venerdì 26 giugno 2020

Guai a chi combatte - Evviva i padri combattenti.



Da quando è uscita la notizia della sentenza, cioè da un paio di giorni, è tutto un fiorire di comunicati e articoli e post su FB in cui chiunque, tra poco anche il mio gatto, dichiarerà che la sua battaglia, finalmente, ha avuto esito vittorioso.
Mi riferisco a quella bellissima notizia riguardante la Corte Costituzionale  che con la sentenza del 23 giugno 2020 obbliga lo Stato Italiano a portare l'assegno di invalidità dagli attuali 295 euro all'importo di 516, 46 euro.
Sono lustri che da ogni parte si lamenta lo sconcio di un assegno mensile umiliante, insufficiente per vivere anche se si fosse completamente normodotati.
Pensiamo a tutta una serie di articoli che normalmente si acquistano in farmacia o nelle ortopediche che il SSN non passa, tutte le terapie necessarie, l'assistente per poter essere indipendenti laddove la legge 162 non si nemmeno cosa sia. E poi pensiamo: chi è che mangia con 285 euro al mese? cosa mangia poi? E se deve pagare affitto e bollette?
Quindi nonostante fosse trapelato nell'ambiente già qualcosa, come "a flash in the night" , due giorni fa erompe questa notizia.
Abbiamo rintracciato, perciò, questo papà visto nel servizio del Tg3  che è anche il presidente di un'associazione, che si occupa dei diritti delle persone con disabilità (in pratica un'associazione come Genitori Tosti) e lui ci ha mandato il comunicato che vi giriamo.
Prima però ci sia concessa qualche riflessione: 
- perchè chi sta ai vertici del mondo della disabilità e ha la possibilità di interfacciarsi con le istituzioni perchè non ha mai agito per vie legali (avendone i mezzi e le competenze) per ottenere magari dieci anni fa o 15 anni fa questo risultato? 
- Perchè quando si ottiene un risultato invece di complimentarsi e ringraziare chi l'ha ottenuto, si deve uscire sui giornali attribuendosene i meriti? 
- Ma soprattutto perchè, subito dopo, si scatena la ferocia mezzo tastiera per cui addirittura il risultato ottenuto è quasi una disgrazia? Ho letto una cosa pazzesca per cui questa sentenza sarebbe addirittura una discriminazione. E sapete perchè? Perchè  chi si troverà l'assegno mensile maggiorato è chi ha l'invalidità al 100% e con un isee pari o inferiore ai 7600 euro.
Domanda: chi ha intentato la causa? Un privato, che si è mosso per sua figlia. I giudici giudicheranno il caso in sè o no? Chiamo in aiuto chi per lavoro conosce le leggi che magari possa spiegare meglio.
Quindi: quelli che si sentono esclusi da questa sentenza potrebbero a loro volta scendere in campo e adire le vie legali. Oppure potrebbero farlo le grosse organizzazioni. Mica è vietato!
Dal canto nostro tutta l'ammirazione possibile per chi ha raggiunto questo risultato, da encomio proprio, in un Paese dove davvero manca l'attivismo per le persone con disabilità, sono pochissimi quelli che lottano gli altri stanno a guardare, si lamentano, pontificano e non riescono a sviluppare solidarietà, figuriamoci a fare squadra!.
Associazione UTIM e tutti davvero coinvolti: BRAVI!
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Ancora a proposito della sentenza della Corte Costituzionale del 23 giugno 2020 vogliamo ricordare che il ricorso presentato alla magistratura è stato suggerito e più e più volte sollecitato da Francesco Santanera che si impegna fin dal 1962 nella tutela, nella difesa e nella promozione dei diritti di tutte le persone non in grado di difendersi. Lui ha sempre creduto nella possibilità di arrivare a questo risultato ma aveva bisogno dii convincere qualcuno tra i fruitori della pensione di invalidità per arrivarci. E’ quindi lui che in primo luogo va ringraziato. Poi il tutore di S.B. che gli ha dato ascolto ed ha iniziato il percorso che ha portato alla sentenza del 23 giugno.
Nè si deve dimenticare il ruolo svolto dalla rivista PROSPETTIVE ASSISTENZIALI che ha messo in rilievo, in solitudine, la rivoluzionaria sentenza della Corte d’Appello di Torino che rimetteva gli atti alla Corte Costituzionale perché si pronunciasse circa la costituzionalità delle leggi inerenti all’importo della pensione di invalidità.
Il Consiglio Direttivo dell’UTIM da parte sua ha poi condiviso l’azione proposta dal tutore di S.B. e si è impegnato a sostenerlo anche e non solo economicamente
Un grazie infine anche alla Presidente della Corte costituzonale Marta Cartabia che ha aperto alla possibilità di inviare contributi in merito al pronunciamento atteso, opportunità che è stata raccolta da molte associazioni aderenti al Csa di Torino che sono intervenute a sostegno delle nostre richieste.
Non ci risulta invece che qualche altra associazione o coordinamento di associazioni, ed il rammarico va ovviamente a quelle più conosciute a livello nazionale, abbia mai intrapreso o sostenuto analoghe iniziative.
il Consiglio Direttivo Utim

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