lunedì 19 ottobre 2020

Se i caregiver familiari fossero trattati come meriterebbero, le notizie sarebbero altre.



Venerdì 16 ottobre la conferenza unificata ha deliberato lo sblocco di oltre 68 milioni per i caregiver familiari.

Che cosa significa?

Leggiamo, dal comma 254 della legge finanziaria del 2018 (205/2017):

"È istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare, con una dotazione iniziale di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020. Il Fondo è destinato alla coperturafinanziaria di in terventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare, come definito al comma 255. "

Ogni volta che abbiamo chiesto lumi sull'utilizzo di questo fondo ci è sempre stato detto che non serviva ai caregiver ma ad attività di promozione di questo status. E che questi 60 milioni giacevano da qualche parte, non utilizzati.

Poi c'è stato anche un incremento, per il 2020 di 5 milioni per cui si è arrivatio a 65 milioni.

Durante il lock down, stante la situazione drammatica in cui versavano le famiglie con caregiver e persone con disabilità assistite, completamente abbandonate a sè stesse, ci fu la proposta da parte della senatrice Guidolin di utilizzare 5 milioni di questo fondo per bonus da corrispondere ai caregiver.

Scoppiò la bagarre tra opposte fazioni politiche in cui vinse la posizione del senatore Cangini per cui non si poteva toccare il fondo perchè, per legge, è destinato ad altro.

Ed ora si arriva a settembre che basta una riunione tra presidenti di regioni per decidere lo sblocco del fondo e destinarlo ad altro.

Questo fondo, che è stato ulteriormente incrementato di 3 milioni e giunto a 68, non poteva essere sbloccato già da tempo e destinato a finanziare la legge sul caregiver familiare che è in lavorazione?

Cosa significa spartire tra regioni questi soldi , dato che solo alcune regioni (Emilia Romagna, Sicilia, Campania e la sola Roma città) hanno leggi sul caregiver e quindi una platea di beneficiari da finanziare, con i soliti sussidi?

Ci chiediamo, poichè anche il Governo non ha mai , nonostante le nostre richieste, fatto un serio lavoro di censimento o ottenuto dati certi sui caregiver italiani in modo da essere conto dell'ampiezza del fenomeno e della varia tipologia di caregiver esistenti, cosicchè da calibrare la legge sui bisogni effettivi dei destinatari e non sulle buone intenzioni di chi legifera?

'E possibile ancora nel 2020 in un ambito così delicato uscire con una legge fatta male e che non serve ai reali bisogni dei destinatari?

E come si intende finanziarla, dato che hanno già annunciato che soldi non ce ne sono? Oppure qualcuno si batterà per destinare un po' di milioni del Mes allo scopo?

'E inaccettabile il trattamento riservato ai caregiver, in Italia.

Genitori Tosti afferma con forza la propria contrarietà a questa operazione di distribuzione caritevole ( e discriminatoria comunque, perchè i contributi verrebbero dati alle famiglie che hanno all'interno persone assistite definite "più gravi") che è solo una pezza che non risolve assolutamente la situazione di milioni di persone, cui serve una legge ben fatta e che affronti una volta per tutte, risolvendolo il grave vuoto istituzionale e di servizi che attornia queste famiglie e lo status sociale e professionale dei caregiver, che non sono volontari!

Genitori Tosti invita in primis ad una comunicazione tempestiva, trasparente e corretta di quanto intende adottare, nel rispetto delle persone coinvolte, la Commissione al Senato e il Governo in generale.

In secondo luogo chiede che i caregiver familiari siano riconosciuti come lavoratori, come prevede la Costituzione Italiana, senza argomentazioni superflue, faziose se non addirittura discriminatorie.

In foto: la distribuzione del mais ai piccioni in piazza.

1 commento:

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.