venerdì 20 dicembre 2013

Luoghi, tempi e spazi per tutti.


L’augurio del presidente GT, Alessandra Corradi, a tutte le famiglie.
Le parole sono importanti, comunicare è fondamentale e questo argomento per noi GT è uno dei cavalli di battaglia come mission associativa, perché comunicare è un diritto della persona. La battaglia è durissima, lo sperimentiamo tutti: pensiamo alla scuola, dove invece che mettere i nostri figli nella condizione di comunicare si da per scontato che non possano farlo, in quanto non verbali magari, oppure con delle limitazioni motorie talmente gravi che, non potendo digitare su una tastiera, allora amen…. per tacere poi di quelle persone che hanno (anche) disabilità sensoriali – e quelle sordocieche? Finché non cambia la cultura “normodotata” e si comincia a ragionare nel senso che tutti sono persone e vivono nello stesso mondo e non ci sono luoghi, tempi, spazi dedicati solo alle persone con disabilità, separati dal resto avremo sempre questo tipo di esclusione/discriminazione non accesso e quindi godimento pieno all’istruzione, altro diritto fondamentale. Perché la cultura cambi siamo noi che conosciamo i modi, le cosiddette strategie e i mezzi a dover far conoscere, informare e purtroppo questo non accade in maniera automatica, lineare ed efficace. Ci sono dei dogmi per i normo davvero impossibili da sradicare e se ci prova un genitore isolato, per quanto preparato, per esempio a scuola, è una battaglia persa in partenza. Se già gli “specialisti” condividessero la medesima linea della famiglia sarebbe tutta una grande fatica risparmiata ma come in tanti sperimentiamo, persino coloro che per lavoro dovrebbero avere le competenze giuste, spesso non le hanno e decretano il nostro figlio “incapace” perciò non serve fare nulla, tranne il babysitting. Questa mia riflessione è un invito ai genitori a fare rete tra loro, condividendo il più possibile specie nelle scuole dove stiamo lentamente (perché siamo una piccola realtà, piccola in termini numerici) ma sempre decisi a fotografare la situazione: se venissero regolarmente indetti i GLH se ci fosse collaborazione tra le famiglie i cui figli frequentano la stessa scuola, le cose andrebbero molto meglio e sarebbero più facili per tutti.
Spesso abbiamo a che fare con situazioni, in cui veniamo interpellati come associazione, in cui i rapporti scuola-famiglia e specialisti sono drammatici a dir poco e solo la mediazione è un campo minato perché ormai ogni parte in causa è molto oltre la disponibilità ad ascoltarsi. Vi lascio, per riflettere e per invitarvi a commentare e a cercare di costruire qualcosa tutti assieme un video (trovato grazie a Valentina Baraghini), con l’augurio che, prima o poi, un video analogo possa essere girato anche nel nostro Paese.
(articolo ripreso da qui).

martedì 12 novembre 2013

Struzzi e dinosauri di una Scuola che non è per tutti.


Leggete quanto segue e traetene le vostre conclusioni. Sarebbe bello se aveste il coraggio e/o la voglia di condividerle commentando. Sarebbe bello se finalmente iniziasse quel processo per cui la Scuola si rinnovasse davvero, ma perchè ciò accada sarebbe soprattutto necessario che fossero rinnovate le figure chiave da cui dipende tutto, altrimenti nulla può cambiare. Perchè  ci sia questo cambio deve succedere una cosa forte, un "terremoto", ma in senso REALE e CONCRETO, non solo di tastiere o di teorie e soprattutto al passo con i tempi..
Questi i "dati" o "strumenti per riflettere":

1) la situazione che stiamo vivendo come ALUNNI e FAMIGLIE a scuola, iniziata a metà settembre situazione REALE e CONCRETA.



4) la foto, emblematica, del Ministro Carrozza, che ho scelto per questo post e che ho trovato a corredo di questo articolo

5) la manifestazione che si terrà giovedì 15 p.v. a Roma, organizzata da Tuttiascuola. 




venerdì 13 settembre 2013

Incontro al MIUR dei Genitori Tosti con Raffaele Ciambrone, Dirigente Responsabile per l’Integrazione scolastica

A seguito dell'incontro al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, presso la Direzione Generale per lo Studente del MIUR, col Dirigente Responsabile per l’Integrazione Raffaele Ciambrone, pubblichiamo il resoconto dell'incontro.

