venerdì 19 novembre 2010

Percorsi differenziati


Ormai non mi stupisco più, quando sento certe cose - e credo che dovrei avere qualche timore perchè, quando hai perso la capcità di stupirti, forse ti stai abituando al malcostume e questo non è bene.....
Lascio perciò decantare ogni considerazione personale e posto questo utile documento preso dal sito S.O.S Sostegno.
Segnalo anche questo post molto utile di Autismo Incazziamoci sul GLH.

Chiarimenti sulla Programmazione Semplificata (Obiettivi Minimi) e Differenziata (Obiettivi Differenziati, non riconducibili ai programmi della classe) per gli alunni con disabilità.
Ci sono due percorsi da seguire: nel primo gli obiettivi didattici sono minimi e quindi ridotti,ma sempre riconducibili a quelli della classe, nel secondo gli obiettivi didattici sono differenziati dai programmi ministeriali, ma si possono comunque perseguire obiettivi educativi comuni alla classe utilizzando percorsi diversi ma con lo stesso fine educativo.

I percorsi sono 2: Programmazione riconducibile ai programmi ministeriali e Programmazione NON riconducibile ai programmi ministeriali per quella precisa classe in cui è inserito l’alunno disabile, o con difficoltà di apprendimento….

Primo percorso
Programmazione riconducibile agli obiettivi minimi previsti dai programmi ministeriali, o comunque ad essi globalmente corrispondenti (art. 15 comma 3 dell’O.M. n.90 del 21/5/2001).
Per gli studenti che seguono obiettivi riconducibili ai programmi ministeriali è possibile prevedere:

1. Un programma minimo, con la ricerca dei contenuti essenziali delle discipline;

2. Un programma equipollente con la riduzione parziale e/o sostituzione dei contenuti, ricercando la medesima valenza formativa (art. 318 del D.L.vo 297/1994).

Sia per le verifiche che vengono effettuate durante l’anno scolastico, sia per le prove che vengono effettuate in sede d’esame, possono essere predisposte prove equipollenti, che verifichino il livello di preparazione culturale e professionale idoneo per il rilascio del diploma di qualifica o della maturità.

Le prove equipollenti possono consistere in:

1. MEZZI DIVERSI: le prove possono essere ad esempio svolte con l’ausilio di apparecchiature informatiche (vedi DSA).
2. MODALITA’ DIVERSE: il Consiglio di Classe può predisporre prove utilizzando modalità diverse (es. Prove strutturate: risposta multipla, Vero/Falso, ecc.).
3. CONTENUTI DIFFERENTI DA QUELLI PROPOSTI DAL MINISTERO: il Consiglio di Classe entro il 15 Maggio predispone una prova studiata ad hoc o trasformare le prove del Ministero in sede d’esame (la mattina stessa).
(Commi 7e 8 dell’art. 15 O.M. n. 90 del 21/5/ 2001, D.M. 26/8/81, art. 16 L. 104/92 , parere del Consiglio di Stato n. 348/91).
4. TEMPI PIÙ LUNGHI nelle prove scritte ( comma 9 art. 15 dell’O.M. 90, comma 3 dell’art. 318 del D.L.vo n. 297/94).

Gli assistenti all’autonomia e comunicazione possono essere presenti durante lo svolgimento solo come facilitatori della comunicazione (D.M. 25 maggio 95, n.170).

Durante lo svolgimento delle prove d’esame nella classe terza l’insegnante di sostegno fa parte della Commissione.

Nella classe quinta la presenza dello stesso è subordinata alla nomina del Presidente della Commissione qualora sia determinante per lo svolgimento della prova stessa. Si ritiene in ogni caso più che opportuna la presenza del sostegno.

Gli alunni partecipano a pieno titolo agli esami di qualifica e di stato e acquisiscono il titolo di Studio.

Secondo percorso
Programmazione differenziata in vista di obiettivi didattici formativi non riconducibile ai programmi ministeriali.

E’ necessario il consenso della famiglia (art. 15, comma 5, O.M. n. 90 del 21/5/01).

Il Consiglio di Classe deve dare immediata comunicazione scritta alla famiglia, fissando un termine per manifestare un formale assenso. In caso di mancata risposta, si intende accettata dalla famiglia la valutazione differenziata. In caso di diniego scritto, l’alunno deve seguire la programmazione di classe.

