"Mentre a dodici anni i ragazzi cominciano a operare le loro prime scelte, relative ad esempio a come vestirsi, per gli individui diversabili questo non succede, anzi passerà ancora molto tempo prima che tutto ciò possa avvenire. Chi compra i vestiti al diversabile di solito è la madre, e i colori che sceglie per lui sono più o meno sempre gli stessi e cioè marrone, grigio, verde scuro, colori sempre molto spenti e anonimi. le taglie, poi! sempre due misure più grandi, con la scusa che è più facile sfilarle, e questo non è vero. Tutto ciò accade in primo luogo perchè gli abiti non vengono acquistati dal diretto interessato e, secondariamente, perchè in realtà in tal modo si cerca di mimetizzare il suo corpo."
Chi scrive è Claudio Imprudente, nel suo libro autobiografico, in cui ho trovato questo spunto/abbrivio per, finalmente, scrivere questo post, che avevo nel mouse da tempo.
Spesso ho pensato che una cosa che manca è l'abbigliamento, dedicato a chi ha bisogni speciali, nella fattispecie proprio chi divide la sua vita con la carrozzina - ma anche, perchè no, chi deve usare il sondino... mi sono sempre chiesta se esistano per esempio i body con l'apposita apertura per la cannula.
Dicevo, la carrozzina: chi non la usa non può sapere che il problema più fastidioso (e d'inverno anche a rischio di acciacchi) è "l'effetto Shakira": la zona lombare risulta perennemente scoperta e di conseguenza anche quella basso addominale.
Ho sempre cercato di ovviare, finchè mio figlio era piccino, con dei body chè almeno se si sollevava camicia, pullover e pure giubbino, rimaneva il tessuto del body chè d'inverno è pure felpato, magari. Poi il bambino diventa grande e l'unica alternativa è usare body da donna ma, sinceramente non me la sono sentita, mi sembrava irrispettoso nei confronti di mio figlio.
Così cerca e cerca i body maschili, da una certa taglia in su esistono, ma solo all'estero. Perchè in Italia no?
Solo quest'estate ho scoperto perchè chi sta sulla carrozzina patisce l'effetto Shakira: perchè ci vorrebbero dei pantaloni fatti apposta, che hanno la parte di dietro più alta, ma dove, in Italia andare a trovare questi pantaloni? Perchè la cosa l'ho scoperta su un sito americano, ovviamente.
Finora me la cavo grazie ad una grande catena svedese che ha proprio dei begli articoli e COLORATI da bambino e non da "paziente ospedaliero" ma cmq è inutile prendere pantaloni tipo jeans né quelli eleganti e soprattutto si deve calcolare che non devono esserci cerniere, bottoni o escrescenze varie perchè, comunque, questi articoli da indossare sono pensati per bambini bipedi in verticale e non per chi sta seduto o magari sdraiato.
Stendiamo un velo pietoso poi sulle scarpe: chi usa i tutori deve anche prendere scarpe"normali" di uno-due-tre numeri più grandi di quelle che effettivamente si portano, con un avvilente effetto clown che contribuisce all'umore perennemente brontoloso della genitrice qui scrivente. Scarpe più grosse vuol dire anche più peso da spostare e quindi più fatica – non per me ma per il bimbo, ovviamente.....
Pensiamo poi all'autonomia, la tanto preziosa autonomia che certe mamme vorrebbero che il proprio figlio sviluppasse perchè non si può passare la vita a fare le badanti al figlio: ve l'immaginate cos'è abbottonarsi o allacciarsi le scarpe per chi ha grosse limitazioni/coordinazioni motorie?
Avete mai visto un costume da bagno per persone disabili? A parte che io lo trovo solo in una città diversa dalla mia di residenza, ma vi assicuro che è davvero un obrobrio.
E poi pensiamo agli accessori da carrozzina: per ripararsi d'inverno si userebbe appunto una specie di trapunta che avvolge le gambe e parte del bacino che si fissa alla carrozzina. Casualmente mi è capitato in mano un flyer di qualcuno che importa questi articoli dall'estero e la taglia più piccola costa, iva esclusa, la sciocchezza di 250 euro. Un poncho che non ha nulla di diverso da quello che usano i cacciatori, che serve a ripararsi dalla pioggia, se è per una persona disabile diventa per magia un articolo di lusso!