COMUNICATO STAMPA
Verona, 13 settembre 2013
Nella giornata di martedì 10 settembre u.s., in rappresentanza di GENITORI TOSTI In Tutti I Posti ONLUS, Associazione di promozione sociale di genitori con figli con disabilità, il Presidente e i due referenti per le regioni Lombardia e Campania sono stati ricevuti presso la Direzione Generale per lo Studente del MIUR, dal Dirigente Responsabile per l’Integrazione Raffaele Ciambrone, in risposta alla lettera inviata al Ministro Carrozza lo scorso giugno. Partecipavano alla riunione in audioconferenza, i referenti per le regioni Sardegna, Veneto, Puglia e per la provincia di Bari.
Nello scritto indirizzato al Ministro, Genitori Tosti affrontava il tema degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (così come definiti dalla Direttiva ministeriale del 27/12/2012 e successiva circolare n.8/2013) che ricomprende disabilità, disturbi dell’apprendimento e condizioni di svantaggio socio-economico linguistico culturale. Una Direttiva ben conosciuta nel mondo della scuola come, appunto, la “circolare sui BES”, per il dibattito suscitato e le non poche preoccupazioni e perplessità che la sua attuazione ha sollevato tra docenti, dirigenti scolastici, esperti del settore e, non ultime, tra le associazioni delle famiglie con figli con disabilità.
Nel lungo colloquio avvenuto presso la sede del Ministero di viale Trastevere, Genitori Tosti ha ribadito quanto già espresso nella sua lettera sui temi in questione, chiedendo al Ministro
immediato intervento che sospenda la direttiva di cui all’oggetto e che apra un contestuale dibattito aperto a TUTTI gli attori del sistema, chiarendo inequivocabilmente gli aspetti relativi alle risorse a disposizione delle scuole per realizzare ciò che viene proposto, parallelamente ad una rilevazione accurata delle modalità di applicazione della normativa vigente, in materia di integrazione scolastica, a partire dall’attuale funzionamento dei GLH per  gli oltre 200.000 studenti certificati ex legem 104/92, iscritti nelle scuole pubbliche italiane di ogni ordine e grado”
In merito alle risorse previste, il dott. Ciambrone ha chiarito che tutte le risorse e gli strumenti già destinati agli studenti con disabilità, riconosciuti tali dalla certificazione prevista a norma della legge 104/92 in favore degli alunni disabili, resteranno inalterati.
In particolare lo strumento del Gruppo di Lavoro per l’Handicap di Istituto (sia Operativo che di Istituto, art. 15, L.104/92), manterrà intatte le sue prerogative ecompiti, mentre il GLI, Gruppo di Lavoro per l’Inclusività, introdotto dalla nuova Direttiva ministeriale, non sostituirà il GLHI ma coesisterà con esso, rispettandone le funzioni e le prerogative già previste dalla legge. Tale fondamentale questione, ci è stato anticipato, sarà a breve oggetto di una ulteriore circolare/nota di chiarimento del MIUR, che seguirà quella già pubblicata il 27 giugno (Nota 1551) sull’altro caposaldo della Direttiva e cioè il Piano Annuale per l’Inclusività (PAI), il cui invio agli Uffici Scolastici Regionali da parte delle scuole era stato previsto in un primo momento già a partire da giugno scorso (a pochissimi mesi dalla pubblicazione della circolare dell’8 marzo attuativa della Direttiva sui BES) e che era stato interpretato da molti come uno strumento “sostitutivo” della annuale richiesta di organico di sostegno determinante per  la quantificazione del monte  ore di sostegno assegnate ad ogni scuola, costringendo il Ministero a smentire tale interpretazione.
Sui GLH, strumento centrale per l’attuazione della L.104, GENITORI TOSTI già negli anni scorsi aveva sollevato il problema, denunciando come in molte scuole non venissero nemmeno convocati a detrimento della programmazione didattica per l’integrazione di ogni studente con disabilità e in spregio ai dettami della normativa. Dal 2011 l’associazione ha lanciato ad ogni nuovo inizio di anno scolastico, la campagna nazionale “GLH IN TUTTE LE SCUOLE: SI PUO’ FARE!” per ottenere la regolare convocazione dei GLH in tutte le scuole di ogni ordine e grado così come previsto dalla legge.
Abbiamo riscontrato con soddisfazione l’attenzione, alla questione da noi sollevata, da parte del dott. Ciambrone che si è reso disponibile ad una puntuale rilevazione da parte del MIUR sulla convocazione dei GLH nelle scuole, attraverso l’inserimento di uno specifico indicatore sui modelli predisposti centralmente per la stesura e la trasmissione del Piano Annuale per l’Inclusività. Accogliamo l’apprezzamento e l’interesse per la nostra Campagna, che anche quest’anno scolastico 2013/2014 vedrà impegnati GENITORI TOSTI ONLUS.
Permangono però forti preoccupazioni e grandi perplessità riguardo le risorse destinate agli alunni con disabilità provvisti di certificazione secondo la L.104/92, specificatamente per le ore di sostegno. In particolare l’affermazione ricorrente che lamenta “un aumento spropositato delle diagnosi di disabilità” già peraltro registrata più volte nel corso degli ultimi anni nelle dichiarazioni pubbliche di esponenti del Ministero (dall’ex Sottosegretario on. Valentina Aprea fino allo stesso ex Ministro Maria Stella Gelmini), quale distorsione che contribuirebbe in buona parte a generare l’ormai strutturale cronica insufficienza di ore di sostegno assegnate o non assegnate agli alunni con disabilità ad ogni inizio di anno scolastico e che vede una considerevole quota di famiglie (9% secondo l'ultimo report ISTAT su “L'integrazione degli alunni con disabilità nelle  scuole primarie e secondarie di primo grado” pubblicato il 25 gennaio scorso) intentare causa al MIUR vincendo e ottenendo per pronunciamento dei Tribunali l’adeguamento delle ore e risarcimento dei danni esistenziali patiti.
GENITORI TOSTI considera inaccettabile la logica della “guerra tra poveri” secondo la quale eventuali pratiche distorsive sulle certificazioni (ma chi dovrebbe controllare? chi rilascerebbe certificazioni improprie? chi inoltrerebbe richieste eccessive rispetto i reali bisogni?) sarebbero causa di improprie concessioni di ore di sostegno non dovute, danneggiando le altre famiglie, quelle dei veri alunni con disabilità più gravi, i veri aventi diritto.
A GENITORI TOSTI preme sottolineare che, se fosse davvero confermato un aumento delle certificazioni di disabilità, questo dato andrebbe interpretato in maniera più articolata in ragione della complessità del tema stesso. Da un lato, non andrebbe trascurato il ruolo sussidiario svolto dalla scuola a causa delle carenze del Welfare e di un'adeguata gestione del passaggio dall'età evolutiva a quella adulta delle persone con disabilità, che spinge molti genitori a cercare di prolungare il più tempo possibile la permanenza dei propri figli a scuola (e dunque richiederebbe una disaggregazione dei dati anche in termini di permanenza complessiva delle persone con disabilità all'interno del sistema scolastico); dall'altro, andrebbe considerato se tale aumento non sia dovuto anche ad una migliore definizione di criteri e capacità diagnostiche (si pensi, ad esempio, alla vasta area dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo).
Guardiamo positivamente alla costante attenzione riservata al tema della realizzazione di una piena integrazione scolastica dei bambini e ragazzi con disabilità: pensiamo in particolare alle “Linee Guida per l’Integrazione degli alunni con disabilità” del 2009, alle successive linee guida e direttive ministeriali in attuazione della L. 170/2011 a tutela del diritto allo studio degli alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA) e, pur se in maniera controversa, anche alla stessa recente Direttiva sui Bisogni Educativi Speciali che rimarca l'importanza di un intervento didattico tempestivo e puntuale in favore degli alunni e studenti in situazioni di svantaggio scolastico.
Restano però forti le preoccupazioni che ci hanno spinto a scrivere al Ministro, riguardanti proprio la modalità di attuazione di una Direttiva che, a fronte:
-     di una conclamata incapacità del sistema a contrastare la “delega” all'insegnante di sostegno da parte dei docenti curricolari (sempre più esplicita man mano che si procede nei diversi gradi di scuola);
-     della trasformazione della specializzazione del sostegno in un canale preferenziale per riassorbire i cosiddetti “perdenti posto” o accedere più facilmente all'assunzione a tempo indeterminato;
-     della drammatica stagione di tagli che ha visto la scuola depauperata senza alcuna pietà di risorse economiche, umane e organizzative che hanno reso sempre più proibitive tanto le condizioni di insegnamento quanto quelle di apprendimento;
-     della mancanza di formazione adeguata della maggior parte dei docenti curricolari,
pretende di riuscire a fare ciò che in condizioni ben più favorevoli non si è verificato, rischiando di dare avvio a un processo di “etichettamento” tanto arbitrario quanto pericoloso per i singoli sia per l'intero sistema di integrazione.
Genitori Tosti nutre grandi preoccupazioni e dubbi sull’attuazione stessa della L.104/92: non si può continuare a non tenere conto di quanto affermato nelle sentenze di condanna all’Amministrazione scolastica presenti nei migliaia di ricorsi per l’adeguamento delle ore di sostegno. Chiarimenti sono avvenuti (“un documento amministrativo [la Direttiva] non può modificare le prerogative previste da una legge [L.104]”) ma non vogliamo che la L. 104 rimanga la grande incompiuta e, anche in considerazione della bozza di Proposta di Legge “Per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica degli allievi con disabilità e bisogni educativi speciali” in corso di elaborazione presso l’Osservatorio delle associazioni sulla disabilità, i GENITORI TOSTI Onlus ribadiscono tutto il loro determinato impegno a vigilare attentamente affinché non restino disattese le ragioni e le preoccupazioni di tutti i genitori di bambini e ragazzi disabili.
A conclusione dell’incontro abbiamo riscontrato convergenza e attenzione sulle questioni sollevate e sul nostro impegno come GENITORI TOSTI Onlus. Restiamo in attesa delle ulteriori precisazioni che speriamo saranno contenute nella nuova circolare sui GLH e i GLI in fase di elaborazione.
Il nuovo anno scolastico, nel frattempo, sta iniziando su tutto il territorio nazionale: parte un nuovo anno e parte una nuova Campagna dei Genitori Tosti per la convocazione dei GLH in tutte le scuole per la programmazione didattica e la partecipazione attiva di tutte le famiglie con figli con disabilità.

mercoledì 4 settembre 2013

Quanto basta per fare il giro del mondo al buio - con affetto e tostaggine a tutti i GT

 
Settembre, il mese cruciale dell'anno perché riprende la scuola.
Sempre a parlare di scuola, può rimproverarci qualcuno. La scuola è il settore che, in quanto Associazione di Promozione Sociale, assorbe gran parte delle nostre energie, non solo perché molti di noi hanno i figli in età scolare, ma perché l'abbrivio per l'integrazione/inclusione delle persone con disabilità, nel nostro Paese inizia proprio dalla scuola, il primo luogo della vita socializzante per eccellenza.
Si costruisce da lì, non si può prescindere. 
Ci occupiamo anche di altro, di tutto ciò che arriva tramite le richieste fatte dai genitori alla segreteria dell'associazione . 
Rimando ad un prossimo post i racconti, le novità e gli annunci delle attività che abbiamo messo in campo per il nuovo anno, adesso voglio esprimere un augurio a tutti coloro che nella tostaggine hanno sempre creduto, anche quando era tutto contro o le singole situazioni (famigliari, di lavoro, di salute) hanno dato parecchio filo da torcere, e lo faccio riportando un articolo molto bello, apparso ieri su La Stampa . 
Buon settembre :) 
 
Il bastone bianco e l'iPhone giro del mondo di un non vedente NOGARA. Zaino in spalla, bastone bianco in una mano, iPhone nell'altra e, come navigatore, le indicazioni delle persone incrociate per caso: ecco quanto basta per fare il giro del mondo al buio. E' la sfida di Alessandro Bordini, 28 anni di Nogara (Verona), da quattro anni non vedente a causa di una manovra sbagliata con il paracadute e di un atterraggio troppo violento.

