giovedì 24 giugno 2010

Prove di volo



di Timeout:

Per la maggior parte dei genitori è facile e normale pensare i figli oltre la propria esistenza, vederli inseriti nel mondo del lavoro,avere una famiglia propria, una vita con il proprio compagno o compagna, o anche come single - perché no? Comunque diventa naturale immaginare il bambino/a diventato uomo o donna, con la propria autonomia e senza la necessità di avere accanto i genitori.
Per altri genitori invece questa prospettiva non è così semplice, anzi, quel “dopo di noi” può diventare un enorme ostacolo, può essere l’inizio di nuove angosce e nuove ansie: parlo dei genitori di giovani adulti con disabilità, lieve media o grave, che cominciano a domandarsi: “Ma sarà in grado di cavarsela in questo mondo?”.
E’ da questa domanda che nasce, alla Cooperativa La Rete di Trento (genitori, operatori e volontari) un progetto chiamato, non a caso, “Prove di Volo”. Attraverso questo progetto ragazze e ragazzi con disabilità cominciano a sperimentare una vita fuori casa, in autonomia.
Si tratta di un servizio residenziale temporaneo che vuole offrire in primo luogo una duplice risposta ad esigenze concrete: alla persona disabile l’opportunità di vivere un esperienza residenziale, di mettere in atto le proprie potenzialità e magari anche scoprire abilità rimaste nascoste o soffocate dalle troppe attenzioni di mamma e papà; ai genitori la tranquillità di un luogo sicuro e stimolante per il proprio figlio/a ed anche l’occasione di disporre di un periodo di sollievo da dedicare un po’ a se stessi, alla vita di coppia, a quegli interessi accantonati. In secondo luogo questo progetto offre una speranza, la speranza di un futuro percorribile e la possibilità di affrontare il momento del distacco con serenità: è sempre una stretta al cuore vedere i nostri ragazzi lanciarsi fuori dal nido, ma quanta emozione e quanto orgoglio quando li vediamo spiegare le ali e rimanere nell’aria!

Prove di volo” , in sintesi, è un progetto nato circa una decina di anni fa e in attivo da poco più di cinque anni: piccoli gruppi di ragazzi/e vengono ospitati, a turno, in un ampio appartamento situato nel centro di Gardolo, piccola e vivace frazione di Trento. L’ubicazione permette ai ragazzi di integrarsi meglio con la comunità in quanto i principali punti di riferimento (supermercato, edicola, panificio, chiesa, fermata dell’autobus) sono distribuiti nel raggio di poche centinaia di metri e quindi tutti raggiungibili a piedi e senza grossi pericoli di traffico auto. L’abitazione (completamente sbarrierata) è di modello famigliare ovvero ha un soggiorno con terrazza di ampia metratura, una cucina e tre camere doppie con bagno più una camera per l’operatore o volontario che si ferma la notte. Da circa tre anni all’appartamento si è aggiunta un’altra zona più indipendente (soggiorno, cucinetta e una camera doppia con bagno) che ospita, sempre a turno, due ragazzi/e ed è dedicata a quei ragazzi/e che hanno raggiunto quei prerequisiti per poter intraprendere un percorso di semi-autonomia ovvero senza la presenza costante dell’operatore. La ricettività massima è di otto persone (sei nell’appartamento grande e due nel semi-autonomo), ma, per scelta, non viene mai superato il numero massimo di 6 persone (4+2): innanzitutto il piccolo gruppo permette ai ragazzi di sentirsi inseriti in un ambiente “familiare” con maggiore rispetto della privacy e degli spazi di ognuno; in secondo luogo si ha in questo modo la possibilità di far fronte ad eventuali situazioni di emergenza ovvero ospitare temporaneamente ragazzi i cui familiari stanno attraversando un momento problematico o difficile come per esempio una malattia o un ricovero ospedaliero.

I ragazzi possono ripetere l’esperienza del soggiorno più volte durante l’anno, operatori, genitori e figli stendono insieme un calendario ogni anno; inoltre si hanno più tipologie di soggiorno dal week-end ai 12 giorni affinché l’esperienza del distacco sia il più graduale ed equilibrata possibile. Non mancano poi i momenti di verifica e confronto fra genitori, operatori e ragazzi affinché il percorso vada nella giusta direzione e si arrivi all’obiettivo: spiccare il volo.
Foto: nido di rondini con cuccioli vocianti e mamma vigile, preso dal web :)

3 commenti:

mresciani ha detto...

Il dopo di noi ...è quel qualcosa che ci angoscia. Finchè siamo presenti abbiamo tutto sotto controllo, ma poi?
Questo progetto è bellissimo..ed è quello che io desidero per mia figlia.
Nel futuro vorrei riuscire a progettare qualcosa di simile, ma c'è bisogno di una rete di collaborazione tra varie famiglie, spero di fare partire anche io: una scuola di volo!!

TIMEOUT ha detto...

Eh sì mresciani ci angoscia perchè c'è ancora troppo poco o quasi nulla in questo settore, inoltre i vertici politici, sia locali che statali, non hanno ancora la chiara e netta percezione di questa esigenza. Come dicevi tu in altri interventi, siamo noi famiglie che dobbiamo fare rete e non arrenderci se vogliamo avere almeno la tranquillità di vedere i nostri figli "sistemati".

lilly ha detto...

Anch'io penso spesso a mio fratello disabile psichico dopo mia madre e dopo di me...siete tostissimi!