giovedì 2 maggio 2013

Quando meno te l’aspetti...



di Gio Bazen
Avevamo diverse possibilità nel scegliere un ristorante dove festeggiare la Prima Comunione di nostra figlia. Un luogo dove la cucina fosse di buon livello, dove i bambini potessero scorrazzare abbastanza liberamente nei presumibili lunghi tempi di questi eventi, che fosse sufficientemente tranquillo per non innervosirli (e noi con loro), dove fosse possibile passare il momento postprandiale passeggiando nella natura, oltre ad altri grandi/piccole condizioni che, si sa fin dal principio, sarà difficile se non impossibile rispettare in toto.
Il compromesso selezionato ha come rovescio della medaglia il dover sperare nella tranquillità delle altre tavolate confinanti, pur avendo la sala una conformazione che dovrebbe garantire un certo abbattimento del riverbero: in una sorta di maxi gazebo se il tempo è clemente si aprono le “pareti” et voilat, per una persona sorda con impianto cocleare il fattore (acusticamente) micidiale del riverbero scompare. Certo, resta il livello di rumore che l’italico commensale sviluppa mediamente in modo piuttosto elevato... Ma potremo sempre lavorare sul programma del processore, settando l’impostazione più congeniale al momento per attutirlo, se necessario.
Non nascondo che in certi frangenti vorrei poter avere tutta per me una sala immensa immersa nel silenzio per poter almeno una volta dimenticare uno dei motivi che ci tiene lontani dai raduni umani; e, poi, da quando la sordità è diventata parte della nostra vita, mal sopportiamo le situazioni di rumore eccessivo. Ogni volta che ci capitiamo in mezzo, non posso non pensare alla mensa della scuola (alzi virtualmente la mano chi può dimostrare la prestazione sonora di sufficiente qualità della scuola del proprio....) dove originano e sviluppano le malattie professionali dei docenti nell'oblio dei parametri di legge, essendo la scuola anche luogo di lavoro...
Ma torniamo alla giornata odierna, con l’ingresso nella sala da pranzo già gremita in ogni suo posto all'apice del banchetto: chi assapora l’antipasto, chi a metà pregusta la seconda portata in arrivo, chi si appresta con qualche difficoltà a dolci delizie col miraggio dell'ammazzacaffè. Ma nel centinaio di persone, si nota immediatamente che qualcosa di anomalo c’è; anzi non c’è: il rumore. Nell'inseguire i pargoli in un piacevole brusio incrocio lo sguardo ugualmente interrogativo dei colleghi di combriccola. Di nuovo mi soffermo sugli astanti, ed ecco li a un tavolo di distanza una tavolata silenziosa, dove una cinquantina di persone dialoga in LIS. Le mani vorticano nello scambio di battute mentre il pasto procede con gran soddisfazione. Dalla tranquilla serenità che ha accompagnato il nostro festeggiamento, diverse considerazioni si affacciano: innanzitutto grazie al livello sonoro equilibrato sia mia figlia sorda impiantata, sia tutti i presenti hanno giovato di un ambiente più rilassato. Mia figlia non ha imparato la lingua dei segni poiché per diversi motivi ha seguito una educazione improntata all'oralismo e, grazie all'impianto cocleare, alla percezione del linguaggio sonoro. La LIS è una risorsa importantissima al pari delle altre, cui le famiglie devono essere libere di attingere e sfruttare per la crescita dei loro figli secondo la situazione cui si trovano. Non è da sottovalutare il fatto che un bambino che padroneggi la doppia lingua possa risolvere i frangenti nei quali la tecnologia non lo possa aiutare: non solo nei problemi fondamentali legati alla salute, ad esempio in caso di non poter sfruttare il nervo acustico e nella conseguente impossibilità di impianto cocleare; ma anche in casi banali, dove, ad esempio, la pila si esaurisce: pochi giorni fa leggevo nel gruppo Facebook "Affrontiamo la sordità insieme" di Massimo e sua figlia al supermercato in analoga situazione, con entrambe le batterie degli impianti scariche:
“Oggi abbiamo fatto sbarellare il supermercato, sono finite le batterie degli impianti e ci siamo messi a fare la spesa in LIS, ci siamo divertiti come matti; dovevate vedere le facce dei clienti e della cassiera che non si è mai accorta che mia figlia è sorda! Noi [con lingua verbale e dei segni] così abbiamo riscontrato molto meno stress nella bambina nei momenti senza impianto, ed ora un'assoluta padronanza dei due "mondi"”.
Come scrivono in uno dei commenti: oltre alle batterie,
“La LIS in tasca, come vedete, può tornare sempre utile!”
Tra le altre considerazioni, merita soffermarsi sulla maleducazione delle persone nei luoghi pubblici, dove sempre più è mediamente doveroso imporre il proprio ego urlando le proprie gesta. E’ il caos. Ma non può che esser così se si riflette su quanto scritto poco sopra sulla condizione sonora dei plessi scolastici (nel boom demografico/edilizio degli anni ‘60-’70, la prestazione sonora era una sconosciuta); pensiamo poi alla cultura di massa, quella televisiva, dove il parlato si sovrappone in un’escalation di volume. Volume che, facciamoci ancora caso, non resta costante durante le pubblicità, in barba, se non erro, alle Leggi italiane.
E’ triste ammetterlo, ma nel nostro Paese manca (anche) l’educazione sonora, dal principio alla fine.
Chiudiamo però con una buona notizia: non servono molti euro per insonorizzare un ambiente quale un’aula scolastica: un buon progetto di insonorizzazione passa anche da materiali “poveri” ma ad elevato grado di abbattimento del riverbero.
Mentre addirittura a costo zero è l’insegnamento della buona educazione fin dalla tenera età.