Il 2 aprile è partito da Malpensa per Parigi, perdendo il primo aereo per la troppa fila al check. Poi si è spostato in Spagna e da lì ha raggiunto Tangeri, da dove attraversare l'Africa. In queste ore si trova al Cairo, in Egitto. «Gli africani sono straordinari - racconta -. Non riesco a fare 20 passi senza che qualcuno mi prenda sotto braccio o mi chieda se ho bisogno. Oggi stavo camminando per strada e a un certo punto mi sono sentito stringere una mano: era una bambina di 8-9 anni che mi ha riportato sul marciapiede, suggerendomi la strada migliore».

L'incidente stravolge, com'è ovvio, la vita di Alessandro: due mesi di coma, una lunga riabilitazione fisica e la vista che non torna, nonostante l'iniziale ottimismo dei medici. «La forte botta ha causato l'atrofizzazione del nervo ottico, ma i motivi non sono chiari. La presa di coscienza che sarei rimasto cieco è quindi stata graduale e diluita nel tempo e non mi ha fatto scivolare nella disperazione: in quelle settimane ho capito che comunque la mia esistenza poteva essere vissuta in modo degno e felice». E pure il ricordo del paracadute non ha lasciato indelebili traumi emotivi. «Mi sono già lanciato un paio di volte in tandem, ma non è la stessa cosa: è come per un pilota di Formula 1 farsi accompagnare in giro in taxi».

Nel febbraio del 2010 Alessandro si iscrive ad un corso di 100 ore sull'utilizzo delle facoltà del cervello, tenuto da Michelle J. Noel, un' energica francese convinta che per vedere non ci sia bisogno degli occhi. «Grazie a lei la mia vita è cambiata - spiega -. Ho imparato a gestire il mio quotidiano, ad acquisire autonomia, a scoprire come la mia volontà potesse influire sulla realtà esterna: ho provato sulla mia pelle come il cervello possa essere utilizzato per il bene degli altri e, quindi, per il proprio bene». Il giovane veronese, accompagnato dagli amici e utilizzando il servizio per non vedenti di Trenitalia, ricomincia così a muoversi su e giù per l'Italia. E la svolta arriva nella stazione di Cesena. «E' successo due anni fa - ricorda -. Per una serie di sfortunate coincidenze mi sono ritrovato sui binari da solo, senza informazioni e senza nessuna persona fidata a cui appoggiarmi. In quel momento si è avvicinato un uomo e mi ha chiesto se poteva aiutarmi. Ecco, lì ho capito che potevo muovermi senza pianificare nulla e senza dover avere un'assistenza dedicata. Mi bastava la gente che avevo intorno: se potevo farlo a Cesena, perché non potevo farlo in tutto il mondo?». Nasce così l'idea di «Light the planet», illumina il mondo, un tour globale per dimostrare che ci sono persone buone ovunque e che la solidarietà è garanzia di indipendenza e mobilità.

Prima di partire Alessandro frequenta un corso con istruttori qualificati per addestrarsi all'utilizzo del bastone bianco al chiuso e all'aperto. E poi si affida all'iPhone, che grazie al software integrato per non vedenti gli permette di aprire un blog, accedere a Internet, essere perennemente connesso con i social network, girare video e scattare foto. «Beh, sulle foto non posso garantire il risultato: mi affido all'istinto. Con i video è più divertente e grazie all'audio possono anche riconoscerli e catalogarli». Dopo un piccolo viaggio di prova da Verona a Berlino, passando da Vienna, Praga e Cracovia, per sperimentare il muoversi in solitudine all'estero, Alessandro è quindi partito, cinque mesi fa, per il suo itinerario che lo porterà a toccare oltre 100 nazioni. «Già la prima notte, arrivato nella capitale francese fuori tempo massimo per la coincidenza, mi sono trovato senza un posto dove dormire. Il taxista dopo un pellegrinaggio tra ostelli e hotel, ha scelto di spegnere il tassametro e un ragazzo incontrato per caso ha deciso di ospitarmi a casa sua: era il segno che avrei avuto incontri bellissimi». Incontri testimoniati nel blog http://www.lightheplanet.net, aggiornato quotidianamente con immagini e racconti.

«Ho scelto di partire per l'Africa perché è un continente difficile: i mezzi di trasporto sono spesso vecchi e mal funzionanti e le città non sono a misura di disabile. Per non parlare della burocrazia ai valichi di confine: ma ogni volta c'è qualcuno che mi dà una mano per superare l'ostacolo». E il coraggio di Alessandro esce straripante dalle sue mini clip, mentre si butta con il bungee jumping sul Lago Vittoria, mostra una foto realizzata in sella a un cammello o chiacchiera con gli abitanti dei territori attraversati. «Ogni incontro è qualcosa che mi arricchisce e queste persone viaggiano con me. Per ora la frase più bella me l'hanno detta salutandomi alla dogana liberiana, quando ho spiegato alla polizia il messaggio di pace e armonia che cerco di diffondere: "Grazie per essere passato anche dalla Liberia".

sabato 31 agosto 2013

LO SPORT 'E BUONO CON TUTTI

 
di mresciani
Cronaca semi-seria di una manifestazione sportiva bellissima
 
" Lo sport è buono con tutti”, questo è lo slogan che ieri 30 agosto 2013 ha visto protagonisti i ragazzi di Genitori Tosti Sardegna…ma non solo.
Invitati  da A.S.C. Comitato Regionale Sardegna (Attività Sportive Confederate), i nostri ragazzi “speciali”, insieme a ACSRD Costa Degli Angeli  e ASD Comitato CAAM Cagliari, hanno dato luogo allo svolgimento della manifestazione sportiva.
Manifestazione aperta a TUTTI.
Abbiamo avuto il saluto gradito di apertura dei giochi da parte del nostro Sindaco di Quartu S.Elena (giocavamo in casa) Mauro Contini.
Alle 17.00 tutti in campo per la formazione delle squadre che vedevano protagonisti suddivisi in parti uguali: uomini, donne, bimbi e specialissimi ragazzi/e.
Gli sport erano molteplici: calcetto, volley, biliardino, ping pong, tiro alla corda, tiro libero al canestro e lancio delle freccette.
La manifestazione sportiva che ha lo scopo di integrare i nostri ragazzi attraverso il gioco, devo dire che è riuscita benissimo.
Tutti si sono divertiti. Le regole dei giochi sono state rispettate (???!!!).
Anche Sara che ha i tutori nelle gambe ha fatto un bellissimo gol, infatti ha segnato un calcio di rigore.
Luca nel campo di pallavolo faceva un ottimo muro con il suo metro e ottanta abbondante.
Desirèe ha dato il meglio di se stessa….come tutti gli altri.
Alcuni tentativi di “sopraffazione” ci sono invece stati nel tiro alla corda. I miei 45 kg. da una parte contro i quasi 100 kg. di Albino alla parte opposta, ha fatto trascinare la mia squadra dei “Mamuthones” tipo fuscello al vento in tutto il campo sportivo.
Logicamente l’energumeno poi è stato punito, buttato per terra e sommerso dalla nostra squadra in segno di evidente disapprovazione.
Io sono stata un “po’” latitante negli altri sport….In effetti nella mia lunga vita lo sport non è stato un grande compagno, perché faccio parte di quella generazione i cui genitori, a torto, non pensavano fosse “utile”.
Tante risate hanno riecheggiato nei vari spazi sportivi dove tutti o “quasi” erano impegnati.
Alle 20.30 i verdetti dei vari “arbitri” davano i risultati: tutte le squadre erano in parità.
Qualche voce “fuori dal coro” gridava all’inciucio. Abbiamo nascosto la “pecora nera” dietro lo striscione, in modo che nessuno lo sentisse in lontananza.
Per decisione comunque dei “giudici” si doveva procedere alle premiazioni e doveva esserci una scaletta di squadre vincitrici.
Due mani innocenti di bimbi hanno estratto i nomi delle squadre da abbinare ai premi.
Fiera di essere arrivata “ultima” cioè quinta…con la squadra dei Mamuthones.
Poi sono state premiate le altre squadre “Le Coccinelle” ecc.
Primi chi sono stati estratti?
“I Genitori Tosti”, “ovvio”  …..bello perché c’era la mia figliola.
Insomma premi per tutti…..con un ringraziamento particolare alla nostra Associazione.
Divertente il tutto…..e la ciliegina sulla torta?
A tavola ….dove i nostri atleti hanno riposato le stanche membra e tra un boccone e l’altro le lingue si sciolgono, le risate fanno da protagoniste spassose per la conclusione di una serata veramente vissuta da TUTTI.
Volevo ringraziare Paolo Allegrini….infatti è lui che ci ha invitato a questa FESTA.
Concludo come si dice qui in Sardegna: “Andi fai attrasa”.

sabato 24 agosto 2013

A proposito dei ricorsi al T.A.R.: attenzione alle informazioni!


