In questi giorni sta infiammando il dibattito sulla notizia dei 27 disabili (!) che non hanno potuto prendere il treno.
C'è stato un dispiegamento di articoli da tutte le parti e riprese sui social.
Addirittura due associazioni per i diritti dei consumatori hanno sporto denuncia.
E non poteva mancare la fiera
reprimenda da parte della federazione nazionale detta Fish che, con scandalo, emette l'ennesimo comunicato stampa di circostanza.
E poi non si contano gli articoli, in bell'italiano, allargati online da sedicenti attivisti.
Peccato che in pochissimi abbiano letto e compreso, soprattutto, quanto diffuso dall'associazione coinvolta in prima persona nella vicenda.
Quello che è stato fatto passare per un caso di maltrattamento/discriminazione ai danni di 27 persone con disabilità ("persone con disabilità" o "persone disabili", non "27 disabili") in realtà è solo l'ennesimo caso di una eterna lista di disservizi dovuti al fatto che, in Italia:
1) non vengono applicate le leggi basiche sui diritti delle persone con disabilità - uno di questi è il diritto alla mobilità e quindi ad usufruire dei trasporti pubblici;
2) chi è preposto a tutelare i diritti di queste persone e partecipa a tutti i tavoli e organismi istituzionali possibili evidentemente fa cose diverse dall'ottenimento di questi diritti;
3) in genere alla società tutta non interessa nulla che riguardi i diritti delle persone con disabilità, per cui continuiamo ad avere situazioni di massima discriminazione.
Proviamo a scriverlo, anche se dubitiamo che verrà recepito: non si tratta di un episodio di discriminazione agito da un gruppo di normo maleducati e cattivi verso un gruppo di persone fragili, si tratta che siamo in Italia, dove l'organizzazione e la pianificazione dei servizi, nel pubblico, è un concetto familiare quasi quanto le noci di cocco al Polo Nord.
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Noi GT, spesso, anche su questo blog ci siamo occupati di diritti, accessibilità, mobilità etc.
Uno dei post più recenti al riguardo è stato l'articolo sull'avvocato Dario Dongo che, lo ricordo, è uno davvero-davvero, senza finzioni e "primidonnismi", attivista per i diritti delle persone con disabilità cioè punta a portare a casa risultati per tutti e non a crearsi visibilità personale e basta.
Ma anche il post che abbiamo scritto sull'accessibilità di Milano oppure il post su Miss G e Gardaland.
Potrei continuare nella lista, senza citare addirittura un'intera campagna che abbiamo fatto e che tuttora è attiva, e finchè non arriveremo all'epilogo rimane attiva, che è quella sui "concerti accessibili".
Ma: che cosa c'è?
C'è che, in generale, le persone coinvolte in prima persona cioè le persone con disabilità non fanno nulla per cambiare lo stato delle cose. Nemmeno la fatica di supportare le iniziative o costituirsi in gruppi informali per reclamare i loro diritti - con le dovute, purtroppo infinitesimali, gloriose eccezioni.
E se parliamo di familiari, che fanno le veci di queste persone, che magari non sono autosufficienti, si preferisce costruirsi una bolla privata e comoda piuttosto che fare rete con tutti gli altri e rivendicare, ottenendoli, i diritti universali!
Siamo un Paese con una cultura di assistenzialismo, di separatismo tra persone normo e persone con disabilità, come funzionava negli anni 50 in USA tra bianchi e neri.
Deve essere qualcun altro, di buon cuore , che ci pensa: noi categoria coinvolta chissà perchè siamo esenti.
Tutti quelli che invece non ci stanno e provano a cambiare le cose e ottengono risultati, sono disprezzati e assolutamente non riconosciuti, snobbati e si cerca di ignorarli, ipocritamente.
Invece che dare rilievo al risultato, magari importante, ottenuto, si leva sempre una selva di queruli lamentatori che chiedono "E noi"?
Gente che non ha mai nemmeno sottoscritto una petizione o condiviso un avviso su FB!
Vorrei infine che guardaste questo video, sempre attuale:
https://www.youtube.com/watch?v=ztIKe6kgbCE&t=1s
Ho fatto una fatica boia a finirlo perché, davvero, mi sono sentita di un imbarazzo e una vergogna indicibili: nel terzo millennio non abbiamo nemmeno i servizi basici nei viaggi aerei.
Tutti ricorderete la brutta avventura di Anita "gaga" Pallara, ma qualche anno prima pure le sorelle Paolini ebbero una brutta avventura e chissà a quanti altri è successo di essere maltrattati e discriminati ma che invece non riescono a denunciare sui giornali e nessuno così sa nulla?
Queste federazioni, per esempio, con tutti i loro requisiti soddisfatti per dialogare con gli organi di Governo, in tutti questi lustri che esistono, che cosa hanno ottenuto per il benessere e i diritti delle persone che dicono di rappresentare, se nel 2022 succede ancora qualcosa come è successo al gruppo dei 27?
Vogliamo iniziare a ricordarcene adesso, che siamo in zona cesarini elezioni amministrative?
E magari facciamo un pensierino sul costituire, finalmente, un partito formato da persone con disabilità e loro familiari, ma un partito vero non una comica?
Mica per niente ma, finora, nel nostro Paese, ogni diritto che riguarda le persone con disabilità ( e loro familiari) è stato costantemente calpestato: sarebbe il caso di porvi rimedio.
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