Potrei andare avanti, ma quello cui voglio arrivare: non ci vuole molto per parificare anche nell'abbigliamento e accessori le persone disabili – esistono i negozi per i mancini, non possono esistere negozi per chi ha esigenze speciali? Ma davvero su 60 milioni di abitanti del nostro Paese chi viaggia sulle ruote è una quota talmente infinitesimale da non meritarsi una fettina di mercato? Pensiamo alle ragazze, alle donne, neanche loro hanno diritto per esempio agli abiti da sera e devono arrangiarsi in qualche modo per le esigenze di tutti i giorni?
Qualche cosa si trova ma sono iniziative talmente isolate e diluite nel tempo:
Chi scrive è Claudio Imprudente, nel suo libro autobiografico, in cui ho trovato questo spunto/abbrivio per, finalmente, scrivere questo post, che avevo nel mouse da tempo.
Spesso ho pensato che una cosa che manca è l'abbigliamento, dedicato a chi ha bisogni speciali, nella fattispecie proprio chi divide la sua vita con la carrozzina - ma anche, perchè no, chi deve usare il sondino... mi sono sempre chiesta se esistano per esempio i body con l'apposita apertura per la cannula.
Dicevo, la carrozzina: chi non la usa non può sapere che il problema più fastidioso (e d'inverno anche a rischio di acciacchi) è "l'effetto Shakira": la zona lombare risulta perennemente scoperta e di conseguenza anche quella basso addominale.
Ho sempre cercato di ovviare, finchè mio figlio era piccino, con dei body chè almeno se si sollevava camicia, pullover e pure giubbino, rimaneva il tessuto del body chè d'inverno è pure felpato, magari. Poi il bambino diventa grande e l'unica alternativa è usare body da donna ma, sinceramente non me la sono sentita, mi sembrava irrispettoso nei confronti di mio figlio.
Così cerca e cerca i body maschili, da una certa taglia in su esistono, ma solo all'estero. Perchè in Italia no?
Solo quest'estate ho scoperto perchè chi sta sulla carrozzina patisce l'effetto Shakira: perchè ci vorrebbero dei pantaloni fatti apposta, che hanno la parte di dietro più alta, ma dove, in Italia andare a trovare questi pantaloni? Perchè la cosa l'ho scoperta su un sito americano, ovviamente.
Finora me la cavo grazie ad una grande catena svedese che ha proprio dei begli articoli e COLORATI da bambino e non da "paziente ospedaliero" ma cmq è inutile prendere pantaloni tipo jeans né quelli eleganti e soprattutto si deve calcolare che non devono esserci cerniere, bottoni o escrescenze varie perchè, comunque, questi articoli da indossare sono pensati per bambini bipedi in verticale e non per chi sta seduto o magari sdraiato.
Stendiamo un velo pietoso poi sulle scarpe: chi usa i tutori deve anche prendere scarpe"normali" di uno-due-tre numeri più grandi di quelle che effettivamente si portano, con un avvilente effetto clown che contribuisce all'umore perennemente brontoloso della genitrice qui scrivente. Scarpe più grosse vuol dire anche più peso da spostare e quindi più fatica – non per me ma per il bimbo, ovviamente.....
Pensiamo poi all'autonomia, la tanto preziosa autonomia che certe mamme vorrebbero che il proprio figlio sviluppasse perchè non si può passare la vita a fare le badanti al figlio: ve l'immaginate cos'è abbottonarsi o allacciarsi le scarpe per chi ha grosse limitazioni/coordinazioni motorie?
Avete mai visto un costume da bagno per persone disabili? A parte che io lo trovo solo in una città diversa dalla mia di residenza, ma vi assicuro che è davvero un obrobrio.
E poi pensiamo agli accessori da carrozzina: per ripararsi d'inverno si userebbe appunto una specie di trapunta che avvolge le gambe e parte del bacino che si fissa alla carrozzina. Casualmente mi è capitato in mano un flyer di qualcuno che importa questi articoli dall'estero e la taglia più piccola costa, iva esclusa, la sciocchezza di 250 euro. Un poncho che non ha nulla di diverso da quello che usano i cacciatori, che serve a ripararsi dalla pioggia, se è per una persona disabile diventa per magia un articolo di lusso!
