mercoledì 22 ottobre 2008

GIOCHIAMO?


Un aspetto fondamentale per lo sviluppo di un bambino è il gioco, che, all’inizio, è un forma di apprendimento e, con il passare degli anni, diventa un modo per socializzare, passare il tempo, divertirsi, sfogare le energie in eccesso.
Tutti i bambini giocano. Tranne i bambini disabili.
Esagerata!, esclamerete.

Eh, magari!
Un bambino disabile fa riabilitazione (fisioterapia), i suoi migliori amici sono i fornitori di tutori, bustini, sistemi di postura e tutto ciò che serve a tenerlo fermo, nella posizione corretta.
Nessun diritto di gioco. Tant’è vero che avete mai visto, voi, un negozio di giocattoli per bambini disabili? Oh certo, esistono dei giocattoli da catalogo, un unico importatore, forse due (vi prego smentitemi se fossi mal informata!) e ovviamente i prezzi sono esorbitanti e i giochi limitati.
Possibile che a nessuno, almeno uno, possidente di una fabbrica (anche a conduzione familiare) di GIOCATTOLI, non gli sia venuto da investire un po’ nel settore – dicono che vengono premiate le idee innovative che conquistano nuove nicchie di mercato. Tutte fandonie?
A meno che tu genitore non abbia il pallino del bricolage e il garage riattato a falegnameria/laboratorio e ti metti di buzzo buono a modificare giocattoli preesistenti oppure aspetti che, alla prima occasione, i parenti elargiscano la mancetta al pargolo o, in mancanza di parenti, la tredicesima, e ordini uno di quei giochi costruiti in materiale atossico, che rispetta l’ambiente e stimola le facoltà intellettive.
Una via di mezzo no?

Talvolta sul forum che frequentiamo noi genitori tosti si presenta un qualche laureando ingegnere, cui il prof ha affibbiato la tesi su un “prototipo di giocattolo per bambini disabili”. Bellissimo! All’inizio sono tutti entusiasti, chiedono consigli, esternano le loro idee… e poi? Scompaiono, forse si fanno anche cambiare argomento della tesi. Peccato!

Certo la fantasia e l’inventiva di noi genitori non ha limiti e t’ingegni anche con materiali poverissimi ma: e quelli che non hanno fantasia e inventiva? E poi: cosa fa un genitore spesso? Va al negozio e compra un gioco per suo figlio..... Noi dobbiamo sempre tornare a casa con l'ultimo modello di plantari?


Se il gioco è la prima tappa dell’apprendimento, vuol dire che ai nostri bambini è precluso ulteriormente progredire.
E come cresce, un bambino senza giochi?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

io penso che il costruttore di giocattoli INVENTEREBBE il giocattolo per il bambino speciale se AVESSE LUI un figlio così..
sennò perchè sprecare tempo?

Anonimo ha detto...

non sono anonimo sono mresciani

orsatosta ha detto...

Anonimo, non è necessario INVENTARE giocattoli, ma costruirli meglio... e perfortuna che non tutti ragionano con la logica del "pro domo mea".

ciao mresciani!

Anonimo ha detto...

lunedì a torino ci sarà l'inaugurazione della mostra To.is,proprio su questo argomento, vi lascio il link www.fondazionepaideia.it.
ciao valeria

orsatosta ha detto...

Grazie Valeria e ciao!

Anonimo ha detto...

Ciao ,
non vi posso offrire grandi cose ma se vi interessa mio padre crea videogiochi per bambini speciali
www.giochieducativi.eu
sono tutti scaaricabili gratuitamente
Beba