La programmazione differenziata consiste in un piano di lavoro personalizzato per l’alunno, stilato da ogni docente del C.d.C. per ogni singola materia, sulla base del P.E.I. Gli alunni vengono valutati con voti che sono relativi unicamente al P.E.I.

Tali voti hanno valore legale solo ai fini della prosecuzione degli studi.

Per gli alunni che seguono un Piano Educativo Individualizzato differenziato, ai voti riportati nello scrutinio finale e ai punteggi assegnati in esito agli esami si aggiunge, nelle certificazioni rilasciate, l’indicazione che la votazione è riferita al P.E.I. e non ai programmi ministeriali (comma 6 art. 15 O.M. 90 del 21/5/2001).

Possono partecipare agli esami di qualifica e di stato, svolgendo prove differenziate omogenee al percorso svolto, finalizzate al conseguimento di un attestato delle competenze acquisite utilizzabile come “credito formativo” per la frequenza di corsi professionali (art. 312 e seguenti del D. L.vo n. 297/94).

Gli alunni di terza classe degli istituti professionali possono frequentare lezioni ed attività della classe successiva sulla base di un progetto che può prevedere anche percorsi integrati di istruzione e formazione professionale, con la conseguente acquisizione del credito formativo.( art. 15, comma 4, O.M. n. 90 del 21/5/01).

Tali percorsi, successivi alla classe terza, possono essere programmati senza il possesso del diploma di qualifica.

Conclusioni e considerazioni

Poiché al centro dell’attività scolastica rimane sempre e comunque l’alunno e il suo progetto di vita, per una sua più adeguata maturazione si può collegialmente decidere di dedicare maggior tempo-scuola alle materie caratterizzanti il suo percorso di studi. E’ altresì possibile prevedere gli obiettivi minimi fino alla qualifica e proseguire nell’ultimo biennio con la programmazione differenziata.

Ciò si rende utile quando non sussistono i presupposti di apprendimento riconducibili globalmente ai programmi ministeriali e risulta importante che l’alunno maturi maggiormente le competenze acquisite, consolidi la stima nelle proprie capacità, sviluppi la sua crescita personale ed accresca una maggiore socializzazione.

E’ altresì possibile prevedere un percorso differenziato nei primi anni di scuola e successivamente, ove il Consiglio di Classe riscontri che l’alunno abbia raggiunto un livello di preparazione conforme agli obiettivi didattici previsti dai programmi ministeriali o globalmente corrispondenti, passare ad un percorso con obiettivi minimi, senza necessità di prove di idoneità relative alle discipline dell’anno o degli anni precedenti (comma 4 art. 15 dell’O.M. 90 del 21/5/2001).

Pertanto, se ci fossero le condizioni, è possibile cambiare, nel percorso scolastico, la programmazione da differenziata in obiettivi minimi e viceversa.

RIFERIMENTI NORMATIVI
Accesso al Sistema Scolastico

L.517/77 Norme sulla valutazione degli alunni e sull’abolizione degli esami di riparazione, nonché altre norme di modifica dell’ordinamento scolastico.

Sentenza della Corte Costituzionale 215/87 (Diritto di frequenza degli alunni disabili nella scuola superiore).

Frequenza Scolastica

L. 104/92 Legge-quadro per l’assistenza e i diritti delle persone handicappate

D.P.R. 24/2/94 Atto di indirizzo relativo ai compiti delle ASL…

Accordi di Programma 30/11/96

C.M. 250/85

D.M. 26/8/81

Parere del Consiglio di Stato n. 348/91

D.L.vo n. 297/94

D.M. 25/5/95 n. 170
Uscita dal Sistema Scolastico

L.104/92

L.68/99 (Collocamento al lavoro)

L.328/2000 (art.14: tutti gli Operatori competenti ULSS, Scuola, Enti Locali, sono coinvolti nella definizione del progetto di vita dell’alunno certificato).

Valutazione

D.L.vo 297/1994, art. 318

O.M. n. 90/2001

La valutazione deve essere riferita ai progressi personali dell’alunno secondo le sue peculiarità e potenzialità.

16 commenti:

bazen ha detto...

