domenica 14 agosto 2016

Buone Vacanze per tutti


Metti che hai la passione della montagna e, come tutti, vorresti andarci anche tu, ma "tu" sei un nucleo familiare che comprende una persona con disabilità motoria = sedia a rotelle=barriere.
Così mio marito inizia a fare ricerche sul web, inserendo ben precise chiavi di ricerca e l'unico record che gli esce è sempre uno e quello.
E poi telefona, si informa e da lì inizia il contatto per cui, poi, l'ultimo giovedì di luglio, siamo partiti alla volta di questa che per noi era un'avventura al buio - siamo arrivati che era quasi mezzanotte.
E finchè non è arrivato il mattino non abbiamo potuto ammirare la bellezza del paesaggio che, magicamente, abbiamo trovato al nostro risveglio il venerdì: il nostro appartamento si affacciava sulle montagne altissime, ricoperte di boschi, decorate con nuvole, alla sommità, quali soffioni di zucchero a velo.
Niente da invidiare a certi landscape del film "Il signore degli anelli".
Insieme a noi, ci aveva detto Walter, il gestore dell'agriturismo, erano arrivati anche altri ragazzi sulla carrozzina e lui aveva pensato di organizzare un po' le giornate e la prima gita era ad un rifugio, quota 1600 metri.
Nonostante ci fossimo svegliati tardi potevamo raggiungerli. Poi in seconda battuta ci viene detto che non sono riusciti a salire nemmeno con le carrozzine elettriche e quindi noi, che abbiamo una carrozzina manuale....... ma poichè abbiamo in dotazione un marito molto testardo e troppo amante della montagna e forse pronto a spendersi oltre il possibile per fare in modo che anche suo figlio possa partecipare di ogni esperienza, siamo andati lo stesso.
Un pezzo, mio marito, inerpicando pervicacemente la sedia di nostro figlio su per questo sentiero assolutamente non attrezzato, è riuscito a farlo poi, causa pendenza improponibile, ci siamo dovuti fermare e chiamare soccorso.
Arriva la Jeep guidata dal rifugista, accompagnato da Walter, da un altro signore e da due cagnini pelosi. Gli uomini concertano e parlottano sul come si può fare - io, suppongo, sciorino un'espressione torva e ho caldo ho fame e penso a certi posti, in Germania o in Trentino, così netti, lisci e accessibili e mi sale il bufalo. Ma non faccio in tempo a farlo erompere che un'ulteriore minaccia si profila all'orizzonte: gli uomini hanno deciso che nostro figlio può essere caricato in macchina, cioè proprio seduto  come uno qualsiasi sul sedile dell'auto. E mio marito acconsente.
Comprammo un VAN e lo riadattammo, quando ancora nostro figlio aveva 5 anni, a causa dell'enorme difficoltà a sederlo sul sedile in un auto, difficoltà derivata proprio da peso, dimensioni e postura. Oggi nostro figlio pesa 80 kg: già mi vedevo la scena che cadeva per terra, che si faceva male, sento le urla...... inizio a sentirmi male.
Invece miracolo!, ce la fanno, gli mettono la cintura e tutti saliamo, il papà che lo tiene per le spalle, che non si sa  mai. Il bambino è tranquillissimo, anzi sorride e se ne sta ben composto.

