domenica 19 ottobre 2008

LA SCUOLA FANTASTICA

COME SI REALIZZA L'INCLUSIONE
In Italia non esiste alcuna commissione sanitaria, sociale o educativa né ufficio amministrativo che decide se l'alunno possa o non possa frequentare una scuola o se debba essere avviato ad una scuola speciale o ad una scuola comune.
In Italia, tutte le scuole statali e le scuole non statali (private, comunali e regionali) che ottengono la parificazione, ai sensi della Legge 62/2000, hanno l'obbligo di accettare l'iscrizione degli alunni con disabilità anche se in situazione di gravità. Anzi, il rifiuto di iscrizione ditali alunni è punito penalmente.
I genitori iscrivono il figlio disabile alla scuola materna (dopo il terzo anno di età) o a quella elementare obbligatoria (dopo il sesto anno di età), consegnando le diagnosi.
Sulla base della diagnosi, gli insegnanti della classe, la famiglia e gli operatori sociosanitari che seguono l'alunno impostano il Piano Educativo Individualizzato (PEI) (Legge 104/92, articolo 12, commi 5, 6 e 8) che comprende sinteticamente il progetto riabilitativo, quello di socializzazione e quello didattico (Legge 104/92, articolo 13, comma 1, lettera a). Questa équipe viene chiamata nella pratica Gruppo di Lavoro operativo sull'alunno con Handicap (GLH) e provvede anche alle verifiche periodiche sui risultati globali; la valutazione sui risultati del solo progetto didattico è invece riservata ai soli docenti.
Il piano educativo individualizzato ed il conseguente progetto didattico debbono essere sostenuti da personale e strumenti anche tecnologici adeguati al tipo di minorazione e di gravità.
Così, ad esempio, un bambino cieco deve avere un insegnante specializzato che conosce l'alfabeto "Braille" coi puntini a rilievo (Legge 104/92 art 14); il bambino sordo, se è munito di una protesi acustica fino dai primi mesi o al primo anno di vita, oltre ad un insegnante specializzato per sordi e la capacità della lettura labiale, deve anche avere in classe un "campo magnetico" che riduce gli effetti di disturbo sulla protesi acustica prodotti dai rumori esterni. A partire dalla scuola media si comincia a chiedere pure computer con programmi di "sottotitolazione simultanea", cioè che traducono in una riga di parole mobili le parole che vengono pronunciate dagli insegnanti. Se il bambino sordo non è stato protesizzato bene e parla e/o percepisce male, ha diritto ad una "interprete della lingua dei segni"; un bambino spastico ha bisogno di un insegnante specializzato e, se necessario, di un assistente che lo sposta da un'aula all'altra e lo porta ai servizi igienici, o provvedendo anche a pulirlo se non ha il controllo degli sfinteri e si sporca ; un bambino con handicap intellettivo, ad es. con sindrome di Down o con ritardo mentale più grave, ha bisogno di un insegnante specializzato e di materiale didattico specifico ad es. per imparare a contare o a parlare o comunque a comunicare anche con mezzi non verbali.
La legge prevede anche che il trasporto dall'abitazione allo stabilimento scolastico sia fornito gratuitamente.
Gli insegnanti per il "sostegno didattico" si specializzano con due anni di corso specifico e sono pagati dall'amministrazione scolastica così come gli assistenti per gli spostamenti e l'igiene personale.
Il materiale didattico specifico è fornito in buona parte dai Comuni (città di residenza dell'alunno) ed in parte dall'amministrazione scolastica (computer con sintesi vocale per i ciechi, con tastiera a tasti larghi per gli spastici...)
Inoltre gli Enti locali forniscono, ad esempio, i libri trascritti in braille per i ciechi, un educatore per aiutare nei compiti a casa i sordi, assistenti per assistenza domiciliare pomeridiana per i disabili motori o intellettivi. Sempre gli Enti locali forniscono assistenti per accompagnare i disabili a scuola, al centro di riabilitazione, di formazione professionale, al centro diurno dove i disabili più gravi svolgono attività di gioco, in piscina, ad uno spettacolo...
Le "intese" (oggi "accordi di programma") fra le diverse istituzioni pubbliche regolano le modalità di offerta di questi servizi.
tratto da: "La Normativa sull'educazione inclusiva delle persone con disabilità in Italia:la storia, gli aspetti istituzionali, e le prassi applicative" di Salvatore Nocera.
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In questi tempi di riforma della scuola, in cui ogni categoria sociale manifesta il proprio pensiero, tutto tace dal fronte "disabilità" ed, anzi, ci si dimette anche dall'osservatorio sull'integrazione scolastica del Ministero della Pubblica Istruzione.
L'assurdo è che le leggi ci sono, ma nessuno le rispetta e gli alunni disabili cui è garantito il diritto allo studio sono quelli che hanno genitori che sanno farsi sentire.
Vi pare giusto? Perchè poter mandare il proprio figlio a scuola è un favore che ci fanno e non un sacrosanto diritto, al pari degli altri?

2 commenti:

Marina ha detto...

BELLA la tua domanda , perchè il diritto allo studio per i bambini disabili è sottovalutato?conosco molti bambini non vedenti e nessuno di loro ha l'insegnante in grado di leggere il braille , che fare allora quando la scuola, il Ministero dell'Istruzione , non mettono i Dirigenti scolastici in grado di fornire tutti gli strumenti necessari ai bambini con disabilità di sfruttare al massimo le loro capacità ? Bisogna ricordare ai genitori che possono ricorrere alle vie legali facendo appello all'ex articolo 700 ( misura d'urgenza)per far riconoscere il diritto allo studio dei propri figli, il legale costa? certo , ma è denaro ben speso e poi.......... si richiedono anche i danni morali e esistenziali per cui.....................
un po' di CORAGGIO genitori , i nostri figli aspettano da noi ciò che la società vorrebbe negargli .

bislacca ha detto...

la scuola fantastica... forse grazie a noi diventerà reale... avanti tutta, genitori tosti!