Potrei andare avanti, ma quello cui voglio arrivare: non ci vuole molto per parificare anche nell'abbigliamento e accessori le persone disabili – esistono i negozi per i mancini, non possono esistere negozi per chi ha esigenze speciali? Ma davvero su 60 milioni di abitanti del nostro Paese chi viaggia sulle ruote è una quota talmente infinitesimale da non meritarsi una fettina di mercato? Pensiamo alle ragazze, alle donne, neanche loro hanno diritto per esempio agli abiti da sera e devono arrangiarsi in qualche modo per le esigenze di tutti i giorni?
Qualche cosa si trova ma sono iniziative talmente isolate e diluite nel tempo:
1) L'idea di Camera commercio Milano e DfaDesign for all per singole persone
MILANO. Una cravatta che si annoda da sola, un gioiello certificato come etico che si può indossare con una mano sola, il corrimano non invasivo che «non c'è» per chi non lo usa. Sono alcuni dei progetti di prodotti innovativi presentati da piccole imprese milanesi al convegno «Idea Design for all», promosso dalla Camera di commercio di Milano in collaborazione con l'associazione Dfa che sta diffondendo una nuova cultura progettuale tesa a superare il design industriale tradizionale con prodotti che soddisfino le esigenze delle singole persone nella loro specificità: molto bassi, troppo alti, anziani, donne in gravidanza, invalidi.
«L'approccio Design for all consente alle aziende di ampliare il proprio mercato di riferimento con prodotti ad hoc per questi target che non sono piccoli», dice Alessandro Spada, consigliere della Camera di commercio. «L'obiettivo è aiutare le imprese, soprattutto medio piccole, a innovare per superare la crisi, migliorare la qualità estetica ed economica dei prodotti e diventare più competitive, acquisendo una nuova immagine e raggiungendo nuovi segmenti di mercato».
L'iniziativa è partita un anno fa con la selezione di cinque aziende della provincia di Milano che, grazie al supporto della Camera di commercio e al team di esperti dell'associazione Design for all, hanno partecipato a un percorso formativo che ha preso in esame l'ergonomia, il design e il marketing che stanno alla base dei progetti innovativi e le linee guida per realizzare un prodotto in grado di essere usato davvero da tutti. «Sono tutti progetti che verranno brevettati e lanciati presto sul mercato grazie anche agli strumenti acquisiti dalle imprese durante il percorso formativo.
di Carlo Arcari (da Italia Oggi del 02-12-2010)
2) Abbigliamento, il progetto Design for All
MILANO. Martedì 30 alle 17 presso Palazzo Giureconsulti verranno presentati i risultati del progetto Idea DfA: il primo progetto italiano di introduzione della metodologia progettuale Design for All nelle piccole e medie imprese. Il Design for All nasce da un'allarmante constatazione: la progettazione industriale tradizionale si rivolge ad un utente standard e così facendo penalizza fino al 95% della popolazione europea (la persona alta o bassa, quella con gli occhiali, le dita grosse o l'artrite, l'anziano ecc.). Il DfA offre risposte per superare questa penalizzazione: soddisfa persone con caratteristiche molto diverse tra loro, valorizzandole tramite prodotti di più facile, comodo e gradevole utilizzo. In collaborazione con l'associazione Design for All Italia, la Camera di Commercio ha offerto a cinque imprese un servizio di consulenza per implementare in azienda l'approccio progettuale Design for All. Durante il convegno i promotori del progetto e le cinque imprese presenteranno il percorso per l'implementazione della metodologia e spiegheranno come questo tipo di innovazione possa rappresentare una strada per la differenziazione dei prodotti. Info: www.mi.camcom.it/dfa; tel. 02.85 15 45 13; email: contributialleimprese@mi.camcom.it). (da Il Giorno del 25-11-2010)
Sempre cercando sul web ho trovato un articolo relativo alla foto che poi ho usato per questo post (caspita, ma è datato 2000!) e quest'altro sito che riguarda l'iniziativa di un'associazione. Sono sicura che esistono altre realtà ma non esiste un luogo, nemmeno virtuale in cui sono tutte riunite e che agevolino la vita quotidiana di tutti noi.
