mercoledì 6 maggio 2009

LA COMUNITA' EDUCANTE

Sottotitolo: una serata diversa.
Diversa perchè è un avvenimento epocale, per genitori come noi, poter uscire "per diporto", lasciando il proprio figlio/a in buone mani.
Siamo andati a quell'incontro segnalato in bacheca, per genitori ed insegnanti dedicato alle problematiche degli alunni ipovedenti o ciechi.
Sinceramente mi aspettavo una cosa molto ingessata e noiosa. Dopo una giornata stressante poi, e tutta di corsa, iniziavo a nicchiare..... invece è stato bellissimo!
Ma come vai ad una conferenza su quest'argomento e ti diverti?
Bè, se chi organizza è qualcuno che esordisce con "Mi ero preparato un discorso di otto ore...." mettendo tutti a proprio agio perchè ha suscitato l'ilarità generale e prosegue, molto bonomiamente, parlando di comunità educante, dove la scuola vuole farsi protagonista per ascoltare le esigenze degli alunni speciali, realizzando l'integrazione reale e non teorica, subito capisci che sarà una serata diversa.
Questo signore corrisponde al nome di Sergio Ballarin, nonchè Dirigente Scolastico rete CTI VREST (CTI sta per Centro territoriale per l'integrazione).
Poi ha parlato Cesare Varga, l'addetto stampa dell'UIC di Verona ("la barriera fondamentale è quella che ci impedisce di accedere alla cultura"), quindi il Dott. Bassani, Presidente dell'Associazione Acromati Italiani che, tra l'altro, ha riportate la sua esperienza di studente - parliamo della fine degli anni 70 dove i casi diagnosticati erano due in Italia.
Quindi ha parlato giorgio Fogliani, uno studente, anche lui acromata, che ha fatto capire come le cose sono molto cambiate (fortunatamente) se per esempio a scuola non vedi la lavagna, oltre a non vedere nulla finchè non calano le tenebre, perchè oggi abbiamo gli ausili tecnologici (che a lui erano più d'ingombro, però) ma soprattutto perchè oggi i tuoi compagni invece di prenderti in giro ti aiutano e gli insegnanti sono preparati (più sensibili?).
Non ho potuto esimermi dal fare una domanda, ponendo appunto l'accento sul cambiamento che è avvenuto dagli anni 70 a questa parte (ricordo che in un precedente post avevo scritto che nei '70 un bambino come mio figlio non aveva diritto allo studio nelle scuole, ma c'era proprio una legge!) e mi è stato risposto che dipende sempre dalle persone che trovi.
Certo, molto vero.
E se trovi le persone sbagliate?
Riflessione: e per chi non si può esprimere a parole e nemmeno con gesti? Difficile astrarre dalla propria realtà, pur non sminuendo o ritenendo "minore" la sola menomazione della vista.
Scaccio il pensiero "pesante" e inizia la piece teatrale: gli attori erano tutti ciechi (e/o acromati?) e attraverso schetch, brevi ma incisivi, illustravano una giornata tipo di una persona come loro, dal momento del risveglio "Ho fatto un sogno" inizia proprio con queste parole il signore dell'UIC, che ha una bellissima voce, tra l'altro. Come sognano le persone che non vedono, ve lo siete mai domandati?....
Colpisce la capacità descrittiva del parlato, colpisce la frase "per noi che non vediamo gli odori sono come pennellate di colore".
Ma si ride moltissimo, si ride delle persone normodotate che fanno gaffes incredibili perchè non si accorgono della cecità, neanche del bastone bianco e magari pensano che un signore fermo, in attesa che lo raggiunga l'amico per andare a sciare, sia in realtà un mendicante e gli fanno la carità.
Ma questo spettacolo bisogna vederlo (noi che possiamo) perchè attraverso l'arte si impara meglio e prima l'integrazione.
Spero quindi che o vadano in tour in altre città o realizzino un video che possa circolare anche in Internet.
Questo spettacolo è stato portato nelle scuole e come poi ha raccontato Elena Ginelli, all'inizio gli studenti ridacchiano, poi si fanno attenti, poi vengono coinvolti e alla fine inondano gli attori di domande.
Cosa che non è successa ieri sera con un pubblico adulto, però.
Ah per chi fosse nei paraggi domani sera al Teatro Camploy di Verona ci sarà una serata di musica e teatro in cui si esibirà di nuovo la "Compagnia del Cancel" insieme ad altri artisti non vedenti.
Infine come ricordo ci hanno regalato questo:
Vedere o guardare un prato fiorito.
vedere o guardare sono due cose diverse.
Quando vedo percepisco con gli occhi;
quando guardo, osservo e considero con interesse.
Vedendo registro forme e colori;
quando ravviso molto di più.
Se vedo soltanto, so che cos'è;
se guardo, esamino a fondo.
Ciò che vedo è presente al momento;
ciò che guardo mi resta impresso.
Se mi limito a vedere, dimentico presto;
quello che ho gaurdato mi resta nel cuore.
Con quello che vedo non ho rapporto;
con quello che guardo ho un legame.
Quanto vedo mi dà un'immagine;
quando guardo mi coinvolge.
Ciò che ho solo visto non mi tocca;
ciò che ho guardato mi rende grato.
Quello che vedo posso disegnarlo;
con quello che guardo posso immedesimarmi.
le cose che vedo sono comuni;
le cose che guardo sono uniche.
Vedere porta informazioni;
guardare dà immagini che mi sostengono.
Sono contento di aver visto tante cose,
ma grato per quelle che ho anche guardato,
perchè ne ho ricordi incancellabili.
E sono riconoscente del fatto che, pur non vedendo,
sono ancora capace di guardare.
Nikolaus Fischnaller
Grazie per la bella serata e ancora complimenti per averla realizzata!
E non dimentichiamo di citare Luna, il caneguida, anche lei attrice della compagnia!

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