Grazie a genitoritosti (qui e sul forum) la gestione dei GLH è sempre più chiara.

Anonimo ha detto...

Ci sono bravissimi insegnanti di sostegno che fanno questo lavoro perchè lo sentono e si impegnano, poi ci sono insegnanti che il sostegno lo usano per loro scorciatoie e vanno a scuola per la pagnotta. Perchè dico questo? Perchè per certi alunni c'è da lavorare duro perchè possono dare risultati e se una persona ha scelto il sostegno e non è motivato quali opportunità migliore di scegliere un percorso differenziato dove l'insegnante non fa un programma ministeriale ma ciondola per tutta la scuola?
Molti ragazzi sono rovinati da questi comportamenti, un genitore non conosce le regole e firma un percorso differenziato quando il figlio potrebbe fare un percorso minimo con requisti minimi.
Fate bene ad informare la gente perchè anche io tanti anni fa mi sono trovato davanti a questo problema ed ho tenuto duro. Ora mio figlio si è diplomato cosa che non avrebbe potuto fare con un percorso differenziato che non dà niente. Mio figlio adesso sta lavorando in una cooperative e nessuno gli ha regalato niente.
Il percorso differenziato si può fare ai ragazzi gravissimi ma a me sembra solo un parcheggio dentro la scuola, per ragazzi che hanno bisogno magari solo di una persona che li guardi perchè non facciano male o facciano male. Ma che sostegno è quello? A me sembra più che altro un rapporto di un baby sitter.Aiutiamo i nostri figli a crescere obbligando la scuola a far fare percorsi a quelli che ce la fanno, certo che è un lavoro per gli insegnanti di sostegno.
Se certe persone non hanno vocazione di questo tipo allora possono scegliere di fare altro nella vita.
Antonioolca

orsatosta ha detto...

Ciao Antonio, mi fa molto piacere ciò che hai scritto; chissà quanti altri genitori sono stati bonariamente consigliati in questo senso..... mi domando anche in quanti casi venga seguita la procedura per cui la scuola avvisa per iscritto di questa cosa e quanti genitori sappiano che possono anche rifiutarsi di accettare.
Inoltre è semplicemnte scandaloso che non si facciano le riunioni per il Pei, niente GLH, zero comunicazione tra famiglia e sostegno e, di punto in bianco, a voce, dopo due mesi dall'inizio dell'anno scolastico si proponga al genitore il percorso differenziato senza peraltro informarlo correttamente di che cosa comporta.... mah!

Anonimo ha detto...

Dava fastidio mio figlio disabile a scuola, ma non erano i compagni che non lo volevano, erano certi insegnanti, non tutti, erano scocciati.
Mio figlio avvertiva la tensione e stava male ma non voleva comunicare a noi, ma noi capivamo che qualcosa non andava.
Anni bruttissimi per tutti perchè oltre alla sua salute sapere che non era accettato ci faceva male.
Antonio

orsatosta ha detto...

Antonio che brutte cose ci stai dicendo, ma possibile che esistano persone così tra gli insegnanti?
Almeno tuo figlio ha avuto genitori che si sono battuti, complimenti!

Anonimo ha detto...

mia figlia al primo anno di liceo è stata considerata differenziata : lei oltre il programma .. con la scusa banale di volerla aiutare. Mi sono opposta ma mi guardano storto e insistono ... insistono ... è lecita questa insistenza ? mi dicono che non può ottenere il titolo a causa della gravità dell'handicap. Il ritardo c'è ma è in grado secondo me di seguire una programmazione seria e competente. qui cade l'asino !

Anonimo ha detto...

Ricordate che un insegnante fa questo lavoro dopo anni di studio universitario, abilitazione, specializzazione sul sostegno e, magari, concorso. Per lui non c'è niente di più appagante di seguire uno studente in classe e fornirgli gli strumenti per affrontare la programmazione della classe ad obiettivi minimi. Non si studia anni per poi "ciondolare" nei corridoi ed appiattire un alunno su una programmazione differenziata, sarebbe troppo frustrante anche solo per se stessi!!!

Unknown ha detto...

