mercoledì 29 febbraio 2012

La pedagogia della speranza


Oggi è la giornata delle malattie rare. che è ricorrenza internazionale e, nel nostro Paese, quest'anno, conta la quinta edizione.
Abbiamo deciso di "festeggiarla" presentandovi un progetto davvero singolare e d'impatto, curato dalla società torinese Doc in Progress in collaborazione con l'Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti - Consiglio Regionale del Piemonte.
In breve: fare cultura sulla disabilità attraverso le voci dei suoi protagonisti.
L'ultimo audio documentario realizzato si intitola "Come un battito d'ali": ascoltandolo vi emozionerete tantissimo, ma in positivo, perchè è una testimonianza davvero bella ed energizzante, che potrà rinfrescare le ormai esaurite energie di quanti combattono, ogni giorno, contro certi pregiudizi e anche paure, della gente.
Non sono mai troppi gli imput che danno speranza, in momenti come questi in cui le persone disabili, oltre che patire appunto pregiudizi e gli effetti della paura altrui (che si traduce sempre nell'esclusione e nella marginalizzazione sociale), sono ormai considerate come un costo, per il pubblico bilancio, da tagliare. 
Da mamma con un figlio piccino, che sta imparando ora i rudimenti della lettoscrittura, sempre a fronteggiare una selva oscura di saracinesche (che fatica, ogni volta, a scassinarle!), ascoltare la voce di Maria, Emanuele, Sabrina e Stefania mi ha dato una grande speranza, perchè non essere da sola ad avere "certi pensieri", ti conforta.
Soprattutto quando viene detto che, siccome la mamma è caparbia allora i medici cedono e "concedono" la logopedia al figlio, pur non credendoci: quanti di noi ritrovano la propria storia in queste parole? Che purtroppo sono la realtà di ordinaria amministrazione... io non sono stata così fortunata, nonostante la caparbietà, poi, le terapie le ho fatte privatamente.
Ma mio figlio parla, comunica. Pensa.
Nonostante tutte le sue disabilità.
Quindi: alzate il volume e chiudete gli occhi, le immagini poi affioreranno nella vostra mente.
Poi, se vi è piaciuto, potete anche farlo sapere cliccando appunto "mi piace" o lasciando un commento.
"Rari ma forti insieme" è lo slogan che racchiude il messaggio scelto per questa giornata da Uniamo FIRM O.N.L.U.S. l'ente che, a livello nazionale, coordina tutto l'evento in collaborazione con l'organizzazione europea EURORDIS.
"Forti Insieme" che è un altro modo di dire "la forza dell'unirsi" o "i genitori fanno rete" espressioni che noi GT abbiamo creato e usato anche come tag, in questo blog, espressioni del nostro modo di essere e di agire.
Complimenti a Doc in Progress e grazie a Cristina Di Mauro per averci contattato. 
Dedicato a tutti i genitori e ai loro figli.
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Per informazioni sul progetto DOCUSOUND: il sito, dove ci si può iscrivere alla newsletter (in alto a destra) e la pagina su FB.

domenica 26 febbraio 2012

QUASI AMICI


Aspettavo l'uscita di questo film, da quando ne avevo letto la segnalazione sulla stampa, con una certa trepidazione.
É ispirato ad una storia vera, i protagonisti sono tuttora viventi e chi recita il ruolo chiave ha pure approvato la trasposizione cinematografica, il che averebbe dovuto essere una garanzia.
La sala non era granchè piena – prima assoluta nel nostro Paese.
Ora, non aspettatevi una recensione – non mi compete, e nemmeno vi posso raccontare la trama, vi sciuperei il piacere di gustarvi un bellissimo film.
Mi limiterò a qualche baluginio e alle riflessioni che possono derivare.
L'umorismo, il saper trovare il lato comico delle cose anche quando proprio tutto sembra "tragedia", è fondamentale.
Non ti serve un tubo aver studiato ed esserti specializzato se chi hai di fronte non lo vedi come una persona, ma come un handicappato da assistere.
La musica gioca un ruolo fondamentale nella vita.
Se non ti puoi muovere, almeno informati se esistono carrozze che vanno veloci. Esistono sempre.
L'apparenza inganna e non è tutto oro quel che luccica.
Se non sei intelligente – il che non ha nulla a che fare con quanti libri hai letto in vita tua – non puoi sfuggire al tuo destino, neanche se te danno la possibilità.
La fiducia, senza pregiudizi di sorta è il prerequisito per l'amicizia, al di là delle differenze di ceto, istruzione, frequentazioni, destino e sorte. Non a caso si dice che "chi trova un amico trova un tesoro".
Vorremmo tutti un Driss che dà "un'inquadrata" al vicino di casa, che piazza la sua macchina dove dovremmo passare, perchè, tanto, "un disabile dove vuoi che vada"?
Dovremmo fare tutti degli esperimenti con la barba e i baffi.
Dovremmo cominciare a pensare che le persone, estranee alla famiglia, sono una risorsa preziosa.
La disabilità ha bisogno di tutto un esercito di professionisti, preparati e competenti - basta con la compassione, l'arrangiarsi e l'accontentarsi.

