Tramite un'iscritta del nostro gruppo su FB ho visto questo.
Complimenti a queste associazioni che si sono organizzate e hanno portato in piazza, davanti agli occhi di tutti, quello che sta succedendo.
So di molte altre manifestazioni in programma, a Roma, davanti al palazzo: per esempio il 14 p.v. è prevista quella dell'associazione Tutti a scuola, dal gruppo FB di Artisticamente si stanno organizzando per una dimostrazione in tempo reale di cosa voglia dire fare una lezione di sostegno. L'associazione Handiamo butterà le foto dei politici che hanno disatteso il loro impegno nei confronti deelle persone disabili, dalla rupe Tarpea.
Anche FISH e FAND sono pronte a scendere in piazza per settembre o ottobre e intanto sul sito della prima federazione è partita una raccolta firme di protesta.
Sicuramente poi ci saranno altre sigle e associazioni che si stanno organizzando per scendere in piazza.
Mi domando: ha senso tutto questo?
Ogni giorno, da mesi, c'è sempre qualcuno che manifesta davanti al parlamento, anche due-tre manifestazioni di diverse categorie al giorno. La stampa ne riporta poco o nulla. I politici chiamati in causa se ne fregano bellamente, nessuno di loro esce per raccogliere le varie istanze.
Credo che abbia più senso è più impatto organizzare le manifestazioni localmente, assicurandosi però la copertura mediatica.
Personalmente per me andare a Roma è una missione impossibile: dovrei partire il giorno prima, pernottare e procurare una persona (competente!) che si occupi di mio figlio per tutto il tempo della mia assenza. Quanto mi viene a costare il tutto? Diverse centinaia di euro, di cui non dispongo.
Tanti altri genitori sono nella mia stessa identica situazione, per non parlare delle mamme single, oppure dei genitori che hanno due figli disabili o di quelli che hanno oltre al figlio il genitore o il coniuge disabile. Lasciamo perdere quei genitori che abitano nelle isole.
Qualcosa su cui riflettere.
Motivo per cui è molto importante sfruttare le cosiddette nuove tecnologie.
Chiudo questo mio post segnalando questo articolo, da incorniciare:
Redattore Sociale del 01-09-2011
Per la Gelmini è "record storico" di docenti di sostegno. Fish: "C'è poco da vantarsi"
Il ministro: "Quest'anno saranno 94.430, il livello più elevato mai raggiunto nella storia della scuola". La replica di Nocera: "Tendenza normale, succede ogni anno: stanno solo applicando la legge. Per l'integrazione il ministro non sta facendo niente"
ROMA. Il più alto numero di insegnanti di sostegno nella storia della scuola italiana? E’ vero, ma si tratta di un trend assolutamente normale e c’è poco da vantarsi, anche perché “sul versante dell’integrazione scolastica questo ministro non sta facendo niente”. Non è affatto tenero con il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini il vicepresidente della Fish Salvatore Nocera. Ieri la titolare del dicastero di viale Trastevere ha illustrato il punto della situazione sul nuovo anno scolastico, affermando – sul versante dell’integrazione – che “il numero di docenti di sostegno si attesta a 94.430 unità, il livello più elevato mai raggiunto nella storia della scuola” e precisando che “si tratta di dati ancora provvisori il cui numero è destinato a crescere”.
In tempi di crisi e di stretta sul bilancio, il “record storico” potrebbe essere l’indice della volontà di mantenere alta l’attenzione sul tema del sostegno. Ma per il vicepresidente della Fish (Federazione italiana superamento handicap) Salvatore Nocera le cose stanno diversamente. Nocera fa notare che ormai “ogni anno aumentano gli alunni con disabilità certificata, ed è dunque chiaro che di conseguenza devono aumentare anche gli insegnanti di sostegno: ogni anno è un record storico, il che significa che non c’è nessun record. Si tratta invece di qualcosa di assolutamente normale perché per legge devono essere garantite ore di sostegno secondo le effettive esigenze dei singoli alunni”. Insomma. “il ministro non può dire che è stato generoso perché non ha fatto altro che applicare la legge”.
“Peraltro – rincara la dose l’esponente della Fish – “il ministro ha facile gioco a dire che sul sostegno non si taglia e che anzi vengono fatte nuove immissioni in ruolo ma la realtà è che è stata la Corte Costituzionale a sancire, con una celebre sentenza del 2010, che nonostante i vincoli di bilancio occorre comunque rispettare le esigenze risultanti dalle diagnosi e dunque a chi ha bisogno devono essere date le ore di sostegno”. “Quando gli uffici scolastici regionali – precisa - dicono che non possono dare più ore di sostegno perché dal ministero affermano che non bisogna superare una certa soglia, sbagliano: tanto è vero che le famiglie hanno fatto e continuano a fare ricorsi al Tar per ottenere ore secondo le effettive esigenze”. Ricorsi che immancabilmente vincono, con l’amministrazione scolastica condannata a pagare le spese della causa e a pagari i danni non patrimoniali subiti dagli alunni per non avere avuto ore di sostegno. “Questo ministro – afferma Nocera - non sta facendo niente per l’integrazione, ma si limita a prendere atto, obtorto collo, malvolentieri, della necessità di dover tenere un certo numero di insegnanti di sostegno, per evitare di andare incontro a cause che perde regolarmente”.
Più in generale, Nocera ricorda che la situazione dell’integrazione è resa difficile da un errore collettivo che “compiono sia il ministero sia le famiglie”, e cioè il considerare il sostegno “come l’unica risorsa per l’integrazione”, tralasciando del tutto il ruolo degli insegnanti curriculari. Il ministero “dal 2000 ad oggi non si è mai preoccupato di garantire una formazione in servizio obbligatoria per gli insegnanti curriculari, che non hanno i mezzi, anche se lo volessero, per prendersi seriamente in carico gli alunni disabili, che così vengono delegati ai soli insegnanti di sostegno, soprattutto in presenza di classi numerose. D’altro canto, i genitori, vedendo che i figli sono tralasciati dai docenti della classe, chiedono sempre più la presenza del docente di sostegno. Un filo che occorre sciogliere, puntando alla formazione iniziale e in servizio dei docenti e combattendo contro il sovraffollamento delle classi. (ska)
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