Sono la mamma di un,ragazzo di 15 anni a cui da circa due mesi sia l' Umee che alcuni insegnanti del tecnico industriale ad indirizzo informatica stanno cercando di far gaccettare la programmazione differenziata invece di una semplificata perché mio figlio ha in lieve ritardo e non è stato preparato al ragionamento logico in più non riesce a mantenere le amicizie a lungo . Nonostante la scuola sia molto attenta alla sicurezza dei ragazzi alcuni insegnanti dopo che mio figlio ha presentato comportamenti che lasciavano pensare al fatto che non avesse attenzione per la sua incolumità cosa che peraltro quando è a casa non fa , ha dovuto rinunciare alla gita ad un parco divertimenti in quanto non poteva accompagnarlo l' insegnante di sostegno. Ora mi stanno tampinando affinché io e mio marito diamo il nostro consenso a una programmazione differenziata ma io non sono d' accordo e voglio tenere duro come faccio perché il prossimo anno mi troverò a lottare con il consiglio degli insegnanti? Grazie e rimango in attesa di una vostra cortese risposta.

Unknown ha detto...

mio figlio 16 anni è certificato adhd dop con un forte disturbo dell'ansia frequenta la terza superiore di un istituto professionale. il prof di educazione fisica gli ha dato un compito a domande aperte e lui si è perso.mio figlio gli ha chiesto se il prossimo glielo può dare a crocette così come faceva il prof di educazione fisica che aveva in seconda il quale gli dava anche gli schemi e dispense su cui studiare.io nuovo prof gli ha detto che lui non è quello dello scorso anno e che fa come vuole e che le dispense su cui studiare lui non gliele da.ora mio figlio non ha il sostegno durante educazione fisica.i prof di cattedra, in caso di mancanza di sostegno per le loro ore, sono tenuti a dare loro stessi appunti e dispense riduttive su cui studiare oppure no?

Anonimo ha detto...

Sono un insegnante di sostegno e vorrei precisare quanto segue: l'insegnante di sostegno è assegnato alla classe in cui vi è la presenza di un allievo con certificazione di cui alla legge 104/92. È un elemento aggiuntivo al Team docenti. Si occupa in particolare dei bisogni dell'allievo certificato ma adottando metodologie didattiche specifiche, coinvolge il resto della classe e il collega disciplinari sta. Pertanto è contitolare della classe e partecipa alla valutazione di tutti gli alunni.
All'inizio dell'anno, in particolare, effettua osservazioni sistematiche, occasionali e in itinere, condividendole con i colleghi del C. di C. al fine di redigere il P.E.I. o di apportare modifiche e/o integrazioni a quello dell'anno precedente. Alla stesura del P.E.I. partecipano tutti gli insegnanti del Team, i genitori e la componente Asl. In concreto, la stesura materiale spetta al docente specializzato sulle attività di sostegno mentre le altre componenti lo condividono previo incontri collegiali prestabiliti (vedi consigli di classe, G.L.H.O.). Nel P.E.I. vengono stabilite fra l'altro, le modalità d'intervento e le tipologie di prove. In assenza dell'insegnante di sostegno ogni docente dovrà attenersi alle prescrizioni del progetto individualizzato. Pertanto non capisco come può un collega tenere un atteggiamento come quello descritto. Il mio consiglio è di denunciare la cosa al Dirigente. Saluti, spero di essere stato utile.

Unknown ha detto...

Sono la mamma di una ragazzina certificata che frequenta il primo anno di scuola superiore, gli insegnanti di sostegno unitamente al consiglio di classe ci stanno spingendo al piano differenziato e ci dicono che una volta firmato non si torna piu' indietro un po' come una croce. Noi nonostante abbiamo visto l'impegno di nostra figlia vediamo che i voti sono uno disastro e per lei potrebbe essere la strada migliore ma allo stesso tempo temiamo che venga portata fuori dalla classe e che per tutti le attività si allegeriscono .
Vi chiedo è possibile negli anni successivi passare agli obiettivi minimi se c'è miglioramento?O rimane il marchio a vita ? Possiamo avere ancora delle speranze o no? Grazie per avermi letto

Anonimo ha detto...