Non esistono luoghi dove non si può andare ed esperienze che non si possono fare, anche se sei disabile. Se si vuole davvero, si può.
Non vado oltre, perchè è giusto che ognuno si faccia le sue considerazioni.

Se riuscite a trovare due ore, andate a vedervi questo film.
In Francia è stato un "caso", ha avuto un successo di botteghino tale che qualcuno ha comprato i diritti per fare un remake.
Non c'è niente di più immediato di un film... sarebbe interessante sentire i commenti delle persone che la disabilità non sanno cos'è.
Fattostà che, alla fine, nonostante le grandissime risate che coprivano il sonoro lungo tutta la durata del film, in fila verso la porta d'uscita della sala, avevamo tutti gli occhi lucidi.

Questo post è dedicato agli amici "del tutto".

martedì 21 febbraio 2012

21 febbraio 2012: intervista a Maria Clarice Bracci


Oggi è la giornata nazionale dedicata al Braille.
Abbiamo scelto di festeggiarla intervistando una persona che, con passione e davvero molta sensibilità, usa il braille per il suo lavoro e poi, ad un certo punto, ha avuto un'idea strepitosa che va sotto il capitolo "inclusione".
Ringrazio Itala Sceresini che mi ha fatto scoprire la persona oggetto dell'intervista.
MariaClarice, si presenti
Mi chiamoBracci Maria Clarice,sono un Educatore e Mediatore Interculturale specializzato nell'integrazione sociale e scolastica di persone diversamente abili. Sono nata a Roma, dove vivo e lavoro, collaborando con Enti pubblici e privati in qualità di Operatore Tiflologico.
Come quando e perché le è venuto di scrivere “scrivo e leggo con i puntini”?
Da qualche anno  la mia occupazione principale consiste  nell'offrire un'assistenza specialistica tiflodidattica nelle scuole della provincia di Roma svolgendo attività tiflopedagogica e didattica con bambini e ragazzi con disabilità visiva e pluriminorazioni. La mia professione nasce per  favorire l'integrazione dell'alunno attuando una serie di interventi che vanno dalla preparazione del materiale specifico (immagini tattili ed altri sussidi), alla trascrizione dei testi in Braille o a caratteri "in nero" ingranditi per gli ipovedenti, nonchè la realizzazione di progetti che coinvolgono tutti i compagni di classe, gli insegnanti e  le varie figure che operano nel contesto.
