentre urlate "TU RIMANI FUORI AL FREDDOOOHH"!

😰😰😰
Le barriere architettoniche, così spaventose che in Italia solo in pochi si avvicinano per eliminarle."
Facciamo nostre le parole di Umberto Guidoni vicepresidente di Anmic Parma e fine commentatore che, con garbo e vis comica, scrive sempre sulle questioni che riguardano la disabilità, in maniera lucida e oggettiva.

Sappiamo che questo 31 ottobre è stato molto partecipato anche dalla popolazione con disabilità e questo è un bel segnale di inclusione e quindi di affermazione dei diritti della categoria.
Lascio alcune foto che vengono principalmente da siti americani, nazione dove per esempio, nelle catene di negozi di abbigliamento vendono anche i costumi per chi è sulla sedia a rotelle.

Persone rotellate in costume questa notte significa che ci sono molti luoghi accessibili, il che è sempre una buona notizia.

il nostro pese invece si è beccato l'ennesima stangata dal parlamento europeo perchè non applica la direttiva comunitaria sull'abbattimento dele barriere, il cui adempimento scadeva addirittura nell'estate 2022.

Come paese abbiamo per esempio un appuntamento importante con l'accessibilità mondiale che è Milano-Cortina 2026. Al momento tiene banco solo l'annosa polemica sulla pista da bob mentre comunicati, progetti, call etc sula pianificazione dell'abbattimento delle barriere e dell'allestimento per rendere accessibili non solo i luoghi ma anche i siti web dell'importante kermesse sportiva a livello planetario non se ne vede manco l'ombra.
Finora abbiamo solo letto di 15 milioni di euro stanziati per rendere accessibile l'Arena di Verona che sarà teatro della manifestazione di chiusura delle olimpiadi/paralimpiadi invernali.
Ma ricordiamo che esistono ben due sentenze, di due differenti tribunali, che condannano il Comune di Verona e la fondazione che gestisce l'Arena a sbarrierare i luoghi come vuole la legge e come indicherebbe il padroneggiare una cultura attenta ai bisogni di tutti.
Per una sera intanto lasciamoci andare alla festa dopo aver usato la nostra creatività per creare costumi anche stando sulle rotelle e complimenti a tutti!

Segnaliamo come unici italiani che abbiamo trovato su Fb Stefania Gianforte e suo figlio Gabriele da Ronciglione (Viterbo) il paese nativo del cantante Marco Mengoni.
Poi ci sono gli utenti di Wheelchair Life (USA), Todo Sobre Discapacidad (Spagna), Accesible Pour Tous (Francia).
Sotto le foto la traduzione in inglese a beneficio dei lettori stranieri. The English translation is under the pics.













"On Halloween, to scare a disabled person in a wheelchair, all you need to do is dress up as an architectural barrier while shouting "YOU STAY OUT IN THE COLDOOHH"! 😰😰😰 Architectural barriers, so frightening that in Italy only a few come close to eliminating them." We make our own the words of Umberto Guidoni, vice president of Anmic Parma and a fine commentator who, with grace and a comical attitude, always writes on issues concerning disability, in a clear and objective manner. We know that this 31st October was also widely attended by the disabled population and this is a good sign of inclusion and therefore of affirmation of the category's rights. I leave some photos that come mainly from American sites, a country where for example, clothing store chains also sell costumes for those in wheelchairs. People rolling in costumes this night means there are plenty of accessible locations, which is always good news. Our country, on the other hand, has received yet another sting from the European Parliament because it does not apply the community directive on the removal of barriers, the fulfillment of which actually expired in the summer of 2022. As a country, for example, we have an important appointment with global accessibility which is Milan-Cortina 2026. At the moment only the age-old controversy over the bobsleigh track is taking place while press releases, projects, calls etc on the planning of the removal of barriers and the preparation for making not only the locations but also the websites of the important sporting event accessible on a global level is not even visible. So far we have only read about 15 million euros allocated to make the Verona Arena accessible, which will be the scene of the closing event of the Winter Olympics/Paralympics. But let's remember that there are two sentences, from two different courts, which condemn the Municipality of Verona and the foundation that manages the Arena to barricade the places as required by law and as mastering a culture attentive to everyone's needs would indicate. In the meantime, let's let ourselves go to the party for one evening after using our creativity to create costumes even while on wheels and congratulations to everyone! We highlight as the only Italians we found on Facebook Stefania Gianforte and her son Gabriele from Ronciglione (Viterbo), the native town of the singer Marco Mengoni. Then there are the users of Wheelchair Life (USA), Todo Sobre Discapacidad (Spain), Accesible Pour Tous (France).