Sono una docente di sostegno, il differenziato non è in nessun modo una punizione o un marchio, spesso è invece il percorso che permette di rispettare al meglio il ritmo individuale dell'alunno, soprattutto se affetto da disabilità intellettiva. Il carico previsto dal percorso per obiettivi minimi risulta spesso molto pesante per gli alunni appena citati e frustrante perché li mette sempre di fronte al proprio limite cognitivo.
Non bisogna prendere il differenziato come una scusa per non fare nulla, ma come un percorso che rispetti i bisogni dell'alunno e non lo faccia andare in frustrazione con richieste alte e sproporzionate rispetto alle risorse che ha a disposizione.
Con il differenziato si acquisisce un credito formativo che non preclude percorsi professionali e di autonomia.
Continuare a insistere con la programmazione della classe quando l'alunno soffre il confronto e vive solo una senso di fatica non ripagata da voti sufficienti, significa fare del male al ragazzo/a e non aiutarlo a trovare la sua strada e a fare "il suo".

Anonimo ha detto...

Salve signora, solo per capire meglio la situazione le chiedo la diagnosi e la scuola frequentata.
Prima di tutto viene il benessere di sua figlia e sicuramente se il consiglio di classe suggerisce il differenziato è perché il carico previsto dagli obiettivi minimi risulta eccessivo (do per scontato che la ragazza sia seguita adeguatamente dal docente di sostegno e le vengano dati tutti gli aiuti a cui ha diritto). Io come docente di sostegno (sono una supplente e di solito insegno le mie materie, ma quando ho la supplenza sul sostegno seguo con un classroom ad hoc l'alunno in tutte le materie, semplificando i contenuti e presentandoli in una modalità adeguata alle esigenze, al ritmo e allo stile di apprendimento dell'alunno) consiglio di conntinuare con gli obiettivi minimi per tutto il primo anno se la diagnosi lo consente (ovvero se la disabilità intellettiva non è grave). Solo dopo avere dato tutti gli strumenti e avere tentato con varie strategie il superamento delle difficoltà e avere osservato che il carico resta comunque molto pesante, si può pensare di cambiare percorso o scuola. Lei da genitore saprà anche se sua figlia è più capace e trova maggiore soddisfazione in una determinata materia, in un determinato settore... Penso che ci voglia però almeno il secondo anno per capire le inclinazioni e le risorse a disposizione. Lìimportante è, al di là del percorso, il benessere dell'alunna. Mantenga il dialogo con lei sempre aperto e la inviti a esprimere tranquillamente i suoi bisogni. Sarà lei stessa ad aiutarla a trovare la soluzione migliore per sé. Tenga conto del fatto che anche laddove c'è una disabilità, ci sono anche delle potenzialità Bisgona, assieme al docente di sostegno e agli altri insegnanti, cercare di focalizzarsi sulle risorse reali di sua figlia e sulle sue potenzialità per valorizzarla e farla crescere serenamente e senza richieste cognitive troppo gravose. Se sua figlia riesce bene in qualcosa e trae soddisfazione da una determinata attività, bisogna fare leva su quello per costruire un percorso di autonomia e pensare già, secondo me, a come farle trovare il suo posto nel mondo.

Anonimo ha detto...

Il liceo è molto impegnativo per chi ha una forma di disabilità intellettiva come quella di cui parla, per ché le materie del liceo sono molto teoriche.
Le consiglio di farsi dire da sua figlia quali sono le materie in cui si sente più capace e di scegliere una scuola in cui le richieste cognitive non siano troppo alte e astratte. Prima di tutto viene il benessere di sua figlia.

Anonimo ha detto...

Sì, certo che sono tenuti. Suo figlio è un alunno delle classe. Le consiglio di rendere la cosa nota al docente di sostegno così che possa mediare e favorire un approccio metodologico più consono da parte dei docenti curricolari.
Io da supplente sul sostegno, anche se non seguo tutte le ore, semplifico i contenuti di tutte le materie e condivido il materiale sul classroom. Spero abbia risolto, altrimenti le consiglio di chiedere l'attivazione del canale classroom di sostegno con il docente e di chiedere materiale didattico adatto a stare al passo in tutte le materie (soprattutto se suo figlio non ha, a quanto ho capito, grave disabilità intellettiva o una situazione particolarmente ostacolante per per un percorso per o.m.). Mi spiace abbia vissuto questa situazione.

Solution ha detto...

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