4 commenti:

orsatosta ha detto...

Bello e utile sopratutto per chi è estraneo alla sordità - chi ci penserebbe al discorso per esempio delle aule o alle mense scolastiche?

Laura Raffaeli ha detto...

manca molta informazione (vedasi la finanza che accusa alcune persone di essere finti ciechi solo perchè hanno facebook, come successo di recente) ed io che vivo anche mezza sordità so che vuol dire la confusione, so cos'è quando non senti altro che rumori, anche se si vuole rimanere collegati al mondo reale.
non si parla mai di sordità e di cecità, le più gravi tra tutte le disabilità e nessuno ad esempio sa come leggo o come uso il pc, ecc.
questo post è anche importante per chi decide gli ausili per gli altri: braille si o no, informatica o viceversa, lis si o solo oralismo, io dico da anni che ognuno di noi dev'essere libero di scegliersi l'ausilio che gli pare.
sento spesso invece alcune associazioni per sordi che definiscono "scimmie" le persone segnanti, o altre che vorrebbero solo lis, stessa cosa per noi ciechi, chi vuole tutto in braille (i vecchi) chi vuole tutto digitale, ma io ad esempio che sto perdendo del tutto anche l'udito sarò costretta a imparare il braille se voglio continuare a leggere o altro.
la lis va riconosciuta anche in italia, come è riconosciuta altrove, non si chiama un sordo segnante scimmia e noi disabili vorremmo sceglierci l'ausilio autononamente, che non dev'essere necessariamente per tutta la vita.
per lavoro posso dire che ho imparato questo: sono molti i genitori che rifiutano la disabilità del proprio figlio (soprattutto quando è invisibile come una disbilità sensoriale), lo si vorrebbe parlante e udente a tutti i costi, o vedente, quindi c'è chi vuole che il figlio parli nonostante sordo (e chiama scimmie i sordi segnanti!).
certo non sono tutti così ma questi genitori fanno il gioco di alcune associazioni che invece, a differenza di quella che presiedo, non lasciano molto spazio per pensare autononamente: l'uic ad esempio metterebbe il braille pure su un cuscino, o l'ens farebbe segnare pure chi sente, ma lis e braille non si possono mettere da parte, così come non possono rimanere le uniche possibilità per noi disabili sensoriali.
manca la libertà, di conseguenza manca l'autonomia, questo anche perché manca informazione che, nel mio piccolo come voi di genitori tosti, cerco di dare.
ciao, laura

orsatosta ha detto...

Laura, benriletta e grazie del tuo intervento che offre altre preziose informazioni al riguardo e che allarga la forbice di quanti, associazioni comprese, lavorano per costruire e non per perdere tempo in inutili campanilismi che non poi giovano a nessuno :)

Giovanni ha detto...

Ben detto, Laura. Mai dimenticare che il benessere di ogni persona dipende dalle scelte di chi "sta più in alto", che, pur in misura limitata, possono essere influenzate anche da noi. Informare diventa l'aspetto cruciale attraverso il quale comprendere la società che ci circonda. Anche se a volte vorremo digiunare un po', le sfide difficili sono il nostro pane.