giovedì 14 febbraio 2013

Agli innamorati



Di solito in questo blog parliamo di giornate, nazionali ed internazionali, dedicate a certe tematiche insomma le giornate dedicate magari alle malattie cioè alla cosiddetta sensibilizzazione su una certa malattia. A pensarci bene… che allegria!

A volte ricordiamo ricorrenze meno impegnative e più briose, come la festa della mamma.

Oggi, con il pretesto della festa degli innamorati, vorrei parlare di un argomento che quasi mai è sfiorato e quand’anche lo fosse, siamo ancora prima del Big Bang, almeno da noi in Italia….. vorrei, se ci riesco, parlare dell’amore e anche del sesso.

Da genitore a volte ci penso, ma avendo un figlio ancora piccolo ci penso molto poco, probabilmente se mio figlio fosse nell’età dell’adolescenza ci penserei molto di più.

È un argomento con il quale noi genitori dobbiamo fare i conti, inutile nascondere la testa sotto la sabbia.

Forse tanti genitori il problema non se lo pongono proprio, in misura direttamente proporzionale alla gravità della condizione del figlio, cioè più è grave e proprio non esiste il problema.

Non sono d’accordo.

E non ritengo la questione un “problema”.

Anni fa mi capitò di ascoltare un programma radiofonico in cui il presidente di un’associazione (non genitore) raccontava come i genitori affrontavano la questione e incredibilmente cercavano di risolverla magari in prima persona. All’epoca mio figlio aveva due anni e a me pareva di stare a sentire una cosa tipo “c’è vita su Marte”.

Qualche anno dopo uscì quel post sul blog Invisibili, scritto da - a quanto si riportava – una mamma, che raccontava le imprese di un’amica. Il post fece uno sfracello di letture, in un blog dove quasi quotidianamente venivano affrontati, con la competenza non solo giornalistica ma anche direttamente personale (due sui tre admin sono persone con disabilità), ogni tematica del genere, il botto si ebbe con un post scritto da una mamma, che parlava di come ci si arrangia e in quali inconvenienti si incorre per soddisfare quella che nei soggetti normodotati è un’esigenza di routine, come può essere il sesso.

Tolto il bello stile e accattivante con cui era scritto il post, rimaneva la sconfortante realtà che l’unico modo di soddisfare le, legittime, pulsioni sessuali di una persona con disabilità è quello di ricorrere ad una prostituta, ma la cosa più sconcertante è che chi ti porta al rendez-vous mercenario è tua mamma e magari nel cuore della notte capita una retata e tu ti trovi a dover pure dare spiegazioni alla polizia. Ecco, tutto il passaggio era reso con una scanzonata comicità, ma in realtà non c’è nulla di comico in tutto questo.

C’è, come ho detto, che nel nostro Paese siamo ancora prima del Big Bang in materia.

Non concepiamo, come in molti altri aspetti connessi alla vita i nostri figli, l’amore – già mio figlio potrà mai innamorarsi? Certo, mica è un geranio! E quell’altra roba, quella che ha a che fare con gli ormoni, con le pulsioni (uh che brutta parola!) etc? Certo succederà anche a lui, il problema casomai starà nel saperglielo spiegare nel modo giusto, lui è disartrico e un mucchio di altre cose, ma è una persona con emozioni, sentimenti e desideri…. Come fanno i genitori in questi casi? E posso io genitore ignorare tutto questo, liquidandolo con l’assunto “ma tanto è disabile?”. Certo che no, sarebbe una grave ingiustizia nei confronti di mio figlio. Combatto tutti i giorni perché la sua vita il più possibile “normale” nel senso che anche lui deve andare a scuola, fare sport, giocare, imparare, avere degli amici e non importa se non può, troviamo delle strategie dei modi per cui anche lui possa ecchediamine! Allora che stiamo a parlare di inclusione????

Mi auguro che la mentalità cambi, che non desti più scalpore o addirittura dibattiti, una coppia dove uno dei partners è disabile e quindi anche questo falso tabù della sessualità delle persone con disabilità scompaia e non si debba più ricorrere alle mercanti della categoria ma a terapiste e terapisti, come si racconta in quello che suppongo sia uno splendido film sull’argomento e cioè the sessions , di cui al link potete vedere il trailer e poi la settimana prossima arriva anche nei nostri cinema.

Vi lascio a pensarci su, augurando a tutti ma proprio tutti quelli che sono innamorati, una bella festa oggi e dò un altro spunto, l’iniziativa di Max Ulivieri, unica e pioniera nel nostro Paese.



lunedì 11 febbraio 2013

Notizie dall'associazione GT


Segreteria, nuovi orari: 
da oggi 11 febbraio 2013, la segreteria, che risponde al numero 3423897222,  funziona dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00.

Iscrizioni anno 2013:
1) Rinnovo per l'anno 2013 (la cui quota, ricordiamo, rimane invariata a 15 euro) da effettuarsi entro e non oltre il 31 gennaio 2013 - è sufficiente inviare un'e-mail a genitoritosti@yahoo.it con oggetto "Rinnovo 2013" e i propri dati, con allegato la ricevuta del bonifico effettuato.


