Del resto la parola deriva dal sostantivo "attività" cioè "L'esplicazione delle proprie capacità fisiche, intellettuali e pratiche, operosità".
E le attività che
tu puoi fare sono
molteplici: raccolta firme, appelli pubblici,
campagne informative, flash mob, picchetti, lettere aperte, concorsi
a tema, convegni, conferenze, eventi, una mostra, tenere un blog, scrivere un
libro e persino attivare una raccolta fondi per finanziare un
progetto ad hoc o commercializzare un prodotto o coinvolgere
testimonial famosi.
Non ricordo esattamente come ho conosciuto Dario Dongo, ma fu quasi due anni fa.
Dario è un avvocato genovese che vive a Roma, qualche anno fa ebbe un incidente e da allora le sue gambe sono la sua sedia a rotelle.
Che poi è il suo strumento principale di attivista.
Ha fondato, insieme con altri colleghi avvocati, un'associazione, Egalitè che, leggiamo direttamente dalla pagina della mission sul sito web, "aspira a raccogliere la partecipazione di tutti coloro che intendano agire per il bene comune. Riferendo tale concetto all’etica e ai criteri su cui si basano le convenzioni internazionali per i diritti fondamentali dell’uomo e dell’ecosistema. Con peculiare attenzione ai diritti delle comunità più vulnerabili – bambini e anziani, donne e lgbt, disabili e malati – nonché agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs), in Agenda ONU 2030.".
Tra le innumerevoli cose che ha fatto ha dato vita al Disability Pride in Senegal.
Per chi non lo sapesse il Disability Pride è un evento nato nel 2003 a Chicago per "cambiare quello che la gente pensa e come definisce la disabilità; per porre fine al sentimento di vergogna che provano le persone disabili; per aumentare l'autostima di queste persone perchè la disabilità è qualcosa di naturale ed umano." linberamente traduco dal sito americano. Da Chicago poi altri in America hanno preso l'esempio e nel corso di questi due decenni abbiamo eventi gemelli un po' in tutto il mondo, specie in città molto periferiche dove l'orgoglio disabile è più concentrato e genuino.
Inoltre Dario ha attivato uno splendido progetto sulla "Sedia Intelligente", cui è stato dedicato un apposito sito web www.egalitech.it
Infine, una grande azione di successo: la denuncia all’Antitrust, per ottenere il riconoscimento dei diritti dei destinatari di ausili prescritti dalle ASL alla loro sostituzione e riparazione, sulla base del Codice del Consumo - chi fosse interessato può consultare questo link.
Probabilmente Dario l'avrete visto in uno dei suoi video-denuncia che circolano sui social: di denunce, Dario con Egalitè, ne ha sporte e depositate una quantità impressionante.
Per chi è bipede perfettamente deambulante, le barriere non esistono e non ne ha nemmeno la percezione, perché tutta la nostra società è basata sull'abilismo e del resto nessuna delle leggi che riguardano l'abbattimento delle barriere architettoniche (e parliamo solo di barriere fisiche, che non sono le uniche) viene applicata o rispettata, in Italia.
Tutto il nostro Paese è sistematicamente fuori legge, violando totalmente qualsiasi norma in materia, un'intera categoria di cittadini è discriminata in ogni ambito della vita e quindi dei diritti connessi.
Quindi gli attivisti, quelli veri, cercano di "sensibilizzare" come si dice, fanno azioni pubbliche, cercando di uscire sui giornali o di comparire nei programmi televisivi, oltre che aprire un canale con le istituzioni.
Questo che vi invito a vedere è uno dei video di Dario, girato a Genova.
https://www.facebook.com/100000344154302/videos/422903079543640
Per me che, appunto, posso vantare oltre 15 anni di pratica diretta in discriminazioni, abusi e cattiverie varie, pensavo di aver visto abbastanza: è stato un pugno nello stomaco.
Non so se, chi ha l'uso delle gambe, si sia mai seduto, volendo sperimentare, su una sedia a rotelle e l'abbia usata per spostarsi, con la forza delle braccia.
Ecco, bisogna provarle certe cose per capire.
In questa occasione ho cercato di supportare Dario scrivendo al Sindaco di Genova, all'assessore dedicato, all'azienda locale dei trasporti, alla direzione dell'areoporto e alla consulta regionale per la disabilità
Ha risposto solo il portavoce di quest'ultima, asserendo che la città gode di una totale accessibilità.
Tutti gli altri hanno fatto finta di niente, tacendo.
Provare ad avviare almeno un dialogo sulle barriere architettoniche con i comuni italiani e i loro amministratori, e magari rendersi disponibili gratuitamente ed in maniera volontaristica, per attuare finalmente i PEBA come vuole la legge (uscita negli anni 80 del secolo scorso) è un'impresa impossibile.
Soprattutto perché pochissimi sanno quello di cui stai parlando.
La strada per la rivendicazione dei diritti delle persone disabili = lotta all'abilismo, in Italia, è molto lunga e appena agli albori.
Vi consiglio, perciò, una lettura: ogni volta, tutti, dopo che l'hanno fatta, mi dicono "mi hai aperto un mondo".
Iniziate da qui se volete cambiare, davvero, la realtà.
E guardate con altri occhi e altro cuore quello che vi sta attorno.
1 commento:
Buona serata
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