 
Lo scorso venerdì sono incappata in una notizia, pubblicata su Orizzonte Scuola il cui titolo è: I genitori dovranno pagare 650 euro di contributo unificato nei ricorsi per ottenere l'insegnante di sostegno per il figlio disabile.  
Leggendo tutto l’articolo (che risulta essere la ripresa di quanto pubblicato qui e qui, per esempio) si viene a conoscenza che “il Segretariato generale della giustizia amministrativa, adeguandosi alle disposizioni impartitegli dall'Agenzia delle Entrate ha invitato, con propria circolare, le segreterie dei tribunali amministrativi regionali a pretendere, nel caso di proposizione di ricorsi in materia di insegnanti di sostegno, un contributo unificato di ben 650 euro”.
Scritto così sembra che il contributo unificato (che è una tassa dovuta al momento in cui viene depositata una causa alla cancelleria del tribunale, come si dice “iscritta al ruolo”) sia  stato aumentato vertiginosamente, giusto l’altro ieri, e la diretta conseguenza è che  rende certamente assai più difficile per i genitori di soggetti disabili rivolgersi agli organi di giustizia giacchè nell’attuale momento di profonda crisi economica risulta notevolmente gravoso affrontare, per avviare il contenzioso, un costo di ben 650 euro per il contributo unificato. Si tratta di una cifra assai consistente, specie per le famiglie di soggetti disabili, che già vivono situazioni di particolare difficoltà economico sociale legate alla disabilità.
Per questo motivo un parlamentare, Antonino Moscatt  ha fatto un’interpellanza urgente (il cui testo e l'elenco degli altri 35 parlamentari firmatari non ho trovato da nessuna parte, Openpolis e sito personale compresi ). 
Dunque, andiamo con ordine:
  •  Il contributo unificato pari a 600 euro è stato stabilito sì da una circolare, questa, ma già era di 500 euro ed è stata aumentata solo (si fa per dire) di 100 euro.  
  • La circolare porta la data 18 ottobre 2011.
Nella circolare si legge anche, al punto 9E, il motivo per cui il CU non può essere eliminato: Ricorsi proposti dai genitori di alunni diversamente abili per ottenere un insegnante di sostegno I ricorsi suddetti sono soggetti al pagamento del contributo unificato nella misura ordinaria, atteso che non è rinvenibile alcuna norma nell’ordinamento che consenta di tenerli esenti da imposizione tributaria. In particolare, non può applicarsi la norma contenuta nell’art. 10, comma 2, del T.U. n. 115 del 2002, che esenta tutte le controversie “comunque riguardanti la prole”, in quanto essa riguarda i soli rapporti concernenti situazioni giuridiche soggettive che hanno origine e si esauriscono nell’ambito della famiglia e del rapporto relazionale potestà genitoriale-figli, azionabili dinanzi al giudice ordinario.
Analogamente, una norma di esenzione non può rinvenirsi neppure nell’articolo unico della legge 2 aprile 1958 n. 319, che esenta da ogni tipo di imposizione fiscale le controversie in materia di previdenza ed assistenza obbligatoria, come individuate dall’art. 442 del codice di procedura civile, mentre nella specie si verte nella materia del diritto all’istruzione, come emerge sia dalla normativa primaria (art. 12 della legge 5 febbraio 1992 n. 104), sia dalla giurisprudenza costituzionale (Corte cost., sent. 26 febbraio 2010 n. 80).
 
  • Nell’articolo non viene detto che esiste il patrocinio gratuito dello Stato – e questa è un’informazione invece fondamentale se si vuole aiutare davvero quei genitori che, per condizione economica non potrebbero affrontare questa spesa. Nel caso in cui non si rientri nemmeno in questi parametri si può ricorrere ad un'assicurazione di tutela giudiziaria, la cui stipula permette di onorare tutte le spese, ma bisogna farla prima di intraprendere qualsiasi azione legale. Infine, un'altra opzione per ammortizzare le spese è quella di agire collettivamente tramite la cosiddetta class action come hanno fatto, finora, a Milano, Roma, Sardegna e Venezia (ne diamo notizia nel nostro forum qui, cercando di tenere aggiornato il più possibile). Proprio di questi giorni è l'iniziativa a carattere addirittura nazionale, che potete leggere qui, a beneficio d'inventario.  
    • Non viene neanche detto che, oltre al CU, si deve pagare la parcella all’avvocato.
    • Non viene detto infine che, in caso di vittoria, che dovrebbe essere automatica (ma ci teniamo la riserva del dubbio, poichè esiste qualcosa che si chiama "orientamento dei TAR regionali" per cui uno stesso ricorso presentato in Lazio, poniamo, viene accolto ma in Veneto no e magari bocciato pure al Consiglio di Stato) in casi come quello di chiedere le giuste ore di sostegno, al ricorrente, se l’avvocato l’ha richiesto, vengono rimborsati i danni (il famoso danno esistenziale) che sono conteggiati nell’ordine dei 1000 euro a mese, cioè ogni mese che l’alunno non ha avuto il debito sostegno il Miur deve corrispondere 1000 euro. E non si deve pagare nessuna spesa per il procedimento, che risulta a carico dell’altra parte, perdente.

    Per quanto riguarda invece l’informazione contenuta nell’assunto “ il Segretariato generale della giustizia amministrativa, adeguandosi alle disposizioni impartitegli dall'Agenzia delle Entrate ha invitato, con propria circolare, le segreterie dei tribunali amministrativi regionali a pretendere, nel caso di proposizione di ricorsi in materia di insegnanti di sostegno, un contributo unificato di ben 650 euro" c'è da  dire che  la tariffazione del contributo unificato non compete all’Agenzia delle Entrate, ma discende direttamente dalle leggi dello Stato italiano  - e qui ci chiediamo se quanto scritto nell’articolo è un errore o che.
    Traetene quindi le debite riflessioni. Mi limito a commentare che se volete adire le vie legali è consigliabile rivolgersi ad un professionista che conosca la materia e che abbia anche esperienza. E che le notizie varie che si leggono vanno debitamente verificate, soprattutto prima di diffonderle.
    Ringrazio l'avvocato Tiziano Solignani, i cui siti ho provvidenzialmente trovato, nella ricerca delle corrette info per interpretare l'articolo in oggetto, e che gentilmente ha risposto ad un paio di miei quesiti che gli ho posto, sul davvero utile gruppo "Avvocati dal volto umano". Questo è il suo blog.
     

    mercoledì 17 luglio 2013

    A proposito dell'Ufficio Scolastico di Lodi; un anno dopo. Stessa spiaggia....