Dati per il bonifico:

Associazione Genitori Tosti In tutti I Posti Onlus

IBAN IT52 H031 2711 7060 0000 0002 126

Unipol Banca filiale di Verona 0059

Causale: quota socio 2013

2) Nuovi soci: per sapere cosa offriamo potete prendere visione del nostro statuto e le pagine in aggiornamento del nostro sito. La quota rimane sempre 15 euro.

Quindi, se vi siete decisi ad associarvi, inviate un'e-mail a genitoritosti@yahoo.it con oggetto "prima iscrizione" e vi invieremo il modulo, da restituire compilato.

GT sulla stampa:
riparte la rubrica su Quotidiano Sardegna, tenuta da Marisa Melis, rappresentante regionale GT per la Sardegna; qui e qui i primi due articoli, sempre pubblicati anche sul nostro sito.

mercoledì 6 febbraio 2013

Rivendichiamo il diritto a nascere "diversi"


In tutti questi mesi in cui la mia attività sul blog si è molto ridotta, a causa di "varie ed eventuali, che si riassumono nell'espressione problemi di salute, a corollario di problemi connessi con la situazione di un figlio, grave, disabile, che tutti i genitori "colleghi" conoscono bene e, lo ribadisco una volta ancora, sono problemi che non scaturiscono dalla condizione di mio figlio o dalla mia non accettazione di questa sua condizione, bensì sono tutti quei grattacapi e veri e propri guazzabugli che ti causano gli "specialisti" della burocrazia, quelli che dovrebbero aiutarti nel tuo percorso di genitore speciale, quelli che occupano i posti  chiave del socio-sanitario o della scuola.
Dicevo, in tutti questi mesi assorbivo i variegati imput che continuavo a cogliere perchè comunque leggevo, consultavo, andavo a seguire, incontravo, etc....
Sapete come funziona: uno assorbe e i vari dati ribollono dentro, come nel tino di mosto e a turno affiorano in superficie varie cose, come buccie e graspe.
Poi qualche settimana fa, su un settimanale cosiddetto "femminile" leggo, nella rubica della posta dei lettori, questo:
" Io ho dovuto abortire un mese fa perchè il mio piccolo aveva la sindrome di down".
Confesso che è stato come ricevere uno sganassone improvviso e molto doloroso.
Insomma, siamo ancora alla distorta mentalità  che un bambino con la sindrome di down non sia degno neanche di vivere e quindi kaputt.
E non venite a dirmi che è una mentalità isolata, cioè ristretta ad una minoranza perchè di pochi mesi addietro è la scioccante sentenza che assegna ad una neonata down un cospicuo risarcimento pecuniario perchè è nata down!
Insomma, se nell'ambito del mondo della disabilità si parla tanto di "certe cose" come la Convenzione Onu, la parità dei diritti perchè siamo tutti persone e tanto altro, nel mondo là fuori,  invece, vige questa avvilente convenzione per cui dobbiamo essere tutti sani, belli e in serie per essere a posto nella società. Qualsiasi variazione sul tema è un'aberrazione da eliminare oppure, ipocritamente ignorare.
Sarò una sempliciotta ma mi sembra impossibile che passino gli anni e certe cose proprio non cambiano, anzi, magari  peggiorano grazie alla congiuntura economica corrente per cui sembra quasi che la cultura si irrigidisca, se non arretri, su posizioni che definire triassiche è un eufemismo. Se le persone con disabilità in tempi tranquilli sono considerate dei sopprammobili, in tempi di crisi diventano dei costi - da abbattere.
Vorrei che qualcuno di quelli che la pensano come la dona di cui ho riportato la frase mi spiegasse cos'è, che tanto spaventa, raccapriccia o che, nell'avere un figlio down o essere una persona down - e comunque una persona con disabilità in generale.
Ma soprattutto vorrei che queste persone mi spiegassero come fanno ad essere così ristrette nella loro visuale per cui ignorano che per esempio le persone down vanno a scuola, si laureano, lavorano, si sposano, fanno sport e magari gareggiano alle olimpiadi e che le barriere esistono solo se le vuoi, mica perchè ci siano in sè.
Chissà che faccia farebbero nell'apprendere che esiste un docente universitario, una giornalista televisiva, un baby fotomodello... certo, all'estero, è vero.
Qui da noi le persone down non possono andare sulle varie attrazioni a Gardaland ma solo sui giochini per bambini molto piccoli. E pare che nemmeno possano avere la cittadinanza perchè il giuramento che si deve ripetere a voce per ottenerla secondo alcun geni sarebbe troppo complicato per le limitate possibilità cerebrali delle persone down.
Io mi rifiuto di stare a sentire, ancora nel 2013, simili bestialità!
E voi?
Se siamo di più di quelli che "bestialeggiano", per favore, facciamo in modo che questa attività, che è lavoro e non beneficienza,  non fallisca ma possa continuare a dispetto della crisi ma soprattutto a dispetto dei pregiudizi.
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La foto che ho scelto per il post di oggi è presa dal film "Alien Nation" la cui visione ovviamente consiglio :)