martedì 26 luglio 2011

Diari di viaggio cercasi - Anno II


L'anno scorso lanciammo questo appello.
Queste sono state le risposte di chi gentilmente ha raccolto l'appello.
Lo ripetiamo anche quest'anno, esortandovi a non essere timidi e a raccontarci le vostre esperienze (scrivete a mammatosta@gmail.com).
Tutto poi sarà pubblicato in una pagina apposita, come abbiamo fatto qui, l'anno scorso.
Le informazioni per le vacanze accessibili non sono mai abbastanza.
A questo proposito voglio contribuire anche io, fresca della mia esperienza di un week-end rigenerante in Trentino.
Per scegliere dove dormire siamo partiti proprio dalla segnalazione di Carlotosto (che salutiamo!), però il sito da lui segnalato era troppo lento e troppo complesso da consultare, sicchè abbiamo avviato una nostra ricerca.
Abbiamo scelto una struttura ricettiva tipica del sud tirolo e cioè l'affittacamere, che per nostra fortuna aveva proprio una stanza senza barriere architettoniche, anche perchè sul sito faceva bella figura il simbolo della carrozzina.
Ci siamo trovati davvero bene, sotto ogni punto di vista, che è quello di genitori con bimbo piccolo - esempio: il bagno GRANDE, dove si può girare a 360° con la carrozzina senza trovare ostacoli, ma nel caso didi una persona adulta "rotante" ma non bisognosa delle braccia altrui, non so se si sarebbe trovata bene (esempio la vasca, che va benissimo per chi usa la sdraietta da doccia).
Altra cosa che ci ha gradevolemnte stupito è il libro delle informazioni che stava in camera che, oltre a spiegare "usi e costumi" orari etc, aveva anche la sezione "Piove? Cosa si può fare?".
La sala colazione ha grandi vetrate che danno sui filari di mele (avete letto bene, "filari", non alberi), il giardino (spazio gioco e relax) e le meravigliose montagne circostanti, la cui visione estesa ti pacifica totalmente. A volte i monti, raggiunti dalle nuvole candide, sembrano ricoperti da riccioli e sbuffi di panna montata. La colazione, inclusa nel prezzo della camera, insieme all'uso di un frigo comune, è a base di caffè filtrato, latte, spremuta d'arancia, yogurt, orzo solubile, marmellata, crema di nocciole, pane, burro, brioches, due tipi di formaggio, tre-quattro tipi di salumi, cereali e muesli. 
Il primo giorno abbiamo cenato in una bella pizzeria-ristorante nelle vicinze, consigliataci dalla signora della struttura dove dormivamo, in cui servono pizze giganti davvero buone e per tre medie, e due piccole, una carne salà e due pizze abbiamo speso 42 euro. Abbiamo anche scoperto una specialità da forno che si chiama shuttelbrot, cioè un pane croccante, tipo focaccia piatta crostosa, a base di farina di segale, grano tenero e malto, aromatizzata con semi di cumino e finocchio.
Il giorno dopo abbiamo scelto di andare a Bolzano (città molto bella, affascinante, spaziosa) per visitare il museo archeologico che propone una assai interesante mostra su Otzi, in occasione del ventennale dalla scoperta  di questa mummia, che tanto ha rivoluzionato gli studi in campo archeologico, per quel che riguarda il nostro Paese - è la mummia più antica finora trovata! La mostra è fatta benissimo, per tutti (e infatti tantissimi erano i bambini), su quattro piani: pannelli in tre lingue, ampi spazi, atmosfera controllata. Il tutto COMPLETAMENTE e MERAVIGLIOSAMENTE ACCESSIBILE!!!! Complimenti perciò a chi ha ideato il museo e al personale, gentilissimo. Ci sono naturalmente dei margini di miglioramento: un cieco non troverebbe questa mostra fruibile se non nelle postazioni audio (vietate perciò ai sordi) che non traducono però i vari pannelli espicativi e non danno la possibilità di "vedere" attraverso il tatto i vari reperti nè tantomeno la mummia - da segnalare però la piattaforma che si alza e si abbassa in corrispondenza della finestra dove si può vedere Otzi e quindi una persona in carrozzina, vedente, ce la fa.
In ogni caso questo è il link al sito del museo dove trovate tutte le info. La mostra dura fino a gennaio 2012. E se volete girarvela in santa pace evitando che i bimbi possano annoiarsi, potete lasciarli in una stanza creata apposta, con personale che li segue.
Dopo aver pranzato in uno dei tanti cafè con tavolini, disseminati per il centro (due primi e un'insalata in piatti giganti, 2 fett(on)e di dolce, i litro di minerale e una piccola=48 euro) ci siamo concessi (con due bimbi al seguito di cui una sotto l'anno di età.... bimbi che sono stati bravissimi, a dire il vero) solo la visita al Duomo: mai visto l'accesso alle carrozzine con il portone che si spalanca appena le ruote passano sulla pedana! Inoltre mi ha colpito questa cosa della bacheca (presente anche al museo) che forse è una peculiarità dei popoli nordici: si chiedeva di stare vicino alle persone in difficoltà o a pregare per loro - lì c'erano fogliettini e penne per lasciare il proprio messaggio in una cassettina. Poi, su vari gancetti, qualcuno (il parroco? il sagrestano?), aveva affisso i messaggi scelti: piccoli scampoli di vite e stati d'animo, richieste di guarigione per un proprio caro o una figlioletta, appelli a non essere abbandonati nelle ambasce di un periodo brutto. Tra tutti i messaggi uno m'ha colpito, non era una richiesta o un'invocazione, ma una dichiarazione "Dio io confido in te". Qualcosa su cui riflettere: una versione molto antica di facebook. 
