Qualche mese fa siamo venuti in contatto con la senatrice Aurora Floridia che è veronese e ha sempre mostrato competenza per i temi sociali e che ha letto il nostro saggio sui caregiver familiari.
Ha detto che le si è aperto un mondo.
E quindi ha fatto un’interrogazione alla ministro del lavoro e delle politiche sociali On. Marina Elvira Calderone .
Il testo dell’interrogazione lo trovate a questo link.
Oggi ho passato praticamente tutta una giornata lavorativa (dalle 9.00 alle 17.00) al telefono, chiamando i vari uffici del ministero, cui sono stata rimpallata, per sapere se la ministro ha risposto.
In realtà lo sapevo già che non aveva risposto, ma è stato anche un modo per suonare un campanello.
Alla ministro Calderone abbiamo scritto anche in PEC, ovviamente senza avere mai una risposta.
Nella mia peregrinazione telefonica alla fine, verso le 17.00 scopro che non esistono tempistiche: mi viene spiegato che "quando il Governo sa, risponde attraverso uno dei suoi ministri".
Quindi devo dedurre che il governo italiano ATTUALMENTE INSIEDIATO non sa nulla sulla legge per il riconoscimento del caregiver familiare.
E quindi?
Nemmeno la ministro Locatelli risponde.
Sappiamo che va ovunque per l’Italia a visitare scuole, centri diurni, sedi di associazioni, singoli cittadini, rilascia comunicati e interviste- era persino nel panel di due convegni svoltisi a distanza di pochi giorni, il mese scorso, sul caregiver familiare. La settimana prossima sarà a New York per raccontare quanto siamo bravi, in Italia, con il progetto DAMA, durante la sedicesima conferenza degli Stati parti sulla Convenzione dei diritti delle persone con Disabilità.
Ma a noi, l’unica associazione italiana che si batte strenuamente per il riconoscimento del caregiver familare come lavoratore, la ministro per la disabilità, non risponde.
Chissà come mai.
Sarà che prima devono fare i decreti attuativi della legge sulla non autosufficienza e si spera che nessuno raccolga le insistenti richieste dell’associazione CARER che parla solo di caregiver di persone anziane e monopolizza un’unica, simbolica regione e cioè l’Emilia Romagna.
La regione che per prima ha legiferato sul caregiver familiare.
Che, chissà perché, esercita un potente fascino su certe forze politiche di altre regioni, che ci chiedono se questa legge sia valida e si può copiarla.
A Stefano Bonaccini, l’attuale presidente dell’Emila Romagna il nostro libro lo abbiamo dato di persona, nelle sue mani, proprio quando venne a Verona nel maggio dello scorso anno, per sostenere la candidatura del compagno di cordata Damiano Tommasi, allora in corsa per la poltrona di primo cittadino nella città scaligera.
Penso che Bonaccini non abbia letto il nostro libro, altrimenti ci avrebbe contattato e avrebbe voluto almeno dirci qualcosa, come qualsiasi persona fa dopo aver letto il nostro libro.
Pazienza.
Il nostro libro continua a essere letto e produce i suoi effetti di testo, come direbbe Umberto Eco.
E noi, seppur amareggiati per il trattamento poco urbano che ci viene riservato, continuiamo nel nostro impegno, perché davvero siamo caregiver familiari e non gente assoldata per evadere una pratica, molti di noi sono in grande difficoltà e l’estate è una mannaia implacabile.
L’estate è anche il periodo in cui si registra il picco delle tragedie che riguardano noi caregiver familiari.
Ci sono sempre mille altre priorità, a detta di chiunque abbiamo interpellato (politici, giornalisti, sindacalisti etc), rispetto alle tematiche e alla emergenza che contraddistingue questa categoria sociale e noi caregiver familiari dobbiamo “portare pazienza”.
Arriverà la resa dei conti, e sarà un conto molto salato, temiamo.
Nel frattempo il Paese si ferma per lutto e poi c’è l’estate, che paralizza ulteriormente.
Per chi ha ancora energie e ancora non l’ha letto: l’esercitosilenzioso.
1 commento:
Parole sacrosante e sacrosanto sdegno. Non c'è offesa ed umiliazione più grave di chi non risponde, di chi non ti ritiene degno nemmeno di un "No, non posso/non voglio". Ancora una volta siamo gli invisibili, appunto "l'esercito silenzioso". Ma attenzione: noi siamo "genitori tosti"...
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