Di
questo argomento, fino a poche settimane fa, non ne parlava nessun
media.
Solo ogni tanto, nell’arco dell’ultimo quinquennio, è
uscito qualche sporadico articolo, sulla stampa specializzata, però –
sanità, sociale.
Poi,
grazie ad una studente, Erika Borellini di Carpi (MO) - la bella ragazza in foto, la
problematica della figura del caregiver familiare, in quanto studente, è emersa con la forza e la genuinità che solo la giovinezza rende.
Erika
ha iniziato a scrivere ai giornali, ha avviato una petizione (che ha
oltrepassato le 110mila adesioni) e velocemente è stata raggiunta
dalle e-mail di centinaia di altri colleghi studenti di altri atenei,
di tutt’Italia.
Essendo
sbarcata anche in TV grazie a Rai 1 e al servizio delle Iene e di
altre emittenti locali, è riuscita ad arrivare persino al Ministro
Fioramonti, che in una registrazione video messa in onda sulla Rai,
ha dichiarato che gli studenti caregiver devono essere equiparati
agli studenti lavoratori e che avrebbe lavorato insieme al rettore
dell’UNIMORE, dove Erika vorrebbe proseguire negli studi accedendo
alla laurea specialistica.
Di
ieri, 12 novembre, è la notizia che l’assessore regionale
all’Istruzione dell’Emilia Romagna, ha dichiarato che si schiera a
fianco di Erika per rendere possibile questa equiparazione, dato che poi
l’Emilia Romagna già dal 2014 ha una legge regionale per i caregiver.
Un
breve inciso è d’obbligo: è giusto sapere che ormai da 20 anni e
più esiste tutta una storia che ha portato alla produzione di
svariati DDL , nel corso di queste ultime due legislature, perché
esistesse una legge dello Stato Italiano che riconosca, come succede
da anni in tutti gli altri stati europei, il caregiver familiare come
lavoratore e quindi beneficiario di tutti i benefit e le tutele, nonchè gli obblighi che questo status professionale imporrebbe.
Adesso
i lavori al Senato sono fermi in 11a commissione permanente .
La
considerazione che viene in automatico è che, in poche settimane, Erika è riuscita ad ottenere molto di più che comitati e organismi
vari in oltre 20 anni che dialogano e interagiscono con le
Istituzioni.
Interessanti
sono i ragionamenti che si possono elaborare al riguardo, uno su
tutti è che i caregiver familiari, che assommano a quasi 9 milioni di
persone in Italia , comprendono età e tipologie diverse cioè un
caregiver è legato da una relazione di parentela e quindi può
essere figlio, coniuge, fratello genitore , cugino, cognato etc
rispetto alla persona di cui si prende cura.
La
differenza anagrafica segna anche una differenza culturale, per cui
le reazioni e gli approcci alla propria condizione e quindi le azioni
che si mettono in campo, sono diverse, condizionate poi anche dalle
skill culturali : Erika è una studente in ingegneria, del 2109, la
maggior parte dei caregiver non è laureata e ha un’età alta, è
donna, ha rinunciato ad una eventuale carriera lavorativa e, spesso,
non ha proprio consapevolezza della propria condizione, poiché i
caregiver familiari sono invisibili, non fanno rumore e nessuno
realmente si fa carico delle loro istanze a livello istituzionale,
anche nel piano delle realtà Comunali.
Tantissimi
caregiver ignorano che esiste una legge in divenire, un movimento,
dei diritti da rivendicare etc. etc. etc.
Infine:
essendo il caregiving una attività usurante e a rischio burn out
altissimo, specie in quelle situazioni di estrema gravità e dove
sono assenti tutti gli interventi assistivi/di sollievo e il
caregiver è solo anche socialmente, non possiede proprio la forza di
intraprendere nessuna iniziativa, indipendentemente dall’età del
caregiver perché ogni sua energia è risucchiata dall’attività di
cura.
Quindi:
tornando adesso alla vicenda di Erika e degli studenti universitari
italiani, che sono anche caregiver, sollecitiamo intanto una presa di
coscienza in generale e in particolare una reazione a livello di
Magnifici Rettori, Organi Collegiali e rappresentanti degli Studenti
che si facciano carico realmente ed in concreto di questa tematica
andando a variare gli sturt degli atenei.
Il
Ministro Fioramonti, del resto, è ampiamente informato e coinvolto.
Chi
avesse a cuore il problema e fosse studente caregiver si metta in
contatto con noi: genitoritosti@yahoo.it
2 commenti:
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