lunedì 7 giugno 2010

ASSUMIAMOLI!


Guardate questo video.
Bello, eh? Efficace soprattutto! Complimenti a chi l'ha ideato!
E adesso leggete il resoconto, scritto in prima persona, di un collaboratore di Redattore Sociale:

" ...Mi arriva una mail in cui mi dicono che una radio austriaca cerca conduttori di madrelingua italiana. Mi dico: so il tedesco, sono di madrelingua italiana, il mio sogno è lavorare in radio, ho già diverse esperienze come giornalista e molte di esse come giornalista radiofonico, proviamo! Mando il curriculum e, dopo qualche settimana, mi arriva la conferma che sono fra i selezionati per il casting. Il colloquio sarebbe dovuto essere in Austria domani. Tutto perfetto, mi dico, non ho davvero niente da perdere. Per correttezza, scrivo alla persona di contatto che sono non vedente. Non si sa mai che nel colloquio siano previsti anche test scritti, nel qual caso è giusto che sappiano che lavorerò col mio pc e che magari mi forniscano i documenti in versione elettronica.

Segue un blackout comunicativo di diversi giorni: non riesco più a contattare la persona né per mail né per telefono, non so esattamente ora e luogo del colloquio né dove sarà l'albergo dove dovrò dormire (la radio offriva una notte in hotel per chi sosteneva il casting), scrivo e chiamo più volte ma niente. Faccio comunque il biglietto, sapendo che il colloquio è l'8 giugno, ma il 3 giugno alle undici e mezzo di sera ricevo una mail dall'oggetto "siamo dispiaciuti". Penso: menomale, si scuseranno per non avermi risposto prima e mi daranno tutti i dettagli. Ma no, tutto il contrario, riporto qui di seguito la mail che mi hanno inviato: "Gentile Maurizio Molinari, ho dovuto aspettare di sentire i miei responsabili. Visto che lei ci ha comunicato abbastanza tardi che è non vedente sono subentrati dei problemi, perché il nostro studio non è costruito per non vedenti. Dovevamo parlare con i tecnici, ma non abbiamo la possibilità per adattare lo studio perciò ci dispiace molto ma non la possiamo considerare per i colloqui. Avrebbe dovuto dircelo quando ha fatto domanda, così potevamo evitare tutte queste incomprensioni. Le auguriamo buone cose per il suo lavoro".

Peccato che io, per esperienza pregressa, so che se tu rispondi a un annuncio di lavoro menzionando il tuo handicap, ti giochi nella maggior parte dei casi ogni possibilità di essere chiamato per il colloquio. E poi dove sta scritto che io debba menzionare la mia disabilità quando rispondo a un annuncio di lavoro? Devo forse dire se sono nero o bianco, omosessuale o eterosessuale, comunista o anarchico? Che rilevanza ha, nel valutare le mie competenze, il fato che sia cieco? Dopo un'ultima telefonata di oggi, in cui ho parlato con la direttrice alla programmazione, mi sono sentito dire: "Ci dispiace Her Molinari, ma questa è la decisione, è già stata presa e magari ci saranno altre possibilità in futuro". Peccato che anche la decisione di chiamarmi al colloquio fosse già stata presa, peccato che non mi abbiano saputo spiegare di quali adattamenti il loro studio non disponesse perché io non potessi provare a lavorare per loro, peccato che la paura e l'ignoranza abbiano vinto sul buon senso che avrebbe suggerito loro di vedermi comunque per il casting e poi, al limite, di scartarmi dicendo che avevano un candidato migliore. Infine, peccato che non abbiano almeno voluto conoscermi, chissà che non avrebbero cambiato idea e, anche se non l'avessero fatto, almeno avrebbero giudicato su fatti e non su pregiudizi."
Foto: un tenente Colombo che si chiede "Perchè?"

3 commenti:

mresciani ha detto...

A parole tutti sono solidali con i disabili...quando si va sul concreto ci sono sempre le frasi di circostanza tipo: non abbiamo le strutture per supportare tale disabilità e cavolate varie.
Le leggi esistono per adeguarsi.
Ma.........
Ricordate il vecchio film di Alberto Sordi che voleva fare il giornalista ma non aveva una dentatura adatta pur essendo bravissimo??
Lui ce la fece.......ma uno su un milione ce la fa!!!

TIMEOUT ha detto...

Me lo ricordo quel film, se non sbaglio era di DIno Risi sui "complessi" del 1965 circa. La tristezza sta nel fatto che dopo 45 anni nulla è cambiato!

Anna Nina Arioli ha detto...

che tristezza davvero, ti chiudono le porte in faccia ancora prima che tu possa dire chi sei..
bell'integrazione.