di mresciani:
Ieri è stata è la giornata europea della musica.
La musica accompagna ogni avvenimento della mia vita.
Quando ascolto un brano musicale la mia mente vagheggia nei ricordi. Sempre!!
La musica, come un buon libro è un veicolo che ti trasporta nel mondo delle emozioni, ti culla nei tuoi momenti tristi e ti fa esultare in quelli gioiosi, ti prende per mano e ti veicola in un altro mondo dove gli altri non possono entrare, dove le tue emozioni sono silenziose e fragorose allo stesso tempo, dove la tua fragilità non devi mostrarla a nessuno.
La musica è vita al 100%, ogni nota che si propaga nell'aria è segno di vita, la vita è un turbinio di emozioni, le emozioni sono difficili da spiegare......
Le emozioni ti spingono a fare delle cose sublimi e la musica è la protagonista, colonna sonora della vita di ognuno di noi.
Pensando a quello che la musica mi ha sempre trasmesso ho avuto l'idea di invogliare mia figlia ad imparare a suonare uno strumento e, ricordando il tempo passato e le band musicali che noi genitori da giovanetti ascoltavamo, abbiamo scelto la passione del suo papà: la chitarra. Per quattro anni mia figlia preso lezioni ed era molto contenta, poi, il suo maestro l'ha dovuta lasciare e la bambina non ha più voluto toccare lo strumento nè frequentare un'altra scuola.
Sono passati quattro anni e crescendo anche lei ha sentito l'esigenza di SENTIRE più da vicino la musica, suonandola.
Inserita nella scuola civica della nostra città, il suo papà ha pensato di proporle il pianoforte moderno (almeno ha avuto una ragione di esistere la nostra bellissima pianola).
Mia figlia ha seguito il corso e per la giornata di Monumenti Aperti lo scorso 22 maggio a Quartu, presso l'ex-Convento dei Cappuccini, c'è stata la sua prima esibizione pubblica al pianoforte.
In una sala calorosamente gremita da parenti di tutti gli allievi della scuola musicale, la ragazza prima di lei travolta dall'emozione non si è presentata e dunque a chi il compito di rompere il ghiaccio di tutta la manifestazione ?
Intanto il fotografo ufficiale, il suo papà, fuori a cercare parcheggio, ha solo sentito le note nell'aria, mentre correva ansante su per le scale, io, seconda fotografa (scarsina), mi sono dovuta cimentare ad immortalarla con la responsabilità della buona riuscita di tale compito ingrato (mio marito è un giudice fotografico severissimo!).
Accipicchia se mi emozionavo: non riuscivo a vedere sul display e poi bagnavo gli occhiali,da presbite, non sia mai detto!
Imprigionata nel mio ruolo severo, sono rimasta impassibile, e pensare che avevo a portata di mano gli occhiali - ma quelli da sole.
Le emozioni poi mi hanno trasportato dopo, a casa mia quando gli occhiali da sole non mi servivano più!
Foto: dall'archivio di mresciani.
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