venerdì 4 giugno 2010

Depressione post partum: no al TSO!

Sul sito del Corriere della sera stamane è apparso questo articolo.
Come Gruppo siamo rimaste allibite a leggere tale proposta, e come al solito ci siamo consultate, perchè, questo problema degli infanticidi fatti da mamme depresse noi l'abbiamo sollevato già da parecchio tempo.
La nostra preoccupazione come genitori è stata talmente grande che ci è venuta l'idea, più di un anno fa, di proporre una petizione per l'attuazione di un numero verde. É stato creato anche un gruppo su Facebook. E tanti siti hanno ripreso il banner della petizione. Uscirono anche degli articoli sui giornali che ne parlarono.
Probabilmente la nostra iniziativa, fatta da un piccolo gruppo, non è stata recepita nel modo giusto, tanto che non si riesce ad avere un certo numero di firme per chiedere al Ministro Fazio che attivi questo tipo di servizio presso ogni reparto maternità degli ospedali.
Il trattamento obbligatorio sanitario ci sembra una misura assurda e anacronistica, anche considerando il fatto che tante di quelle madri che hanno ucciso, purtroppo, i loro bimbi già erano seguite da un servizio psichiatrico e prendevano dei farmaci. Probabilmente quella non è stata la strada giusta! A conferma di ciò basta leggere la storia di Melanie (che già citammo un anno fa) dalla cui vicenda è scaturita la molla per arrivare ad una legge a tutela delle madri in depressione post-partum: questo succede in America, mentre in Italia i ginecologi non trovano di meglio che proporre per queste donne un trattamento destinato ai malati mentali in fase acuta; e se non bastasse questo, interviene pure un famoso psichiatra caldeggiando l'uso dell' elettroshock come terapia efficace!
Si legge inoltre (nel primo articolo) la proposta di affiancare ad ogni mamma depressa (pare che siano 75 mila nel nostro Paese.... la fonte di questo dato?) una persona per 24 ore.
Ci pareva che con questa finanziaria fossero stati fatti dei tagli considerevoli ANCHE SUI DISABILI: da dove verranno reperiti i fondi?
La nostra proposta era di attivare un telefono AMICO, non ci sembra una stupidaggine, visto che si è rivelato come mezzo molto importante anche per i bimbi con il TELEFONO AZZURRO, oppure il TELEFONO ROSA e similari, perchè queste donne non sono delle assassine ma persone in grande difficoltà che devono e possono essere aiutate. Ricordiamo che in Italia esistono tante piccole realtà che offrono grande supporto a queste donne, si tratterebbe solo di creare una rete a livello nazionale, coinvolgendo le associazioni e personale qualificato.
Da rileggere una miscellanea di alcuni commenti lasciati dalle persone che nella petizione da noi proposta hanno creduto.

4 commenti:

  1. 365 firme ancora poche, pochissime. Anch'io a suo tempo provai a contribuire, ma vedo che la vostra iniziativa non riesce in nessun modo a decollare...

    Comunque per quanto riguarda il TSO per le mamme depresse post-partum, per non parlare dei 250 euro al mese per le mamme della Lombardia.... invece di creare dei "palliativi" per tamponare i problemi, costruite più infrastrutture, più asili nido, più assistenti sociali! Non è con 250 euro di merda al mese o con un trattamento sanitario coatto che si diventa mamme!

    Assistele queste donne, dal parto all'adolescenza dei loro bambini!

    Una mamma non deve sentirsi MAMMA, perchè ha i 250 euro al mese o per un tso, deve essere MAMMA!

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  2. Elettroshock???
    E la camicia di forza no??
    Hanno detto proprio queste cose...assurdo!!

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  3. E' shockante! Dobbiamo insistere con le firme. Forse io ho fatto poco, ma ora posso rimettermi alla grande. Ritentiamo!

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  4. Commento da medico ma anche da papà.
    La proposta mi ha lasciato perplesso, molto perplesso. Uno dei sottoscrittori è il presidente della più importante associazione di ginecologi in Italia ed è una persona colta, preparata e ragionevole. Per questo sono ancora più perplesso. Personalmente ho iniziato ad interessarmi al fenomeno nel mio ambiente ma ho incontrato molte resistenze. Ad esempio mi ero informato proprio per l'istituzione di un "telefono amico" ma gli ostacoli burocratici a quanto pare sono enormi ed il colmo è che io, come medico, ho ancora più ostacoli, visto che l'idea a livello "amministrativo" viene vista quasi come un modo di mettermi in mostra personalmente e quindi ostacolata con ogni mezzo. Mi viene detto per esempio che esistono già i servizi di psicologia e che vengono proposti alle mamme ma che queste non li accettano nè li sfruttano. L'unica cosa che ho notato è che il problema è sì sottovalutato da tutti ma vi è anche una sorta di chiusura da parte delle famiglie che vedono ancora come un tabù, una vergogna, ammettere una debolezza. Per questo quando ho cercato aiuto almeno dalle mamme ho trovato anche lì molta resistenza.

    Il TSO mi sembra più una provocazione, un modo per porre l'attenzione su un problema sottovalutato e tanto ma non credo si arrivi a "sequestrare" una mamma, non ci credo.
    Vedremo.

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