    La scorsa settimana, un anno dopo la lettera aperta in merito alla chiusura/ridimensionamento dell'Ufficio Scolastico Territoriale di Lodi, Genitori Tosti e Gruppo Intesa Associazioni Disabili della Provincia di Lodi scrivono una nuova missiva alle cariche istituzionali per scongiurare una decisione che avrebbe pesanti ripercussioni per le famiglie, in particolari per quei rapporti delicati ma importantissimi e preziosi per noi per gestire i rapporti con la scuola.
    Ill.mo Commissario Straordinario della Provincia di Lodi, dott. Cristiano Devecchi
    Ill.mo Sindaco del Comune di Lodi, dott. Simone Uggetti
    Ill.mo Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, dott. Francesco de Sanctis
    Egregio Direttore dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Lodi, dott. Luca Volonté
    Lodi, 10 luglio 2013
    Oggetto: lettera aperta sulla gestione della didattica per la disabilità e chiusura dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Lodi
    E’ con una certa amarezza che ci troviamo, giusto ad un anno dal precedente scritto (http://genitoritosti.blogspot.it/2012/07/non-chiudete-lusp-di-lodi.html), a dover nostro malgrado ribadire i rischi che l’attuale politica di tagli sulla scuola sta attuando, rischi pendenti sui bambini e ragazzi con disabilità, tra le persone in assoluto più fragili. In particolare ci riferiamo alla più volte annunciata e mai rinunciata chiusura dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Lodi. Puntuale come ormai negli ultimi anni il vociare in questo senso allarma come non mai in considerazione dello stato in cui versano le risorse per la scuola; ma fosse solo un problema di risorse. Il punto cardine riguarda il futuro di un Paese, che nell'istruzione gioca gran parte delle possibilità, sia per i bambini e ragazzi che di problemi di salute non hanno, a maggior ragione  per coloro che ogni giorno convivono con una disabilità. Per le loro famiglie, le nostre, l’Ufficio Scolastico rappresenta un nodo fondamentale del tessuto di relazione che consente l’affermazione delle possibilità di riuscita delle persone con disabilità. E non solo per loro: col nuovo anno scolastico il Ministero dell’Istruzione ha definito che tutte le difficoltà di apprendimento (i bisogni educativi speciali) debbano, finalmente, avere l’attenzione che necessitano. Si parla di un numero di allievi assai considerevole, la cui gestione presenta però, a nostro avviso, non pochi punti indefiniti, tra i quali l’operatività dei GLH, i gruppi di lavoro che fino ad oggi potevano riuscire a garantire il rapporto tra scuola e le famiglie, la formazione dei docenti e il carico di lavoro che questi ultimi dovranno sopportare. E’ bene ricordare che la scuola pubblica viene da oltre un decennio di pesanti ridimensionamenti di risorse e funzioni, tanto da rendere precario l’intero sistema, quanto meno in termini di qualità didattica. Nel resto d’Europa agiscono all'opposto, aumentando i finanziamenti all'istruzione....Sono questi alcuni dei tantissimi aspetti che l’Ufficio Scolastico di Lodi si è sempre impegnato a mediare agendo su quel tessuto, coniugando tradizione e grandi capacità di relazione del nostro territorio per chiudere i buchi lasciati aperti dal legislatore. Senza questo ruolo, molte famiglie non saprebbero più a chi rivolgersi, essendo a nostro avviso ormai evidente l’impossibilità, per le figure scolastiche che rimarrebbero, di poter offrire una risposta esauriente ai bisogni che sempre più frequentemente e con maggior complessità emergono. A farne le spese per primi, una volta ancora, gli allievi con disabilità. Sarebbe una grossa responsabilità, cui le famiglie dovrebbero necessariamente trovare altri interlocutori, sempre più rappresentati dai tribunali.
    Pertanto, come lo scorso anno, ribadiamo che le funzioni dell’Ufficio Scolastico di Lodi sono insostituibili; auspichiamo che perlomeno quelle legate alla gestione della disabilità e dei bisogni educativi speciali rimangano adeguatamente presidiate come avvenuto fino ad oggi.
    Restando a disposizione per ogni chiarimento che dovesse occorrere e confermando la nostra piena collaborazione, cogliamo l’occasione per porgere i nostri rispettosi e cordiali saluti.
    Alessandro Manfredi, Presidente Gruppo Intesa delle Associazioni Disabili della Provincia di Lodi
    Giovanni Barin, referente per la Lombardia Associazione Genitori Tosti Onlus

    lunedì 24 giugno 2013

    Perchè (anche noi) siamo contrari alla direttiva ministeriale sui BES


    La nostra Associazione, i Genitori Tosti ,  ha scritto una lettera al Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza in merito alla Direttiva MIUR del 27dicembre 2012, seguita dalla circolare esplicativa n. 8 del 6 marzo 2013, inerente gli alunni con bisogni educativi speciali,
    chiedendone urgentemente la sospensione.
    L’Associazione Genitori Tosti, formata da genitori con figli con disabilità, si batte anche per l’integrazione scolastica di tutte le persone con disabilità; è naturale che l’attenzione per questo processo assai delicato si rivolga in modo analogo a tutti gli allievi che presentano una difficoltà di apprendimento. Ricordiamo che l’inserimento scolastico rappresenta il principio della partecipazione alla vita sociale di ogni bambino, in difficoltà o meno. In questo senso riteniamo che la Direttiva del 27/12/2012 rappresenti l’ennesimo episodio di gestione poco oculata della scuola pubblica, con particolare gravità essendo coinvolta una platea di persone che sommano ad una condizione complessa un delicato momento della propria crescita.
     
    Chiediamo:
    - una precisa ed estesa motivazione normativa circa la modifica, da parte di Direttiva e Circolare (che sono atti amministrativi), degli organismi specificatamente previsti per l'integrazione scolastica di persone con disabilità – quindi normati dalla Legge 104/92: si rischia di trasformare lo strumento cardine per l’interazione tra scuola e famiglia, il Gruppo di Lavoro sull’Handicap di Istituto (GLHI) in una amalgama senza identità né capacità di intervento concreto;
    - di chiarire la modalità gestionale da parte del GLI (ex GLHI) delle “risorse” tra BES con sostegno e BES senza sostegno, tenendo conto che non sembrano esserne previste altre che non siano quelle rivenienti dalla L.104/92;
    - di occuparsi di quanto mai applicato, parzialmente o totalmente, delle misure previste dalla L.104/92 e dalle altre norme in materia di integrazione scolastica: ore di sostegno insufficienti ed assegnate in modo disorganico; riconoscimento di un orario di sostegno ormai spesso largamente insufficiente anche ai cosiddetti "articolo 3 comma 3"; docenti specializzati che specializzati non sono (perché vengono reperiti dalle graduatorie comuni a causa della cronaca mancanza di docenti in possesso di specializzazione); ore “coperte” dagli OSS (operatori sociosanitari) che hanno altre competenze, sicuramente non didattiche,inottemperanza vergognosamente consapevole della L.4/2004 in materia di accessibilità dei libri di testo, contro la quale l'Associazione Italiana Editori è addirittura (!) ricorsa al TAR...
    E l’elenco sarebbe ancora lungo.
    Onorevole Ministro Carrozza, se il figlio a scuola in queste condizioni fosse il suo, a cosa darebbe la priorità di intervento? E in che modo?
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    la nostra lettera dello scorso anno al MIUR
    campagna GLH in tutte le scuole