"Scrivo e leggo con i puntini" è stato ideato proprio  qui, tra i banchi di scuola, perchè raccoglie sottoforma di quaderno operativo gran parte del materiale proposto nei progetti di alfabetizzazione Braille.  Pallino, il protagonista/ insegnante creato dai bambini, accompagna il lettore nel percorso dell'apprendimento guidandolo con spensieratezza e svelando, (uso le loro parole),  "il segreto nascosto tra quei puntini" così affascinanti   ... perchè "si toccano" e perchè "compaiono magicamente dal foglio inserito in quella bella macchina da scrivere  rumorosa e colorata" (la dattilobraille). Il mio libro nasce dalla curiosità degli alunni e degli adulti che per vari motivi hanno a che fare con il mondo dei non vedenti, non riporta argomentazioni di tipo scientifico, ma vuole semplicemente divulgare i fondamenti della segnografia, attraverso immagini e schede da completare e colorare, affichè il Braille diventi un linguaggio condiviso di amicizia, cultura e solidarietà. Nella sua essenzialità è un testo molto versatile: può essere la base di un progetto curriculare a scuola, uno strumento di aiuto per i familiari di un non vedente o un libro per il tempo libero. Per favorire la massima diffusione ho deciso di proporre un prezzo di copertina equivalente alle sole spese di pubblicazione per dare a chiunque l'opportunità di fare questa esperienza. A breve, considerate le numerose richieste, uscirà anche una versione ebook ed il secondo livello.
Il libro è stato diffuso da ottobre 2011: che feedback ha avuto finora?
Da quanto risulta dai documenti  della casa editrice, nonostante sia ancora nella prima fase di distribuzione,  con mia grande sorpresa, sembra che il libro stia riscuotendo un enorme successo. Personalmente ricevo diverse e-mail da parte di chi ha apprezzato questa mia iniziativa. Tra questi ci sono per citarne alcuni: associazioni e strutture territoriali nazionali che si occupano di riabilitazione ed educazione, istituti scolastici, biblioteche, insegnanti, genitori, colleghi e parrocchie.  Iniziano ad arrivare feedback positivi anche da critici dell'editoria per ragazzi e docenti di alcuni atenei.
Le risultano adulti magari estranei al mondo della disabilità sensoriale che abbiano voluto imparare il braille?
Attualmente la maggior parte degli interessati proviene da un pubblico già sensibile a questa tematica, ma sono felice di sapere che Pallino è entrato in molte famiglie, per mano di bambini  che lo hanno "incontrato" tra gli scaffali di alcune librerie e un po' per gioco e un po' per curiosità anche le mamme si sono date da fare... L'entusiasmo dei piccoli è contagioso, quindi sono fiduciosa...
Mi diceva che entro breve sarà disponibile la versione digitale del suo libro......
Si, ormai è questione di giorni. Proprio per dare massima diffusione ed accessibilità al testo si è pensato di realizzare la versione in ebook, che potrà essere utilizzata con i più comuni e-reader e con il pc; sarà direttamentente scaricabile con un semplice click dal sito della casa editrice e da tutti i siti che vendono ebook.