Conquistata l'uscita abbiamo fatto ritorno alla comodità della nostra stanzetta per riposarsci, rinfrescarci e affrontare la serata, che prevedeva la visita allo stabilimento della Forst - che non si può visitare la sera, ma è dotato di uno spazio all'aperto dove, oltre che a servire l'omonima birra, si possono gustare anche piatti tipici, in un'ambientazione da festa della birra, appunto. Dispiace doverlo segnalare ma non c'era un-cartello-uno che indicasse l'accesso per le carrozzine (abbiamo visto scene di genitori che trasportavano su per una scalinata i passeggini). Quindi abbiamo fatto molta fatica, osteggiati anche dal maltempo - si è messo a piovere piuttosto fitto. Dopo aver cenato (un piatto a base di formaggio cremoso con paprika e rucola, l'insalata di wurstel e uno stinco di maiale con patatine fritte) e libato con bionda e bruna della casa (= un po' più di 40 euro), ci siamo fatti spiegare se ci fosse un'accesso più facile e sì, addirittura si poteva salire con la macchina. A beneficio d'inventario: le visite guidate alla fabbrica si prenotano e quelle in lingua italiana sono al giovedì.
La giornata di domenica è stata poi dedicata alla visita di Merano, davvero una bella località, con delle belle strade larghe e marciapiedi in ottimo stato - come Bolzano del resto, piena di famigliole da tutt'Italia in visita. Abbiamo semplicemente passeggiato, senza avere una meta precisa e abbiamo visitato St. Nikolaus, che abbiamo incontrato sul nostro percorso non programmato. Abbiamo scelto di pranzare "al sacco", sedendoci su una delle tante panchine del parco principale, dove c'era un simpatico baracchino che serviva wurstel di tutti i tipi, con pane e salse. 5 wurstel + pane due bottigliette d'acqua e due lattine di birra =15 euro.
Poi ci siamo concessi un bel caffè ristretto con panna, al bar di un altolocato albergo. Quindi ci siamo diretti verso il museo Firmian,  creato da Reinhold Messner. Anche qui nessun cartello che indicasse l'accesso per le carrozzine, perciò seguiamo l'indicazione per il parcheggio. Significa inerpicarsi su per un monte. Poichè continuavamo a vedere persone, a piedi, che provenivano dalla parte opposta e si dirigevano alle macchine, abbiamo pensato che l'ingresso fosse dal punto di provenienza di queste persone: sistemati i piccoli sulle rispettive carrozze ci avviamo per qualcosa che, in confronto, una mulattiera etrusca sarebbe stata più agibile: un sentiero ghiaioso, in alcuni punti con dei crateri pieni dell'acqua piovana ormai fangosa. Arriviamo a quella che deve essere l'uscita sul retro del castello, dove è appiccicato un  cartello che dice "ACCESSO NEGATO".
Facciamo dietro front e ci accorgiamo che dalla vegetazione affiora una scalinata, stretta e ripida, direttamente intagliata nella roccia - vi lascio immaginare quindi la comodità e la sicurezza, che porta in basso, verso l'ingresso. Proseguiamo verso il parcheggio, trasliamo i bambini dalle carrozze ai seggiolini sull'auto e ripartiamo. Ad un certo punto dei tornanti in una rientranza sulla destra, c'è una barra calata, eppure si vedono delle macchine in sosta, al di là. Mio marito scende per andare a vedere e trovato su una bacheca (rieccola!) un numero, chiama. Prima che rispondano squilla a lungo: ciò che viene detto non è molto rallegrante: il museo è pieno di scale, non c'è altro modo di accedervi, ma tanto i genitori portano i bambini in braccio. Quando mio marito spiega che nostro figlio non può essere tenuto in braccio la risposta è "Non si può". Ci chiediamo allora perchè sul sito del museo, nella home, ci stia scritto "Il cuore dei musei di Reinhold Messner trova spazio tra le antiche mura di Castel Firmiano, rese accessibili da una struttura moderna in vetro e acciaio. ".
Non abbiamo scelta e dobbiamo rinunciare a visitare questo museo, comprensibilmente con l'amaro in bocca, anche se ci siamo sempre detti che dobbiamo saper reagire positivamente ad episodi di questo tipo, che sicuramente abbonderanno - ma anche no, se la cultura dell'accessibilità si diffonde e diventa prassi di ordinaria amministrazione.
Anche perchè la vacanza è stata bellissima e davvero rigenerante. Dappertutto siamo stati accolti con il sorriso sulle labbra e tanta cortesia.