    venerdì 21 giugno 2013

    News e attività GT



    Finalmente dopo tutto questo tempo possiamo aggiornarvi su alcune belle novità in casa Genitori Tosti.
    Partiamo dalla scoppiettante sezione sarda che conta ben 26 soci capeggiati da Marisa Melis! I laboratori ludico-didattici avviati a Cagliari nell'ottobre 2012 sono diventati un vero e proprio polo aggregativo - ci tengo a sottolineare che questi laboratori sono aperti a tutti, non solo alle persone con disabilità.
    Poi il laborioso gruppo isolano ha inaugurato anche la bella consuetudine delle gite, la prima delle quali è stata un emozionante viaggio con il trenino a vapore, ha partecipato ad un concorso e prossimamente organizzerà una giornata di spettacolo al fine di raccogliere fondi per finanziare le attività dei laboratori.
    In ultimo c'è anche stata l'idea di realizzare la maglietta dei Genitori Tosti, come potete vedere dalla foto :)
    Per contatti e informazioni: sardegna@genitoritosti.it
    Passiamo quindi alla sezione pugliese dove il rappresentante regionale, Maria Grazia Fiore, è stata di recente eletta nel consiglio direttivo di ISAAC ITALY, qui ogni particolare, e si sta occupando delle linee-guida  regionali per l'autismo, il che implica un bel lavoro di intermediazione con istituzioni e associazioni del territorio. Ricordiamo anche il bellissimo blog l'officina di Jacopo uno dei tanti che Maria Grazia cura, che definisco un esperimento brillante e finora ineguagliato di "didattica applicata in progress" dal quale tutti dovremmo trarre ogni spunto utile e magari esportare. Chi di dovere, invece, dovrebbe premiare.
    Per quanto riguarda la sezione lombarda,  seconda a quella sarda per numero di soci, coordinata dal tentacolare Giovanni Barin, c'è stato tutto un lavoro di rete cioè collegare enti diversi nel segno della cultura dell'inclusione; questo lavoro dovrebbe dare i suoi frutti a partire dall'entrante autunno. Segnalo poi il bellissimo blog Giocologo curato da Giovanni e dedicato alla logopedia, per condividere materiali e il blog del Forum provinciale delle associazioni dei genitori di Lodi.
    Finiamo la carrellata GT con la sezione veneta, che si occupa principalmente di incombenze burocratico- amministrative, di coordinamento interno e che al momento è occupata alla ricerca di una sede dove finalmente riunirsi quando serve, ospitare incontri ed eventi formativi e dare il via alle attività. 
    Segnalo poi un ulteriore sito internet GT, ultimo nato in ordine cronologico e cioè la pagina FB   
    "Operatore scolastico per la comunicazione", dedicata a questa figura, che a scuola affianca gli alunni con disabilità; il gruppo è aperto oltre che ai diretti interessati a genitori, pedagogisti, educatori, docenti, medici, editori di libri speciali, logopedisti e chiunque che per lavoro abbia a che fare con l'ambito della comunicazione. In quest'avventura, avviata a gennaio 2013, ho al mio fianco la preziosa presenza di Maria Clarice Bracci .
     
     
     

     

    giovedì 20 giugno 2013

    GLHI, la mia esperienza biennale come rappresentante dei genitori.