Il pilota, molto ciarliero, gli parla e lui ascolta e alla fine del viaggio gli chiede: "Ehy, hai visto che siamo arrivati? E lui "Grazie!", lasciando noi genitori di stucco! 
Cominci a credere di stare in un posto magico, dove tutto può succedere e che sia possibile quello che quotidiamente non lo sia.
Prendiamo quindi posto ad una tavolone, fronte panorama favoloso, sotto un bel sole lambente e conosciamo un po' Walter e questo signore, che si chiama Marco, è papà di due dei ragazzi  che sfrecciano qua e là sulle carrozzine elettriche e si assiepano in allegri cicalecci negli altri tavoloni. 
Marco, insieme a sua moglie Beatrice e altre famiglie ha fondato un'associazione, dedita a finanziare la ricerca per la rarissima malattia che ha preso la metà dei suoi 4 figli.
Tutti quei ragazzi che al momento sono impegnati in un appassionante gioco da tavolo, hanno la distrofia, declinata nelle varie varianti. C'è anche una famiglia veneta.
La giornata finisce mentre il sole si avvia all'orizzonte e stavolta scendiamo ospiti nel van dell'associazione di Marco, che può portare ben 3 carrozzine - ci ha raccontato che dopo aver allestito il Van il suo Comune di residenza gli ha chiesto se lo metteva a disposizione per fare i trasporti dedicati, Comune che non ne ha uno e quindi non effettuava nemmeno il trasporto scolastico, per esempio.
Per la sera è prevista un'uscita in pizzeria, ma noi siamo stanchi, nostro figlio ha bisogno di sdraiarsi, i tempi sono troppo stretti e le bimbe troppo su di giri, così preferiamo cenare in appartamento.
Il giorno dopo è prevista l'ascensione ad un altro rifugio, quota 1956 mt, una visita al lago con la Joelette pranzo e relax fino alla funivia delle 17.00 che ci riporterà tutti in piano.
Walter, che ha fondato un'associazione che si occupa di abbattere le barriere e creare oppurtunità turistiche per tutti, porta una delle 7 joelette on dotazione, che userà, con l'aiuto dei baldi giovini prestanti presenti (ci vogliono tre persone per condurla), per far arrivare fino al lago i ragazzi.
Pensate: sono anni che conosco quest'ausilio che ne leggo e ci fantastico e soltanto adesso lo posso vedere in azione: tutte le strutture montane dovrebbero averne uno, così come tutte le spiagge hanno la sedia apposita! Finora mi risultano in Italia: nella provincia Veronese, nel Lazio e in Sardegna. Spero siano invece molti di più i luoghi e le associazioni che ne sono dotati.
Anche questa giornata passa benissimo, in aperta natura e placidamente, rafforzando in me la convinzione che tutto è possibile se si vuole, un credo che mi si era molto allentato ultimamente perchè, a Verona (nonostante le strategie che puoi inventarti, la positività, le idee, l'energia che metti nei progetti che vorresti attuare, anche a livello di piccola associazione in colloquio con gli enti territoriali),  le fatiche si sono come moltiplicate e la stanchezza stava prendendo il sopravvento. 
Invece qui, tra queste montagne e questi silenzi pieni, con quest'aria leggera, guardando questi ragazzi, parlando con i genitori e sperimentando una vacanza accessibile sul serio, capisci che la povertà umana e culturale del luogo in cui vivi non deve annichilirti, non bisogna permetterlo.
Per la sera è in programma la visita alla sagra di un paese vicino, molto caratteristica perchè comprende proprio tutto un paese dove sono disseminati gli stand con le specialità gastronomiche locali - una citazione doverosa alla cucina di questi luoghi, abbiamo mangiato, per tutto il soggiorno, piatti fatti a mano e con materie prime eccellenti!
Neanche la pioggia torrenziale, che ci ha sorpresi mentre ci dirigevamo alla meta, è riuscita a diventare l'ostacolo che normalmente stoppa e fa sfumare le uscite dei rotellati: Walter, con  grande sapienza organizzativa, fa un paio di telefonate ed ecco che ci aprono le transenne per permetterci di arrivare in un locale al chiuso e farci accomodare tutti - immaginatevi far sbarcare 8 carrozzine e relativi familiari, eppure è stato fatto.
Infine la domenica, giorno di partenza,  ci ritroviamo tutti in taverna a mangiare assieme e a festeggiare i 20 anni di uno dei ragazzi. 
Dopo pranzo mio figlio fa un'altra esperienza "dell'altro mondo", finora gli è successa solo in Germania ma era molto piccolo: va sull'altalena.
Ho fatto mille foto per catturare l'espressione di beata allegrezza stampata sul suo volto, finalmente sull'altalena a dondolare e addirittura a comandare da solo l'oscillamento, grazie ad una corda appositamente studiata per l'uopo. L'agriturismo ha persino un'altalena accessibile, tanto per dire com'è concepito, anzi come dovrebbe essere concepita qualsiasi struttura ricettiva che si fregi dell'aggettivo "accessibile".
Pensate: un'attività così normale quanto quotidiana che tutti i bambini posso fare al parchetto sotto casa mio figlio solo due volte in vita sua, anni fa all'estero e oggi.

A questo punto mi chiederete, curiosi dove mai fossi.
Ecco qua:   
AgriturismoTorre dei Basci, Valmalenco, Valtellina, Lombardia.
Walter è l'ingegner Walter Fumasoni, la cui filosofia di vita è "Se uno è capace di fare qualcosa bene, non può tenerlo per sé, ma deve condividerlo. L’accessibilità è la mia competenza.", proprietario dell'Agriturismo che gestisce insieme alla moglie Morena, architetto, e che ha fondato l'associazione "Tecnici senza barriere".
Marco è Marco Perlini di GFB Onlus
Il primo rifugio a 1528 metri è Rifugio Alpe Ponte
Il secondo rifugio a 1965 metri è Rifugio Lago Palù
La sagra è la sagra di Vetto
Il ragazzo che ha compiuto 20 anni è Nicolò.
Saluti a Beatrice, Palmira, Laura, Paola, Romana, ai mariti, ai figli/fratelli/amici/morose a tutti quelli di questo gruppo vacanze meraviglioso. Un abbraccio a Michela Reghenziani .
Un grazie enorme a Walter per quello che fa, ci ha davvero offerto una vacanza fantastica dandoci una bella ed importante lezione con il suo modo serafico e inossidabile di affrontare le cose. Senza dimenticare Morena, Sofia e Jason.


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