Vorrei che quello che ho scritto si tramutasse in semini, perchè non ci credo che non esistono persone che possono mettere in atto, per esempio, quello che hanno fatto due ragazze italiane (*): poiché il loro amico sulla carrozzina aveva esigenze specifiche per l'abbigliamento, hanno creato loro una linea. Esisterà anche qualcuno che ha una fabbricchetta che potrebbe produrre gli abiti in quantità da mandare poi ai negozi etc – oppure perchè no, affidarsi all'e-commerce, in quest'epoca ad alta tecnologia? Senza contare, poi, che le idee innovative e l'impegno vengono premiati.
MILANO. Una cravatta che si annoda da sola, un gioiello certificato come etico che si può indossare con una mano sola, il corrimano non invasivo che «non c'è» per chi non lo usa. Sono alcuni dei progetti di prodotti innovativi presentati da piccole imprese milanesi al convegno «Idea Design for all», promosso dalla Camera di commercio di Milano in collaborazione con l'associazione Dfa che sta diffondendo una nuova cultura progettuale tesa a superare il design industriale tradizionale con prodotti che soddisfino le esigenze delle singole persone nella loro specificità: molto bassi, troppo alti, anziani, donne in gravidanza, invalidi.
«L'approccio Design for all consente alle aziende di ampliare il proprio mercato di riferimento con prodotti ad hoc per questi target che non sono piccoli», dice Alessandro Spada, consigliere della Camera di commercio. «L'obiettivo è aiutare le imprese, soprattutto medio piccole, a innovare per superare la crisi, migliorare la qualità estetica ed economica dei prodotti e diventare più competitive, acquisendo una nuova immagine e raggiungendo nuovi segmenti di mercato».
L'iniziativa è partita un anno fa con la selezione di cinque aziende della provincia di Milano che, grazie al supporto della Camera di commercio e al team di esperti dell'associazione Design for all, hanno partecipato a un percorso formativo che ha preso in esame l'ergonomia, il design e il marketing che stanno alla base dei progetti innovativi e le linee guida per realizzare un prodotto in grado di essere usato davvero da tutti. «Sono tutti progetti che verranno brevettati e lanciati presto sul mercato grazie anche agli strumenti acquisiti dalle imprese durante il percorso formativo.
di Carlo Arcari (da Italia Oggi del 02-12-2010)
2) Abbigliamento, il progetto Design for All
MILANO. Martedì 30 alle 17 presso Palazzo Giureconsulti verranno presentati i risultati del progetto Idea DfA: il primo progetto italiano di introduzione della metodologia progettuale Design for All nelle piccole e medie imprese. Il Design for All nasce da un'allarmante constatazione: la progettazione industriale tradizionale si rivolge ad un utente standard e così facendo penalizza fino al 95% della popolazione europea (la persona alta o bassa, quella con gli occhiali, le dita grosse o l'artrite, l'anziano ecc.). Il DfA offre risposte per superare questa penalizzazione: soddisfa persone con caratteristiche molto diverse tra loro, valorizzandole tramite prodotti di più facile, comodo e gradevole utilizzo. In collaborazione con l'associazione Design for All Italia, la Camera di Commercio ha offerto a cinque imprese un servizio di consulenza per implementare in azienda l'approccio progettuale Design for All. Durante il convegno i promotori del progetto e le cinque imprese presenteranno il percorso per l'implementazione della metodologia e spiegheranno come questo tipo di innovazione possa rappresentare una strada per la differenziazione dei prodotti. Info: www.mi.camcom.it/dfa; tel. 02.85 15 45 13; email: contributialleimprese@mi.camcom.it). (da Il Giorno del 25-11-2010)
Sempre cercando sul web ho trovato un articolo relativo alla foto che poi ho usato per questo post (caspita, ma è datato 2000!) e quest'altro sito che riguarda l'iniziativa di un'associazione. Sono sicura che esistono altre realtà ma non esiste un luogo, nemmeno virtuale in cui sono tutte riunite e che agevolino la vita quotidiana di tutti noi.
Vorrei che quello che ho scritto si tramutasse in semini, perchè non ci credo che non esistono persone che possono mettere in atto, per esempio, quello che hanno fatto due ragazze italiane (*): poiché il loro amico sulla carrozzina aveva esigenze specifiche per l'abbigliamento, hanno creato loro una linea. Esisterà anche qualcuno che ha una fabbricchetta che potrebbe produrre gli abiti in quantità da mandare poi ai negozi etc – oppure perchè no, affidarsi all'e-commerce, in quest'epoca ad alta tecnologia? Senza contare, poi, che le idee innovative e l'impegno vengono premiati.