     
    Nell’anno scolastico 2011-12 abbiamo lanciato, per la prima volta, la campagna sui GLH, poi replicata anche quest’anno. (*)
    Anche io, nella duplice veste di genitore e presidente d’associazione, ho aderito, mandando, agli inizi di agosto 2011, una bella AR all’allora dirigente scolastica, in cui, appunto, mi proponevo come candidata per rappresentare i genitori e facevo presente (poiché da un pregresso colloquio detta persona mi aveva esternato la sua fatica a far partecipare gli NPI alle riunioni) che per legge gli specialisti di ASL/centri privati convenzionati avevano l’obbligo di adempiere a tali appuntamenti. Pena la diffida da parte del dirigente scolastico che deve e può fare quest’azione. Mi rendevo quindi disponibile a qualsiasi tipo di collaborazione costruttiva, in quanto associazione.
    A fine settembre  viene convocata una riunione per i genitori di figli con disabilità di tutto l’IC.
    Partecipano in più della metà – meraviglia da parte della DS, che esordisce con un “Quest’anno c’è una novità, una nuova legge per cui…….”.
    Giuro che ho dovuto impormi di non scattare in piedi ed inveire pesantemente: una nuova legge? Ma la 104, benedetta donna, è nuova, l’han fatta ieri? 
    Ho aspettato con estrema pazienza, finché la DS non ha smesso di enunciare i suoi garruli enunciati, mentre i genitori mormoravano varie cose e poi ho preso la parola: ho detto che la legge che istituisce i GLH risale al 1992, quindi che erano passati quasi 20 anni, ho spiegato la rava e la fava in sintesi, cercando di usare un linguaggio piano, perché mi rendevo conto che stavo parlando di cose del tutto sconosciute e quindi ostiche.
    La dirigente è sbiancata,  sui genitori è calato dapprima il silenzio poi tutti hanno iniziato ad agitarsi sulle sedie, come quando si è a disagio, qualcuno si è girato a guardarmi in faccia e qualcuno ha esclamato qualcosa di intelleggibile.
    Quindi, poiché nessuno ha fatto alcuna domanda, la DS ha proseguito con estrema nonchalance a chiedere se, oltre a me, c’era qualcun altro che si candidava a rappresentante dei genitori.
    Una bionda della prima fila “ma prende molto impegno questa cosa? Se si può fare nel pomeriggio tardi io potrei essere disponibile…”.
    La riunione finì con il mio invito a scrivere sul foglio, che tutti dovevano passarsi, i relativi contatti.
    Pensavo di essere a cavallo e di poter iniziare un bel trotto, costruendo una rete tra tutti i genitori; ma non avevo fatto i conti con la specie dei genitori di figli con disabilità indigeni, una specie davvero particolare. Appressandosi la data del primo GLHI dell’anno (ed anche della storia di quell’IC, perché, dal 1992 fino a quel momento, mai erano stati fatti i GLHI e vi lascio quindi immaginare i GLHO…) scrivo ai i genitori per chiedere loro se avessero domande, dubbi, richieste etc, informandoli delle cose basilari del tipo di cosa si parla nei GLHI, chi interviene, perché etc.
    Ottenni una sola, laconica risposta: “grazie”.
    Quindi provai a contattarli per telefono.
    Stavolta ottenni due risposte:
    1) Mio figlio non è tanto grave, cammina e quasi non si vede che è disabile e poi quest’anno è in terza - tradotto “cacchio vuoi tu da me?” Il tutto inframezzato da “Stai fermo” “Smettila! Non vedi che sono al telefono” “ Insomma Basta!”, urlato in maniera un pelino isterica ogni 3 parole, all’indirizzo del figlio mimetico.
    2) Ahaaaaaaa, ma mia figlia tra poco ha la revisione dell’invalidità, probabilmente gliela tolgono,  quindi non è più disabile e non so allora se questa cosa mi riguardi.
    Provai allora l’ultima carta, l’approccio de visu.
    Per la serie: cado dalle nuvole, non ho mai sentito queste cose che mi stai dicendo…. Il PEI? Cos’è? Ma non l’ho mai ricevuto…. Comunque m’informo! – certo, perché io ti sto raccontando un sacco di bubbole, nevvero?
    Con queste confortanti premesse sono andata quindi a questo GLHI.
    Una farsa?
    La dirigente ha attaccato subito con “Questa è la prima volta che ci troviamo e quindi – occhiata verso di me- è comprensibile che ancora non si sappia bene cosa fare.
    Certo, tu non ti sei minimamente documentata, non hai neanche la più pallida idea di dove girarti per avere le informazioni che ti servono per svolgere al meglio il tuo lavoro.
    Quindi è partita una giaculatoria sui DSA, su quanto siano problematici i DSA, che è impellente fare dei corsi di aggiornamento sui DSA.
    Avrei riso, se non fosse che sono un tipo poco incline alla comicità quando si tratta di queste cose….. siamo ad un gruppo di lavoro per l’handicap d’istituto = legge 104/92  e tu mi parli di DSA? Scherziamo?
    Cerco di riportare le cose nel seminato facendo presente che il GLHI riguarda gli alunni certificati 104 e nient’altro e chiedo quanti alunni con 104 ci sono in tutto l’IC, quanti per plesso, quanti con comma tre, quanti sensoriali, quanti motori…..
    Avrei voluto fotografare il gesto di stizzoso fastidio a queste mie domande da parte del rappresentate ULSS a queste mie domande, probabilmente pensava che volessi farmi i fatti altrui, invece è proprio dalla quantità/casistica degli alunni presenti che si parte per impostare i ragionamenti e da qui gli interventi. Pia illusione! E in ogni caso neanche la DS sapeva rispondere, l’unico dato certo, forse, era il numero complessivo.
    Ma il copione era già mandato a memoria e verteva solo sui DSA – ma che c’importa dei 104, il problema grosso è il DSA!!!!!! Ed era lapalissiano che i convenuti erano lì per obbligo più che per cognizione di causa.
    Ho quindi tentato di avanzare due istanze: una che sul sito dell’IC figurasse una sezione dedicata in cui i genitori avessero tutte le informazioni necessarie – neanche sul modulo d’iscrizione c’è magari una nota in calce dedicata agli alunni con 104! Giustificazione: è il modulo emesso dal MIUR.
    L’altra era che si potesse collaborare per organizzare un incontro formativo tra docenti e genitori e quanti ne avessero interesse, per introdurre certe tematiche e perché no, che fosse d’aiuto.
    Tornai a casa con la sensazione che era tutta una presa per i fondelli, che avevo buttato due ore di tempo.
    Addirittura la rappresentante dei genitori in seno al consiglio d’istituto alla fine, in maniera candida, commentò che non sapeva assolutamente che c’erano così tanti alunni H, eppure lei da  anni era rappresentante. Ulteriore chicca: la rapp. ULSS aveva i figli iscritti proprio nei plessi dell’IC.
    La seconda riunione si tenne in aprile, assente la NPI dell’USSL, assente la referente per il servizio OSS dell’ULSS, assente il rappresentante del servizio lettori e ripetitori, assente la rappresentante dei genitori, eravamo la DS, due docenti di sostegno e una curricolare. Io non avevo granché da dire, a rappresentanza degli altri genitori H, dopo aver inoltrato il verbale della precedente riunione e aver di nuovo chiesto se avessero domande, proposte, problemi etc non ho ricevuto nessuna risposta.
    Ricordo che  la docente curricolare parlò a lungo di questo bambino che era nella sua classe che veniva da una famiglia disastrata e che non sapeva neanche lavarsi le mani. Le chiesi se era un bambino certificato. Certo che no, era solo uno svantaggiato sociale…… le mie richieste fatte nella precedente riunione? Ah, ma il sito internet lo cura un docente che lo fa nei ritagli di tempo…. Molto difficile…. Bla bla bla. E l’incontro formativo? Non interessa perché già lo fa l’UST. E buonanotte ai suonatori, ché l’anno è ormai finito.
    Secondo anno scolastico, questo appena concluso. DS di nuova nomina, fresca del recente concorso per dirigenti.
    Dico solo che l’incipit, ad un colloquio è stato: ma tu sai chi devo convocare per il GLHI?
    La prima riunione: non ho potuto presenziare perché ero a 500 km da casa, come faccio ogni 6 mesi, per offrire a mio figlio le terapie che in nostro SSN non gli eroga. Che fatalità che la DS avesse convocato il GLHI proprio in quel periodo, nonostante avessi chiesto di spostare la data, condolendosi assai la DS mi disse che già tutti le avevano confermato. Essendo io la figlia della serva, che ci volevo andare a fare al GLHI?
    La seconda riunione: non ho potuto presenziare, perché cadeva proprio nel periodo in cui dovevo stare a letto e niente sforzi (gravidanza a rischio); mi ero comunque resa disponibile via skype (eccesso di zelo, mannaggia a me!) ma poi le mie condizioni di salute proprio non me l’hanno permesso. Chissà cosa mi ero persa! E chissà che bottiglia hanno stappato in presidenza!
    La terza riunione, aprile 2013.
    DS, NPI dell’ULSS mai vista prima – che forse aveva un torcicollo cronico perché, pur avendola affianco mai s’è girata neppur di qualche grado nella mia direzione, rappresentante ULSS per il servizio OSS, una curricolare nuova, una docente di sostegno. Durata dell’esiziale consesso: 60 minuti. I primi 30 sono stati usati dalla curricolare che ha frequentato un master per imparare a stendere il PDP per… i DSA, perché lei si è specializzata nei DSA. Oddio, ci risiamo!
    Poi è stata la volta del mirabolante progetto per gli alunni disabili. Ommioddddddiooooo, ho sentito bene? Un progetto per gli alunni disabili?????! Dopo 5 minuti in cui DS, rappresentante ULSS per il servizio OSS e docente di sostegno esclamavano coralmente un unico aggettivo e cioè bellisssssssssssimo (sì con tutte quelle esse lì) gli occhi lucidi e le labbra a ghigno che doveva parere un sorriso, chiedo in che cosa consista questo progetto. Qualcuno toglie l’audio di colpo. Poi, zoppicando, un po’ la docente (cui s’imporporano le guance) un po’ la rapp ULSS riesco a collazionare quanto segue: partendo da un testo, un romanzo, è stato  creato un copione e delle marionette e una scenografia e poi è stato inscenato uno spettacolo. Totale alunni con disabilità coinvolti nel bellissssssssssimo laboratorio: 1. Ma insieme a tutta la classe, certo nel segno dell’integrazione ecchediamine. Durata: qualche mese? Responsabile del progetto: un OSS. Avete letto bene, un operatore socio-sanitario. Ah ma in collaborazione con la curricolare, di lettere I suppose.  Costo del tutto? Vai a sapere!
    Pensavo al progetto che, finalmente, al secondo anno ero riuscita a mettere in testa alle docenti per mio figlio, costruire un libro tattile.  Per pietà la docente curricolare ha concesso mezz’ora a settimana. Costo: zero, perché sono stati usati solo materiali di riciclo. Ricaduta sulla classe: tutti i bambini si sono divertiti un mondo ad aiutare mio figlio nella costruzione del libro imparando, che c’è chi legge in modo “alternativo” e mio figlio naturlmente si è divertito anche lui e ha passato un po’ di tempo con i compagni. Ricaduta sulle docenti: nessuna, tant’è che nella mostra del libro che cura personalmente ogni anno, non l’ha manco esposto.
    Quindi i restanti minuti del GLHI sono stati impiegati dalla dirigente a illustrare qualcosa sui BES, da cui ho arguito che la premura era solo come realizzare quanto contenuto nella direttiva ministeriale, quindi come adempiere burocraticamente e soprattutto dove reperire i fondi (eh, già!),  senza minimamente chiedersi se era lecito il tutto e cosa comportasse a livello per esempio della “sciocchezza” sul diritto allo studio o all’istruzione degli alunni con 104, sul diritto al lavoro dei docenti di sostegno  e varie altre amenità che evidentemente non ne calano a nessuno.   
    Fine.
    Ah no, dimenticavo la perla e cioè l’asserzione, sempre con tante sibilanti : ” Voglio fare cultura della disabilità”, lasciato cadere ad effetto, inclinando la testa e sbattendo le ciglia modello Betty Boop.
    A me è suonato come una bestemmia, date le 7.40 ore di sostegno che detta donna ha assegnato a mio figlio invece che 16.
    Ma tant’è, questo è il materiale umano con cui noi genitori siamo costretti a relazionare e purtroppo ne usciamo sempre sconfitti, perché noi almeno gli scrupoli di non ferire, di non essere scorretti e di non prendere per i fondelli, ce li poniamo. Certo ci sono anche dei DS eccezionali, sono pronta a metterci la mano sul fuoco, ma finora non ne ho incontrati e il feedback che viene dalle richieste che ci fanno le famiglie che si rivolgono alla nostra associazione ci parla di una sconsolante realtà, relativa a questa figura.
    Ora vi invito a guardarvi le magnifiche slide congegnate da Maria Grazia Fiore, nostro referente per la regione Puglia; poi confrontate con il resoconto di questi GLHI.
    Domande: perché il MIUR non ha mai verificato, dal 1992 in qua che il GLH sia d’istituto che operativi si tenessero per davvero, nelle scuole? E perché non ha mai indetto dei corsi di aggiornamento OBBLIGATORI per i DS, che almeno non ci si debba sorbire simile miserie comiche, che poi vanno a danneggiare sempre e solo gli studenti?
    Direi emblematico che, constatando la debolezza ( anzi no, si dice “criticità”) del sistema integrazione scolastica del nostro Paese, il MIUR non abbia fatto verifiche e quindi rimediato.
    Meglio buttare via tutto, alunni e docenti H compresi, e fare qualcosa di nuovo.
    (*) Per chi volesse approfondire, sulla campagna GLH in tutte le scuole:

    il nostro volantino

    ANNO I

    ANNO II

    GLH questo sconosciuto
     

     

     

     

     

     

    venerdì 10 maggio 2013

    Quando, invece, te l'aspetti.