Diamo tutti i riferimenti a chi fosse interessato a procurarsi "Scrivo e leggo con i puntini".
Titolo: Scrivo e leggo con i puntini
Autore: Maria Clarice Bracci
Collana: Miscellanea - Edizioni Youcanprint
Data di uscita: Ottobre 2011
Pagine: 72
ISBN: 9788866183631
http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/miscellanea/scrivo-leggo-puntini-bracci.html
Si può ordinare contattando la casa editrice:
Tel. 0833.772652
e-mail: info@youcanprint.it
e tramite librerie presenti in tutte le regioni che effettuano la prenotazione di libri.
Ricordo infine la mia e-mail: scrivoeleggoconipuntini@gmail.com per chiunque voglia contattarmi personalmente.

domenica 12 febbraio 2012

I diritti delle persone disabili riguardano TUTTI.


Domanda: tutti quelli che la disabilità non la sperimentano o ne hanno una vaga idea, che sensazioni/conclusioni ne hanno tratto, leggendo?
L'articolo trae ispirazione dalla piece di Paolini, che spiegò molto bene dove e come si avviò quella follia che poi prese il nome "Action T4": allora, Germania 1940, come adesso, Europa o mondo 2012, c'era una pesante crisi economica; dove  si poteva risparmiare?
Chissà se, dopo quasi due anni di articoli (su ogni testata) e di comparsate in trasmissioni in TV, in cui si passava il messaggio "disabili=truffatori=costo/spreco", questo articolo ha la forza di cancellare la mala informazione e di passare il messaggio, invece, che le persone disabili, in quanto persone, godono di diritti CIVILI ed UMANI tanto quanto chiunque appartenente alla razza umana. In quanto persone. Con una vita degna di essere vissuta.
In questi ultimi giorni, poi, sono state depositate alcune sentenze molto importanti, che ristabiliscono il giusto in materia di diritti delle persone disabili nel nostro Paese.
Due vengono dal Veneto e annullano due regolamenti comunali - dei Comuni di Vicenza e Verona, stabilendo che, in caso di compartecipazione per i costi dei servizi di assistenza delle persone disabili, si deve tener conto SOLO del reddito dell'assistito e non di quello della famiglia d'origine. La sentenza è importante anche perchè TUTTI quelli che risiedono nei due Comuni, e quindi non solo i ricorrenti, usufruiranno dei benefici della sentenza. Ricordiamo che tempo c'è tutto un movimento, che coinvolge molte associazioni venete nonchè un comitato che raduna i genitori, che si sta battendo contro  certe manovre che violano i diritti delle persone disabili, in barba a quanto prescrivono le leggi in materia. 
L'altro pronunciamento del TAR riguarda un'intera Regione, la Sardegna e i piani dei progetti personalizzati che fanno capo alla legge 162/98. Anche in questo caso, grazie all'azione di 31 ricorrenti, TUTTI quelli che in Sardegna richiedono un progetto, finanziabile con la legge in questione, usufruiranno di quanto ha stabilito il Tar sospendendo una delibera regionale che voleva far dipendere l'erogazione dei fondi in base al reddito dell'intero nucleo familiare. (*)
Ricordiamo che anche in questo caso c'è un comitato formato da più di 40 associazioni (tra le quali ci siamo, e aggiungo orgogliosamente, anche noi) che da due anni si batte perchè la 162 rimanga una delle tante e belle leggi a sostegno delle persone disabili.
Vorrei che ci soffermassimo a riflettere su alcuni spunti: i tentativi, illeggittimi e arbitrari, di far ricadere gli oneri dell'assistenza - garantita dalle leggi a livello nazionale -  sulle famiglie. La possibilità di reclamare, a ragione, i propri diritti. La questione è che se tu battagli per il tuo caso personale, apri la strada per tutti quelli che, poi, si troveranno nel medesimo caso, così come a tua volta tu puoi usufruire delle conquiste ottenute da quelli prima di te, senza dover fare tutta una gran fatica.
Infine: i diritti per le persone disabili riguardano TUTTI, non importa dove abiti, quanti anni hai, la tua condizione in particolare. L'importante è fare un fronte comune.
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(*) Per chi volesse dilettarsi può leggere qui e cercare attraverso la stringa di ricerca di questo blog inserendo le parole "Sardegna" o "legge 162" tutti i post che abbiamo dedicato all'argomento.

mercoledì 8 febbraio 2012

EVENTI


Segnaliamo un convegno, rivolto a genitori, educatori ed insegnanti, dedicato agli ausili tecnologici per bambini/ragazzi con PCI, e lo segnaliamo perchè è possibile seguirlo anche in streaming dal proprio pc, previa iscrizione. Qui tutte le info. Attenzione che le iscrizioni si raccolgono entro il 12 febbraio! L'evento organizzato da Fondazione Ariel, si terrà venerdì 17 p.v. a Rozzano c/o Istituto Clinico Humanitas.