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(*) purtroppo non ho tenuto da parte l'articolo e non ricordo nessuna coordinata utile e seganalare quest'iniziativa.
Il problema dell'abbligliamento lo è anche per chi ha un fisico che non risponde alle caratteristiche proposte dal mercato. Mio figlio, per le sue dimensioni, è costretto ad indossare solo tute sportive (e per fortuna che almeno quelle, seppur di marche famose USA, riesce a trovarle). Ci sono poi alcuni negozi, troppo pochi, che sono specializzati in abbigliamento over-size; ma spesso o si ha una scelta obbligata: praticamente indumenti adatti sia per colore che per taglio ad adulti di una certa età e non a ventenni; oppure si trovano abiti adatti ad utenti giovani ma a prezzi esorbitanti.
RispondiEliminaPer non parlare poi delle calzature, anche qui si fa fatica a trovare scarpe adatte a chi ha problemi di motricità fine: praticamente non riesco a trovare scarpe con chiusura a strappo (esistono solo per bambini piccoli).
Comunque mi rendo conto che il nostro è un problema minimo e in parte risolvibile rispetto a chi ha veramente esigenze speciali.
Timeout hai ragione: questo "mercato" non corrisponde alla realtà, ci sono mille esigenze di cui non tiene conto..... ma io rimango ottimista ;)
RispondiEliminaQui un'azienda che produce e vende anche online le classiche clark con lo strappo:
RispondiEliminahttp://www.astorflex.it/prodotti/inverno/adele
E' stata "pubblicizzata" anche da Report (vedere il link nella Home); vende anche tramite i GAS. Noi sono un paio d'anni che le scarpe le acquistiamo solo li, e sono ottime.
grande Giovanni! :)
RispondiEliminaQualcosa si trova nel sito della LYDDA WEAR tipo body da bambino, costumi per incontinenza, pigiami interi con cerniere ed apertura per la peg, scaldagambe invernali per l'esterno anche riscaldati a batteria ecc....il sito è:
RispondiEliminawww.lyddawear.com
Grazie per la segnalazione! sono andata sul sito e mi sembra ci sia parecchio, inoltre i prezzi sono accessibili - ma quei coprigambe sono terribili.
RispondiEliminaQuesto è l'indirizzo di posta elettronica di LYDDA WEAR...info@lyddawear.com perchè non gli scrivi e gli suggerisci delle idee, o magari segnalagli il thread così possono parteciparvi direttamente.
RispondiEliminaSalve a tutti ho letto con attenzione il post sull'abbigliamento per i portatori di disabilità e devo tristemente affermare che è assolutamente vero.
RispondiEliminaVolevo però segnalarvi che l'azienda per la quale lavoro, http://www.neronote.com/ realizza camice su misura e personalizzabili e quindi possibile realizzare una camicia in base alle misure da voi segnalate. Ora so che le disabilità sono varie e di diversa natura, io stesso ho uno zio disabile e conosco e capisco tutte le problematiche annesse.
Il mio intervento non è esclusivamente dettato da motivi commerciali, ma anche per dare una possibilità concreta di trovare una risposta alle vostre esigenze.
Un saluto a tutti voi.
Per info e chiarimenti potete contattarci tramite il sito oppure con una mail a support@neronote.com
Antonio Rignanese
Vi segnalo il nostro negozio "on line". Dal 1965 produttori in Italia di pigiami camicie da notte vestaglie intimo corsetteria e di articoli correlati alla lungodegenza ( pigiami per persone anziane con zip per patalogie come Alzheimer), alla fisioterapia, alla riabilitazione, alla maternità e al post-parto post operazione. Abbiamo aperto in internet il negozio di vendita diretta al pubblico http://www.paramedicalshop.com per proporre i nostri prodotti con prezzi sostenibili fornendo un servizio rapido ed efficace al pari di quello offerto ai distributori.
RispondiEliminaCollaborariamo con operatori del settore quali negozi di ortopedie e sanitarie, case di riposo, rsa, fisioterapisti e personale paramedicale. Sempre aperti e disponibili nell'ascoltare ogni esigenza e necessità vogliamo essere utili nel migliorare la qualità di vita delle persone e nel facilitare il lavoro degli addetti del settore sanitario.
grazie per la segnalazione, Enrico :)
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