lunedì 13 luglio 2020

Quando le barriere sono politiche



Nell'attività di preparazione della nostra campagna sui concerti accessibili si sono infittite le frequentazioni con Andrej Chaykin di Disabili Pirata, con il gruppo "Abbatti le Barriere" ed inevitabilmente con quanto concerne le attività di Cascina Torchiera a Milano.
Andiamo con ordine: Andrej l'ho conosciuto su Facebook nel gennaio dello scorso anno, probabilmente perchè nelle mie ricerche sull'accessibilità e i progetti di recupero in senso di rigenerazione urbana, che stavo facendo all'epoca per il progetto "Ceolara4all", mi portarono inevitabilmente ad imbattermi in questo ragazzo, molto intraprendente, attivista per i diritti dei carrozzati in relazione all'abbattimento delle barriere.
Lui fa parte di un'associazione che gestisce un edificio storico, a suo tempo abbandonato (parliamo di quasi 30 anni fa) nella periferia di Milano.
Quello che mi aveva colpito è che grazie a lui ed altri attivisti, l'edificio è stato reso accessibile, c'è persino il bagno accessibile e il bancone del bar, che è qualcosa CHE SEMPRE DIMENTICANO TUTTI I LUOGHI PUBBLICI, PER FARE UN ESEMPIO. 
Pensate: abbiamo leggi sopraffine in materia, ma nessuno le rispetta, tanto che ogni giorno ci scontriamo in barriere di ogni tipo nei luoghi pubblici. 
Invece questi ragazzi, in maniera autonoma e senza chiedere nessuno dei contributi pubblici che pure esistono, hanno sbarrierato tutto il luogo, anche l'orto!
Per me questa dei centri sociali è una cultura ignota, ma il principio di rigenerare un edificio vuoto (destinato al degrado e fonte di degrado per un quartiere) e metterlo a disposizione di una comunità per fare attività di ogni tipo, addirittura una biblioteca di fantascienza (pare che ci siano testi introvabili per i cultori del genere), oppure eventi a sfondo benefico od offrire la cena tutti i lunedì a base appunto dei prodotti dell'orto, insomma, è nell'ordine degli interventi che dovrebbe fare una amministrazione pubblica!
Pensateci: in periferia c'è una Kultur Haus.
La stessa Kultur Haus che ho invano per anni proposto ed illustrato all'amministrazione del mio Comune per recuperare una cascina, appunto, in degrado e, attraverso la rigenerazione urbana trasformarla in un luogo senza barriere, dove fare ogni tipo di attività utile alla vita del quartiere, il tutto gestito da un'associazione capofila.
Pare che questi progetti non piacciamo, però, agli esponenti di una certa politica.
Nel caso di Milano abbiamo avuto, sabato mattina 11 luglio 2020, questa manifestazione di intolleranza, violenza ed ignoranza da parte della sezione giovani della Lega di Milano.  
Per motivi essenzialmente politici, in ossequio allo standard aggressivo imposto dal segretario di questo partito che ogni giorno dal suo profilo facebook espone un bersaglio da massacrare (persino il vignettista Antonio Cabras sì proprio colui che ha disegnato la cover del nostro volantino è stato usato come bersaglio per gli hater che affollano il suo profilo ), si sono presentati con  cartelli striscione e megafono a fare una specie di comizio elettorale.
In questo video tutti possono visionare o ascoltare in quale modo si riferiscono ai ragazzi della cascina Torchiera - purtoppo non ci sono i sottotitoli.
Li chiamano più volte delinquenti, associano l'immagine della discarica e dell'immondizia alle persone e al luogo.
Ciò che basisce ulteriormente è che tra gli arringatori c'è persino l'assessore regionale per la disabilità!
E altra cosa che rende la misura etica e culturale di tutte queste persone è l'imbrazzante equivoco in cui sono cadute, per cui, quasi spaventate, hanno affermato (anche scrivendolo sui propri profili facebook) che i ragazzi di Cascina Torchiera li volevano gambizzare e prendere a sassate.  Certo, dei ragazzi sulla sedia a rotelle!
Questi "giovani leghisti" si saranno resi conto della macroscopica gaffe?
Ma ci hanno parlato con i residenti? Davvero questo luogo è un pericolo da sventare? 
Oppure è una ricchezza da sostenere ed incentivare? Cosa ci vorrebbe fare il Comune di Milano al posto di una Kultur Haus? Appartamenti di lusso? Negozi? Uffici?  Non sarebbe invece il caso di promuovere la cittadinanza attiva e partecipativa nella gestione di un luogo in periferia dove di solito il Comune fatica ad arrivare?
Io credo che se la volontà c'è, tutto si fae si può fare.
Cascina Torchiera potrebbe essere un modello di accessibilità anche culturale da esportare un po' ovunque nel Comune di Milano.
In mezzo ci sono tanti livelli: l'inclusione delle persone con disabilità, le diseguaglianze, il diritto ad avere una casa, il presidio del territorio, il contenimento della povertà educativa, la tutela delle minoranze e delle categorie cosiddette fragili, il diritto all'aggregazione sociale.
Da veronese e quindi abitante di una piccola città di provincia, ancora molto indietro sul versante del rispetto dei diritti umani, ho sempre pensato che Milano, uh la capitale economica e polo culturale del nostro Paese, fosse avanti millenni!
Tra poco  i ragazzi di cascina Torchiera saranno sotto alle finestre di palazzo Marino, a portare uno dei loro lunedì, per far vedere che non sono pericolosi terrorsti dediti ad attività illecite e a scapito  dell'indifesa cittadinanza.
L'augurio che faccio è che a partire dal sindaco Sala e a finire dall'assessore di pertinenza si arrivi ad un  accordo per cui Cascina Torchiera possa continuare includendo sempre più abitanti e non.

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