Segnaliamo anche due concorsi:
1) ASPETTANDO ARTELESIA FESTIVAL 9-10-11-12 Maggio 2012 (Evento dedicato alle Scuole e alle Università)
ARTELESIA FESTIVAL Agosto 2012 ¬ TUTTE LE SEZIONI
Concorso cortometraggi: possono partecipare al concorso i cortometraggi di Scuole ed Università italiane e straniere. Temi: 1) Libero; 2) Corto ¬ libro: cortometraggi ispirati ad opere letterarie di Autori italiani e stranieri; 3) Intercultura: Italian Stereotypes. Sezioni: Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di I Grado; Scuola Secondaria di II Grado e Università; Filmaker indipendenti, Scuole di Cinema, Associazioni e Case di Produzione; Diversamente abili: registi diversamente abili e non che abbiano trattato il tema della disabilità e/o coinvolto attori diversamente abili. I cortometraggi dovranno avere durata massima di 20 minuti, inclusi i titoli di testa e di coda.
Concorso corti musicali e teatrali: possono partecipare compagnie, gruppi di allievi di scuole di teatro, musicisti, band, artisti di strada, danzatori, compagnie di teatro visuale, clown e performer. Tema libero. I corti musicali e teatrali dovranno avere durata minima di 15 minuti. Concorso lungometraggi: possono partecipare al concorso lungometraggi di autori italiani e stranieri. Tema libero. I lungometraggi dovranno avere durata minima di 50 minuti. I cortometraggi degli autori che non adottano la lingua italiana devono obbligatoriamente essere sottotitolati in lingua italiana.
Scadenza: 20 Aprile 2012. (Fonte: Casa per l'Europa - 06.02.2012)
2) Concorso "Libero Accesso", al via venerdì  10 febbraio la terza edizione
VICENZA. Confartigianato Vicenza - "La diversità come risorsa": è questo il tema della giornata formativa in programma venerdì 10 febbraio prossimo al Centro Congressi Confartigianato di Vicenza, durante la quale verrà lanciata la terza edizione del Concorso Libero Accesso per la creazione di prodotti nuovi di "Design for All" attraverso quel processo "partecipativo" dove i consumatori/fruitori sono parte integrante del percorso che porta dall'idea iniziale sino alla sua realizzazione pratica.
I soggetti ai quali è rivolta la proposta anche per il 2012 sono gli imprenditori in quanto produttori, i designer e gli architetti in quanto progettisti, le associazioni sociali in quanto rappresentanti dell'utenza e, perciò, affidabili consulenti in quanto conoscitori delle sue esigenze.

Il concetto che sta alla base del Design For All (DfA) è che ogni oggetto deve essere pensato e costruito in modo da poter essere utilizzato da tutti in ogni momento o situazione della vita. Un punto di vista molto diverso da quello della tradizionale progettazione industriale, che è rivolta a un ipotetico utente standard e, così facendo, penalizza fino al 90% della popolazione europea (la persona alta o bassa, quella con difficoltà motorie, quella con gli occhiali o le dita grosse o l'artrite, il bambino, l'anziano, lo straniero).

Al di là del suo significato sociale e culturale, è importante anche il valore economico del Design For All: se è vero, infatti, che nei periodo di crisi un'azienda deve innovare, proprio il DfA può diventare una risposta. La competitività commerciale di un prodotto che nasce con queste caratteristiche, infatti, sta nel raggiungimento di nuovi target di clienti. Inoltre, l'immagine delle aziende viene valorizzata dal contenuto etico insito nel DfA, in quanto esso consente di evitare eventuali fenomeni di disagio o emarginazione causati dai prodotti standard.

La giornata di venerdì 10 si articolerà in due parti. Dalle 11 alle 13 i due esperti presenti, vale a dire l'industrial designer Avril Accolla e l'architetto Luigi Bandini Buti, interverranno per spiegare come si possano e si debbano progettare ambienti e prodotti adatti al buon uso per tutti, oltre che di "good design"; nella fascia pomeridiana, dalle 14 alle 17, si passerà invece all'analisi critica di oggetti "eccellenti" e di oggetti "pessimi", utilizzando come esempi dei prodotti d'uso quotidiano o frequente che i partecipanti avranno selezionato e portato con sé. A tale proposito, visitando il sito http://www.liberoaccesso.com/ e cliccando alla voce info/iscrizione/bando vicino al programma è possibile vedere un breve video che invita a segnalare quali sono gli "oggetti che ci fanno arrabbiare" in quanto complicati sia da maneggiare che da utilizzare.

Nel suo complesso, la giornata servirà come momento propedeutico alla formazione delle squadre che parteciperanno al Concorso 2012, offrendo ai presenti l'opportunità di approfondire il metodo del Design For All e di confrontarsi sui bisogni degli utilizzatori, permettendo nel contempo la conoscenza tra i diversi partecipanti alla gara destinata a premiare i migliori progetti.