    Avevo sentito la pubblicità di questo nuovo (?) canale tematico della TV di Stato, dedicato INTERAMENTE alla scuola. Lo spot è davvero intrigante - io l'ho solo sentito in audio - anche perchè la voce è quella fantastica di una delle più brave doppiatrici italiane - tenete presente che i doppiatori italiani sono riconosciuti, internazionalmente, i più eccelsi del mondo.
    Quindi oggi m'è venuto l'uzzolo di cercare sul web il sito dedicato a questo canale.
    Sito fatto benissimo ovviamente, secondo gli standard più all'avanguadia del digitale, suppongo.
    In Home c'è di tutto e di più, ma non trovo nessuna parola, segno grafico, disegno, foto etc che rimandi in qualche modo all'ambito che più mi interessa e cioè la disabilità, annessi e connessi.
    Rimango un attimo assorta davanti al monitor..... penso che un buon 80% delle richieste di aiuto che ci pervengono dalle famiglie, riguardano la scuola, questa benedetta inclusione scolastica o integrazione dir si voglia, insomma la scuola che non solo accoglie ma istruisce etc ANCHE i nostri figli...... sulla carta magari ci sono cose bellissime, nella realtà è uno sconcerto continuo.
    Davanti - o sopra, sotto, ai lati? non saprei spazialmente dove collocare, ma è una presenza concreta, insomma, insieme a tutto questo scollamento tra  carta ben scritta e vita vissuta male, ci sono le fantasmagorie dei teorici della pedagogia.
    Penso queste cose alla velocità della luce, perchè sono cose che ruminano nel mio cervello da anni, ormai..... e quindi scansiono la videata in ricognizione della stringa cerca, appunto, vediamo se sono fortunata.
    Digito "disabilità".
    Interessantissimo senza dubbio, mi tocca anche da vicino. E ci fa ulteriormente vergognare come Paese in cui succedono ancora episodi di questo tipo.
    Ma la disabilità, in questo canale dedicato alla scuola?
    Riprovo e digito "Integrazione scolastica".
    Non mi pare ci siano altre paole da sprecarci su.
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    Nella foto: panorama di Marte inviato dalla sonda Curiosity.

    giovedì 2 maggio 2013

    Quando meno te l’aspetti...



    di Gio Bazen
    Avevamo diverse possibilità nel scegliere un ristorante dove festeggiare la Prima Comunione di nostra figlia. Un luogo dove la cucina fosse di buon livello, dove i bambini potessero scorrazzare abbastanza liberamente nei presumibili lunghi tempi di questi eventi, che fosse sufficientemente tranquillo per non innervosirli (e noi con loro), dove fosse possibile passare il momento postprandiale passeggiando nella natura, oltre ad altri grandi/piccole condizioni che, si sa fin dal principio, sarà difficile se non impossibile rispettare in toto.
    Il compromesso selezionato ha come rovescio della medaglia il dover sperare nella tranquillità delle altre tavolate confinanti, pur avendo la sala una conformazione che dovrebbe garantire un certo abbattimento del riverbero: in una sorta di maxi gazebo se il tempo è clemente si aprono le “pareti” et voilat, per una persona sorda con impianto cocleare il fattore (acusticamente) micidiale del riverbero scompare. Certo, resta il livello di rumore che l’italico commensale sviluppa mediamente in modo piuttosto elevato... Ma potremo sempre lavorare sul programma del processore, settando l’impostazione più congeniale al momento per attutirlo, se necessario.
    Non nascondo che in certi frangenti vorrei poter avere tutta per me una sala immensa immersa nel silenzio per poter almeno una volta dimenticare uno dei motivi che ci tiene lontani dai raduni umani; e, poi, da quando la sordità è diventata parte della nostra vita, mal sopportiamo le situazioni di rumore eccessivo. Ogni volta che ci capitiamo in mezzo, non posso non pensare alla mensa della scuola (alzi virtualmente la mano chi può dimostrare la prestazione sonora di sufficiente qualità della scuola del proprio....) dove originano e sviluppano le malattie professionali dei docenti nell'oblio dei parametri di legge, essendo la scuola anche luogo di lavoro...
    Ma torniamo alla giornata odierna, con l’ingresso nella sala da pranzo già gremita in ogni suo posto all'apice del banchetto: chi assapora l’antipasto, chi a metà pregusta la seconda portata in arrivo, chi si appresta con qualche difficoltà a dolci delizie col miraggio dell'ammazzacaffè. Ma nel centinaio di persone, si nota immediatamente che qualcosa di anomalo c’è; anzi non c’è: il rumore. Nell'inseguire i pargoli in un piacevole brusio incrocio lo sguardo ugualmente interrogativo dei colleghi di combriccola. Di nuovo mi soffermo sugli astanti, ed ecco li a un tavolo di distanza una tavolata silenziosa, dove una cinquantina di persone dialoga in LIS. Le mani vorticano nello scambio di battute mentre il pasto procede con gran soddisfazione. Dalla tranquilla serenità che ha accompagnato il nostro festeggiamento, diverse considerazioni si affacciano: innanzitutto grazie al livello sonoro equilibrato sia mia figlia sorda impiantata, sia tutti i presenti hanno giovato di un ambiente più rilassato. Mia figlia non ha imparato la lingua dei segni poiché per diversi motivi ha seguito una educazione improntata all'oralismo e, grazie all'impianto cocleare, alla percezione del linguaggio sonoro. La LIS è una risorsa importantissima al pari delle altre, cui le famiglie devono essere libere di attingere e sfruttare per la crescita dei loro figli secondo la situazione cui si trovano. Non è da sottovalutare il fatto che un bambino che padroneggi la doppia lingua possa risolvere i frangenti nei quali la tecnologia non lo possa aiutare: non solo nei problemi fondamentali legati alla salute, ad esempio in caso di non poter sfruttare il nervo acustico e nella conseguente impossibilità di impianto cocleare; ma anche in casi banali, dove, ad esempio, la pila si esaurisce: pochi giorni fa leggevo nel gruppo Facebook "Affrontiamo la sordità insieme" di Massimo e sua figlia al supermercato in analoga situazione, con entrambe le batterie degli impianti scariche:
    “Oggi abbiamo fatto sbarellare il supermercato, sono finite le batterie degli impianti e ci siamo messi a fare la spesa in LIS, ci siamo divertiti come matti; dovevate vedere le facce dei clienti e della cassiera che non si è mai accorta che mia figlia è sorda! Noi [con lingua verbale e dei segni] così abbiamo riscontrato molto meno stress nella bambina nei momenti senza impianto, ed ora un'assoluta padronanza dei due "mondi"”.
    Come scrivono in uno dei commenti: oltre alle batterie,
    “La LIS in tasca, come vedete, può tornare sempre utile!”
    Tra le altre considerazioni, merita soffermarsi sulla maleducazione delle persone nei luoghi pubblici, dove sempre più è mediamente doveroso imporre il proprio ego urlando le proprie gesta. E’ il caos. Ma non può che esser così se si riflette su quanto scritto poco sopra sulla condizione sonora dei plessi scolastici (nel boom demografico/edilizio degli anni ‘60-’70, la prestazione sonora era una sconosciuta); pensiamo poi alla cultura di massa, quella televisiva, dove il parlato si sovrappone in un’escalation di volume. Volume che, facciamoci ancora caso, non resta costante durante le pubblicità, in barba, se non erro, alle Leggi italiane.
    E’ triste ammetterlo, ma nel nostro Paese manca (anche) l’educazione sonora, dal principio alla fine.
    Chiudiamo però con una buona notizia: non servono molti euro per insonorizzare un ambiente quale un’aula scolastica: un buon progetto di insonorizzazione passa anche da materiali “poveri” ma ad elevato grado di abbattimento del riverbero.
    Mentre addirittura a costo zero è l’insegnamento della buona educazione fin dalla tenera età.