La sentenza c'è! Voglio dire, nel (pochissimo) tempo libero di ieri pomeriggio ho cercato come fosse andata finire la storia di quel signore trentino, cieco, che si è visto negare l'adozione grazie al parere contrario della psicologa; leggiamo ciò che disse lui stesso ad un giornalista del Corriere(*), ormai ben 11 anni fa: " Quel rifiuto si fonda soltanto sul parere negativo di una psicologa secondo la quale, leggo testualmente, la mia storia familiare e il mio lavoro dimostrano che io ho fatto della negazione del mio handicap una ragione di vita. Insomma, ci negano l' adozione non tanto perche' io sia cieco, quanto perche' ho sempre fatto il possibile per superare i limiti di questa mia condizione. Come presidente del consorzio che riunisce 50 cooperative di solidarieta' sociale per disabili e anziani, e come responsabile del settore istruzione della sezione trentina dell' Unione italiana ciechi, devo confessare che l' ho presa un po' male. Mi imbarazza dover pubblicizzare una questione cosi' privata, ma voglio sperare che il mio caso non si ripeta".
Assurdo ma vero!
Ebbene quel signore non si è perso d'animo e ha ricorso in giudizio e - ta-da! - gli han dato ragione!
Da aiutobambini.it:
"Trento – Anche un cieco può adottare un bambino. Lo ha stabilito la corte d’Appello di Trento, con una sentenza che rovescia un precedente verdetto del tribunale che era stato vissuto dall’interessato come . Protagonista del caso è il professor Giuliano Beltrami, 44 anni, cieco dalla nascita: un handicap che non gli ha impedito di farsi strada come docente di lettere alle scuole medie nonché vicesindaco e ora consigliere comunale del suo paese, Storo, in Val Giudicaria. Dal 1980 l’insegnante è felicemente sposato con Maria Teresa, una professoressa di tedesco senza alcun problema alla vista. Due anni fa i coniugi, che non hanno figli, avevano fatto domanda di adozione internazionale. Nel febbraio scorso il tribunale respinse la richiesta, a causa del parere negativo di una psicologa. Ora, dopo una nuova perizia, i giudici di secondo grado hanno accolto il ricorso della coppia, dichiarandone l ‘idoneità all’adozione. Ora i due professori possono cominciare la ricerca concreta del loro futuro bambino: un minorenne straniero <<>>, che all’inizio verrà accolto in preaffidamento. Due anni fa ricorda Beltrami, emozionatissimo volevamo adottare un orfano colombiano, seguendo l’esempio fortunato di due nostri amici. Ora chiediamo solo di dare una famiglia a uno dei tanti bimbi poverissimi del terzo mondo. Bianco, nero o giallo, a noi non interessa: basta che sia bisognoso. La bocciatura in tribunale, tre mesi fa, era suonata come “un’umiliazione” per il professore che dopo anni di impegno nell’assistenza a non vedenti, agli anziani e ai disabili, oggi è presidente del consorzio delle cooperative sociali del Trentino: <<>>. Il giudizio d’appello, spiega il professore, è stato risolto da “una relazione favorevolissima di una psicologa di Verona che, dopo sei colloqui, ha concluso che la cecità non è un problema risolutivo; anzi che io dimostro di aver sviluppato, cito testualmente, “ un rapporto molto equilibrato con il mio handicap”. E questo è un giudizio utile per tutti i ciechi”. Conclude il futuro papà adottivo: “ E’ giusto che lo Stato controlli a fondo le adozioni. Mi auguro però che questo precedente contribuisca a rafforzare il principio per cui non bisogna cercare un’inesistente coppia modello, ma semplicemente una famiglia normale. Senza mai dimenticare che la cecità è solo uno status, non una malattia né una vergogna da nascondere. "
"E' stato un giudizio utile per tutti i ciechi".
Ora, come la mettiamo con il caso della mamma di Salerno e il Presidente del tribunale dei minori?
(*) l'articolo del Corriere
La coppia fortemente motivata userà tutti i mezzi per arrivare alla meta..certo che i media dovrebbero aiutare...o entrano in gioco solo QUANDO vogliono?
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