Libero Accesso è un progetto promosso da: Confartigianato Persone, Gruppo Giovani e Anap, con il contributo della Camera di Commercio e il patrocinio di Design For All Italia e Europa, ADI - Associazione per il disegno industriale, VAGA - Associazione Giovani Architetti della Provincia di Vicenza, Abaco Architettura, Scuola Italiana Design e Parco Scientifico Galileo, CPV - Centro Produttività Veneto e PatLib (Ufficio Brevetti). Partner dell'iniziativa sono H81 Insieme Vicenza onlus, Fondazione Movimento del Bambino, Telethon-Tecnothon, Ulss 6 di Vicenza, ISAI -Istituto superiore architettura d'interno Pier Giacomo Castiglioni, ANMIC - Associazione nazionale mutilati e invalidi civili, Cooperativa Margherita, ENS - Ente nazionale sordomuti, UIC - Unione Italiana dei cechi e degli ipovedenti onlus, Cooperativa Primula, IUAV di Venezia. (Fonte: VicenzaPiù  06.02.2012)

lunedì 6 febbraio 2012

Italia 2012: integrazione, mission impossible?


Come associazione, un punto su cui (ci) battiamo molto è l’integrazione scolastica, ma è solo una sfaccettatura dell’integrazione tout court per le persone disabili, basilare e imprescindibile, ma una sfaccettatura.

Per l’orientamento che abbiamo scelto come Genitori Tosti si tende a costruire, a vedere il bicchiere mezzo pieno, a cercare soluzioni, magari anche talmente innovative da sembrare incoscienti, improponibili e forse anche presuntuose e utopiche. Si cerca di valorizzare e diffondere quelle che sono le “buone” idee, le iniziative vincenti che producono effetti concreti che modificano lo status quo a vantaggio di tutti, non solo per le persone disabili – questo è il significato dell’integrazione, che procede a due sensi.

Parliamo – su questo blog, sul forum, su FB, sul sito, spesso, di cultura, cultura della disabilità, che ancora manca a livello generale: se dovessimo rappresentarla sulla cartina geografica del nostro Paese verrebbe fuori un Italia piena di pois, di varie dimensioni, ma tutti pois a sé, con pochi collegamenti tra loro.

Giusto ieri, 5 febbraio 2012, la legge 104, il caposaldo dell’integrazione, ha compiuto 20 anni.

Quanti anni ci vorranno ancora perché i pois si moltiplichino, fino a diventare, almeno, macchie di leopardo?

Nel frattempo riflettiamo su questa notizia, che è rimbalzata un po’ ovunque nelle pagine dei social network.

La prima cosa che ho pensato è che è piuttosto avvilente che una giornalista – poiché è stata chiamata collega dall’autrice dell’articolo – possa ragionare in questi termini: un bambino disabile, in carrozzina è uno shock visivo e quindi da escludere, non solo dalla vista.

La seconda cosa che mi è balzata in mente è stato l’intervento di Carlo Scataglini, docente di sostegno, che a Rimini, durante l’ultimo convegno sull’integrazione scolastica, diceva “Io non cambio mestiere per Luisa, la prof di Educazione Artistica, che una volta mi ha detto. “Quando Luca sbava io non ce la faccio, mi viene da vomitare. Non ce la faccio proprio a tenerlo in classe”. Perché la prof Luisa è mille volte meglio di quelli che ti dicono che va tutto bene, dei muri di gomma che non ti stanno a sentire, che ti dicono “Fai tu, che sei l’esperto. Come fai, fai bene”. Per la prof Luisa che mi ha aperto la porta delle sue paure, delle sue emozioni. E che poi ha imparato, da sola e senza che le spiegassi niente, ad abbracciare Luca e a bagnarsi la maglia con la sua saliva.”.

Ecco anche questa donna citata nell'articolo dovrebbe interrogarsi sulle sue paure e affrontarle, perché il trauma ce l’ha lei e non sicuramente il suo piccino che, come sappiamo noi genitori di figli disabili, non farebbe né differenze né esclusioni – lo sperimentiamo dall’asilo in poi nel vedere come i compagnetti interagiscono con i nostri figli, a differenza di noi adulti, così strutturati e acculturati.

Rifletterei su questa notizia, inoltre, per cercare di capire cosa scatta nella testa delle persone gravemente normodotate e per contribuire a cambiare questa sfaccettatura della cultura, che proprio non va.

Intanto che riflettiamo, aggiungo tre pois sulla cartina: geograficamente si posizionano a Monza, Belluno e Bari, ma culturalmente ovunque. E sono tre pois collegati ;)