Modificato da Orsa il 06.08.11 - ho inserito il link al post "Le vostre risposte"

4 commenti:

TIMEOUT ha detto...

Gruess Gott! (non te la perdonerò tanto facilmente :-)).
Per chi viene in Alto Adige consiglio di visitare il sito alto adige per tutti http://www.altoadigepertutti.it/ e cliccare su "vacanze senza barriere" (infatti il museo accessibile di R.Messner è quello in Val Venosta (Messner Mountain Museum Ortles - mentre quello di Castel Firmiano è segnalato come non completamente accessibile).
Mi fa piacere che vi siate trovati bene dalle nostre parti, la prossima volta che verrai a Bolzano ti porterò anche a Ober Bozen, sembra di essere in cima al mondo e da lì puoi ammirare tutto il gruppo delle dolomiti. Solo al tramonto quando si tingono di rosa, capisci perchè il nome in tedesco del Catinaccio è Rosengarten (giardino di rose).

orsatosta ha detto...

:-))) siamo partiti modello "fuga da New York", diciamo che è stata una specie di prova... l'ultima volta che ci siamo spostati è stato tre anni fa, il bimbo era piccino, leggero e figlio unico ;)
la prossima volta, perchè abbiamo deciso di ritornare, vedrai che ci incanteremo a contemplare i monti pallidi che s'arrossano all'imbrunire :)

Anna Nina Arioli ha detto...

sabato per noi sarà la prima esperienza di viaggio in aereo.. non è proprio un'esperienza di viaggio ma se può essere utile sarò felice di raccontarvi come sarà andata dato che, solo la prenotazione è stata una piccola odissea.

orsatosta ha detto...

Certo Nina, qualsiasi esperienza di viaggio è benvenuta e utile per tutti, grazie!