martedì 1 giugno 2010

Un preciso disegno - parte 1


di mresciani:

Noto, sempre più di frequente, che il disabile in questa società è un peso, un qualche cosa che dà fastidio.
Vorrei capire, per esempio, il perchè della delibera della giunta regionale veneta n. 851 del 31 marzo 2009: mi sembra assurdo escludere dai trapianti di organi le persone con danni cerebrali irreversibili e le persone con QI inferiore a 50.
Questo contiene la delibera della giunta regionale veneta, è qualcosa di veramente vergognoso per chi si dichiara cittadino di una repubblica democratica.
Democratica???
Dove è l'etica per queste persone?
Ognuno di noi e di loro (i partorienti di questa delibera) DOMANI si potrebbe trovare, a causa di un incidente o chissà che, ad avere un QI molto basso ed avere anche bisogno di un trapianto di organo. Che si fa? Si scarta!
Signori politici, ricordatevi che non si possono fare queste discriminazioni, rileggetevi un pò la Costituzione!
Che parla di diritto alla salute.
Leggetevi anche la legge sulla discriminazione ai disabili.
Leggete ed eruditevi: non provate un pò di vergogna?
Io non capisco dove si vuole arrivare!!!
O forse è meglio dire: capisco dove si vuole arrivare ma è un traguardo inammissibile e non ve lo faremo mai tagliare!
Foto: particolare di tiro alla fune

4 commenti:

mresciani ha detto...

E' scritto nell'allegato 1..perciò da cercare.

orsatosta ha detto...

fatalità:
Corriere del Veneto del 30-05-2010

Trapianti e disabili mentali: «Modificheremo la delibera»

VENEZIA. La Regione è pronta a rivedere e a modificare la delibera 851 del 31 marzo 2009 che, sulla base della letteratura scientifica internazionale, indica come «controindicazioni assolute al trapianto d'organo» un quoziente intellettivo inferiore a 50 e come «controndicazioni relative», cioè bisognose di «un'attenta valutazione dell'organizzazione psichica del paziente e del sistema sociofamiliare in cui è inserito», un QI minore di 70. Motivo: il timore che una persona con ritardo mentale non capisca l'importanza di assumere la terapia antirigetto post-intervento e possa dunque vanificare lo stesso e procurarsi più danno che beneficio. Una posizione contestata dai professori Nicola Panocchia e Maurizio Bossola, nefrologi del «Gemelli» di Roma, e da Giacomo Vivanti, psicologo dell'Università della California, che in un articolo pubblicato sull'«American Journal of Transplantation» hanno accusato il Veneto di discriminare i disabili mentali, sollevando un polverone.

«Non c'è alcuna volontà persecutoria ribadisce l'assessore alla Sanità, Luca Coletto al contrario, vogliamo assicurarci che questi pazienti abbiano qualcuno che li segua dopo l'operazione. In ogni caso, per evitare altre terrificanti strumentalizzazioni di un tema così delicato, i nostri tecnici stanno riesaminando il testo, al fine di scrivere richiami o linee interpretative dei nodi contestati. Insomma, se per fare chiarezza bisogna modificare il provvedimento, lo faremo».

Spiegazioni che non convincono le deputate radicali Maria Antonietta Coscioni e Rita Bernardini, firmatarie di un'interrogazione urgente con la quale chiedono al governo di intervenire «per verificare gli effetti concreti di questa delibera e ottenerne l'annullamento». «E' un provvedimento aberrante dichiarano le due parlamentari faremo ricorso a tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione perché i diritti dei disabili non siano così brutalmente e volgarmente calpestati. Escludere i ritardati mentali dal trapianto, sostenendo che non si può migliorare la qualità della loro vita, contraddice il più elementare senso di "pietas" umana, rivelatrice di una mentalità violenta».
Nonostante Coletto ribadisca che «il Veneto non ha mai negato il trapianto a nessuno», storce il naso anche Patrizia Tolot, vicepresidente dell'«Associazione Dadi» di Padova, fondata da genitori di ragazzi con sindrome di Down, autismo e disabilità intellettiva. «A parte il fatto che il quoziente intellettivo è molto difficile da misurare, specialmente nei bambini riflette la Tolot di fronte a misure di questo genere mi chiedo se il progresso della scienza serva a negare i diritti delle persone più deboli, piuttosto che ad aiutarle. Usate così le nuove frontiere del sapere diventano strumenti di selezione genetica e possono aprire strade pericolose, come quelle di programmare protocolli di analisi prenatali, mediche e psichiatriche per decidere chi ha il diritto di nascere e di vivere. La delibera regionale discrimina a priori i pazienti con ritardo mentale, perciò va ritirata e cambiata».

«Se i medici veneti la seguissero, pazienti con la sindrome di Down sarebbero automaticamente senza speranza rincara Ignazio Marino, senatore del Pd e chirurgo dei trapianti . Mi pare grave e pericoloso. La valutazione va fatta caso per caso dai sanitari, sulla base di indicazioni cliniche e non di linee guida scritte a tavolino, che sanciscono che non vale la pena aiutare i più deboli. Tra l'altro discriminano anche le persone che hanno tentato il suicidio: io ne ho operata più di una e tutte mi hanno sempre ringraziato e ritrovato salute ed equilibrio».

Inflessibile pure Vincenzo Carpino, presidente degli anestesisti: «Siamo contrari a qualsiasi forma di discriminazione nelle liste dei trapianti. Se gli organi sono compatibili, i pazienti sono tutti uguali.

mresciani ha detto...

Queste giustificazioni mi sanno tanto di un'arrampicata sugli specchi....Cosa vuole dire? Le persone che non sanno badare a loro stesse davanti ad una cura anti-rigetto se sono seguite dai familiari, continueranno ad essere seguiti.
Che giustificazioni sono mai queste?
Se nessuno si fosse accorto ciò che è scritto nell'allegato 1 sarebbe valido con questa delibera.
Qualcuno ci tenta sempre....meno male che tanti occhi leggono!!

TIMEOUT ha detto...

Infatti non può esserci nessuna "giustificazione" valida difronte ad un fatto del genere. Che procedano subito alla modifica del provvedimento!
Dani